Da Striscia la notizia alla Striscia di Gaza: e il traffico va in confusione…

Esilaranti gag, belle ragazze e tante, tante risate. Sono questi gli ingredienti che Antonio Ricci ha mescolato per offrire al pubblico italiano, da più di trent’anni, un prodotto dalla leggera ma pungente satira. “Striscia la Notizia” è un must della cultura popolare, un programma televisivo il cui share si espande al di là dei confini nazionali.

Una notte del maggio 2010 Riham al Kahlout non riusciva proprio a prendere sonno, il buio corvino della sua stamberga veniva illuminato, ad intermittenza, da strali di bombe che segnavano l’orizzonte. Riham decise allora di andare in cucina e accendere la tv. Già, perchè in Casa al Kahlout poteva anche mancare il pane in dispensa, ma l’antenna parabolica c’era, l’aveva raccattata suo papà tra i rifiuti dell’addiaccio israeliano. Riham abbraccia Morfeo con occhi bagnati da lacrime sorridenti alle battute di Greggio e Iacchetti.
Oggi Riham ha 19 anni, e di professione fa la comica.

Quella notte non l’ha dimenticata, languendo sullo sbrecciato divano bordeaux aveva capito il potere del sorriso, l’arma della risata da scagliare contro le ingiustizie. La sua “Striscia” non era attraversata da un bancone su cui far ballare le veline, la sua Striscia era Gaza.

Riham al Kahlout ha scelto la comicità come forma di ribellione, le ingegnose invettive di cui è protagonista hanno come obiettivo soprattutto Hamas che, da sette anni, governa la Striscia. Ma la sua satira bolla anche l’occupazione israeliana e le sue missioni di morte a Gaza. Il titolo del suo show, “Nuvole bianche”, fa il verso ai nomi in codice utilizzati per le operazioni militari israeliane, quali, ad esempio, “Colonna di nuvola”, compiuta nel novembre del 2012.

Inoltre, in una società maschilista in cui le Forze dell’Ordine sono unicamente appannaggio di agenti uomini, Riham interpreta una vigilessa che dirige il traffico, in scompiglio, a causa della sua sensualità. La candid, trasmessa sul web, ha ottenuto 17 milioni di visualizzazioni, facendo registrare oltre 100mila abbonamenti.

Gli oltranzisti hanno accusato la giovane showgirl di offendere il pudore musulmano, arrivando a minacciare persino i suoi famigliari. Riham, però, non si arrende e al “The Observer” dice: “Quello che mi deprime di più sono i commenti su Youtube. Quelli che mi attaccano non ammettono di essere sessisti e allora mi accusano di non saper recitare. ‘Mandatela a casa’ scrivono. Io non mollo, il mio sogno è che le donne siano libere di essere quello che vogliono”.

Una posizione mantenuta anche sul giornale online “Al Monitor”, alle cui pagine Riham si affida per ribadire di non essere disposta ad accettare il ruolo di una donna che aspetta un marito scelto dai genitori.

Se esiste la convinzione che la satira possa guastare la femminilità, allora, ahinoi, il cammino verso le pari opportunità è ancora lungo.