Nel sigillo riportato sullo sfondo la pianta ottagonale di Castel del Monte, il “libro di pietra” simbolo della Puglia

Con circa 10mila iscritti, con 2.000 nuove matricole all’anno e 1.900 laureati, il Politecnico di Bari si prepara a festeggiare il trentesimo anniversario della sua istituzione, avvenuta con una legge del 1990.

Una serie di manifestazioni, ed in particolare una grande mostra “tra passato e futuro” in programma per la prossima primavera, celebreranno questa istituzione coinvolgendo  non solo Bari ma l’intera nostra Regione. L’obiettivo è raccontare, attraverso i contributi più significativi – le fotografie, i documenti e le testimonianze che saranno raccolti e che si integreranno con l’archivio già in possesso del Politecnico – 30 anni di formazione d’eccellenza, di ricerca scientifica, di rapporti con le istituzioni e di sostegno ai processi di innovazione delle imprese.

È bene ricordare come il Politecnico di Bari, tuttora unico politecnico nel sud Italia, sorse dalle ex facoltà di Ingegneria e Architettura, che ereditò dall’Università di Bari e dalle quali venne trasferita tutta la dotazione di personale, mezzi e beni immobili. Il 1991/1992 fu il primo anno accademico del Politecnico di Bari (nelle foto concesse dal Politecnico, una d’epoca che ritrae l’attuale immobile, appena realizzato).

Grazie alla caratura del personale docente presente, in poco tempo  il nuovo ateneo iniziò a crescere, sia sul piano numerico in termini di iscritti, nuovi docenti e dipendenti tecnico amministrativi, sia su quello della reputazione scientifica, in parallelo all’espansione immobiliare della sede principale, il campus universitario e, via via, delle altre sedi a Valenzano, a Japigia e in via Amendola, così come a Foggia dove, attualmente, il Politecnico è presente con un corso di laurea in Ingegneria dei sistemi logistici per l’agroalimentare, interateneo con l’Università di Foggia.

A questi consolidati risultati si aggiunge adesso l’area ionica con Taranto, che nelle strategie di governance e nei progetti di sviluppo del Politecnico, è prevista quale sede della Seconda Facoltà di Ingegneria.

Come dicevamo una serie di eventi, oltre all’importante mostra, accompagnerà la celebrazione dell’anniversario per tutto il prossimo anno accademico e coinvolgerà la comunità accademica (studenti, ricercatori, docenti e personale tecnico e amministrativo) e i partner istituzionali e privati del Politecnico. Tutte le iniziative saranno identificate con l’hashtag #Happy30Polibae raccolte in un contenitore virtuale all’indirizzo internet happy30.poliba.it, in costante aggiornamento.

Dal primo Rettore, Attilio Alto all’attuale Francesco Cupertino, questa grande istituzione universitaria ha rappresentato, in breve tempo, simbolo e concretezza di sviluppo della Puglia in Italia e all’estero, in linea con il suo slogan: “sempre alla ricerca del futuro”.Oggi, infatti, il Politecnico è una eccellenza riconosciuta a livello nazionale ed internazionale, con ottima reputazione didattica e scientifica e livelli di occupazione dei suoi laureati anche sopra la media nazionale, in grado di attirare sempre più imprese attraverso i laboratori misti pubblico – privati, nei quali si fa ricerca e sperimentazione di nuove tecnologie nei settori più sviluppati e promettenti dell’economia, dall’aerospazio all’automazione, dall’informatica alle energie rinnovabili.

Come ogni sigillo delle Università anche quello del Politecnico di Bari riporta un motto, “de’ remi facemmo ali”, tratto dal verso 125 del Canto XXVI dell’Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri. Il verso dantesco “de’ remi facemmo ali al folle volo”, evoca la figura di Ulisse, che nell’anelito insopprimibile di volare verso il futuro e verso la perfezione invita i suoi compagni a varcare le Colonne d’Ercole (stretto di Gibilterra), considerato il limite della terra, oltre il quale i remi si trasformano in ali del sapere

Una particolarità ed anche un piccolo orgoglio per tutti noi pugliesi: il sigillo del Politecnico di Bari riporta sullo sfondo la pianta ottagonale di Castel del Monte, simbolo della Puglia dal XIII secolo. Ebbene questo “libro di pietra”, opera di quello stupor mundiche fu Federico II di Svevia, viene anch’egli preso ad esempio in quanto scrigno prezioso di valori matematici, astronomicigeografici e geometrici del tempo.


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Nato a Bari nel 2003, vive e frequenta il Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” a Bisceglie. Si definisce un amante delle materie scientifiche, pratica il calcio amatoriale e l’attività fisica e tifa per il Milan, per il quale nutre una autentica venerazione. Ama il mare e la campagna, il buon cibo e la vita all’aria aperta. Musicalmente preferisce ascoltare brani italiani, in special modo quelli di Ultimo e Tommaso Paradiso, ma ascolta anche brani stranieri, come quelli di Shawn Mendes e Bruno Mars. Non rinuncia mai ad una serata in compagnia di amici, specie se sono quelli con i quali è facile parlare di sport ma anche di altri piaceri come quelli de la bonne vie. Desidera viaggiare e visitare in particolare le città d’arte. Scrive per esternare le sue passioni.