Conferenza stampa con Tom Hanks

 Il signor Tom Hanks è un uomo gentile e ironico. Un gran chiacchierone sempre con la battuta pronta. Una qualità, quella della simpatia, che unita a un’elegante umiltà ti fanno quasi dimenticare di essere davanti a un mostro sacro del cinema.

Proprio in questi giorni, durante la Festa del Cinema, Tom Hanks riceverà il Premio alla Carriera da parte della Fondazione Cinema per Roma, e a consegnarglielo sarà niente meno che Claudia Cardinale.

Ho avuto il privilegio e il piacere di ascoltare questo leggendario attore durante una conferenza stampa a lui dedicata: con intelligenza e sagacia, ha risposto alle domande che i giornalisti gli ponevano.poster_a3-1

Protagonista di pellicole indimenticabili – Forrest Gump, Cast Away, Il Miglio Verde, solo per citarne alcune tra le più famose – ha una filosofia ben precisa a proposito della sua carriera e del suo lavoro d’attore. Pur non essendo affezionato al passato – “Non si deve mai guardare indietro” – ritiene e ammette che la chiave del successo sta nella longevità, perciò si sente fortunato, soprattutto in un ambiente come Hollywood. Non si dice pentito dei film che ha deciso di non girare: “No è più difficile da dire. Ma se mancano la connessione, la passione, allora è meglio dire di no.” Ci deve essere un serio interesse nel personaggio, che sia un cattivo o un eroe, deve essere un personaggio che abbia un senso. Infatti, soprattutto lavorando con Spielberg – con il quale Hanks ha lavorato quattro volte – è riuscito a portare sullo schermo personaggi che rappresentano la vita e la condizione umana, “una serie di eventi in cui affonda o si sopravvive”. E li ha interpretati senza mai il rischio di ripetersi, cercando di mostrare sempre la sua artisticità “come ha fatto Sophia Loren nei suoi film. Era ogni volta un personaggio diverso: ma era sempre Sophia Loren, ed era sempre un’artista”.

Hanks ha anche parlato del suo ultimo lavoro da attore, il film Sully, dove è stato diretto da Clint Eastwood. Un regista che fa film sofisticati e senza tempo, con il quale girare è un’esperienza. “Clint non ti fa provare. Non parla. Non dice “azione” o “si gira”. Fa un gesto e ti dice di andare semplicemente avanti. Ti chiede di fargli vedere come fai una scena e sta a vedere quello che succede.”

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In quanto alla sua veste di produttore, lavoro che considera comunque meno facile di quello dell’attore, riferisce che può essere divertente quando riesci a lavorare con una buona squadra che abbia delle grandi idee, e che dà soddisfazione vederle realizzate. Si dice aperto anche a un’eventuale collaborazione con attori italiani che abbiano buone intuizioni, come Roberto Benigni: “Ho cenato con lui qui a Roma e l’ho trovato fantastico! Sarebbe bellissimo lavorare insieme.”

Interrogato sulle spinose questioni politiche che l’America sta affrontando oggi, Tom Hanks si è mostrato parecchio categorico. “Ogni quattro anni il circo arriva in città”, dice riferendosi alle elezioni politiche americane, e non fa mistero di non apprezzare il candidato repubblicano Trump. L’attore, conoscitore e rispettoso della storia, afferma che l’ignoranza di alcuni personaggi di potere (e non solo) è la piaga dell’umanità, e quando questa regna possono solo succedere avvenimenti spiacevoli. Imitando i giornalisti italiani quando parlano inglese, chiude scherzosamente: alla domanda “Why Trump?” risponde con un efficace “Why Berlusconi?”

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Un uomo semplice, Tom Hanks, diretto e profondo come non ti aspetteresti da una star del suo calibro. Dedito al lavoro come alla famiglia, è padre di quattro figli e nonno di due nipoti. “I miei nipotini non hanno idea del mio mestiere! A volte cerco di dirgli che sono una persona importante, ma non c’è verso di convincerli. Per loro sono quello che suona il banjo e si siede sul pavimento a disegnare. Amo passare il tempo con loro, e so che risulterò ridicolo dicendo questo in Italia, ma per me sono più divertenti di Fellini.”