In questa estate ho partecipare ad alcuni eventi, dove ho avuto la possibilità di conoscere, dialogare e tessere belle amicizie, come è accaduto con la dott.ssa Teresa di Bari, grazie all’Associazione “Ingannevole come l’amore”.
Teresa di Bari, laureata in Pedagogia, sposata da circa 22 anni, tre figli, è autrice del libro “Spuntini d’Amore”. Vive e lavora a Manfredonia.
Insegna scienze umane presso il Liceo delle Scienze Umane “A.G. Roncalli”, dove ha svolto per numerosi anni anche attività di counseling.
Da diverso tempo fa parte in modo attivo dell’Associazione “Ingannevole come l’amore“.
Teresa, ci spieghi come e a chi è diretto in modo particolare questo libro?
“Spuntini d’Amore” nasce dal desiderio di condividere, con quante più persone possibile, tante conoscenze, esperienze e intuizioni di felicità. La tematica dell’amore e dell’innamoramento affrontata nel libro suscita grande interesse nei giovani, sia single che fidanzati, come anche nelle coppie sposate.
Per Lei Innamorarsi equivale ad amare?
L’innamorarsi provoca il crollo improvviso di una parte dei confini psichici individuali e consente di fondere la nostra identità con quella di un altro essere. L’improvvisa evasione di sé da se stesso e la dolce sensazione di liberazione, seguita dalla inevitabile fusione con l’amato, producono nella persona un frastuono chiamato “estasi d’amore“.
La fusione con l’amato ci conduce al tempo in cui, nell’infanzia, eravamo una cosa sola con la madre. Inoltre, riassaporiamo quel senso di onnipotenza a cui avevamo dovuto rinunciare uscendo dall’infanzia. Quando siamo innamorati proviamo, insomma, le stesse irreali sensazioni di quando, a due anni, ci sentivamo i padroni del mondo.
È il confronto con i problemi del vivere quotidiano che ci riporta con i piedi per terra e fa piano piano riaffermare alla persona la propria indipendenza. L’innamoramento non dipende dalla volontà ma è un dono gratuito. È una forza interiore che si sprigiona in noi e che ci spinge all’esterno verso l’amato.
Non siamo noi a decidere quando e di chi innamorarci, ma è un fuoco che all’improvviso divampa in noi e che ci spinge spontaneamente e impulsivamente ad agire verso l’amato. Non occorre coraggio per vivere l’innamoramento. Basta lasciar fare ai sentimenti, alle emozioni che brulicano in noi e lasciarsi andare ad essi, che il gioco è fatto.
Per amare, invece, occorrono coraggio e volontà, perché amare è una scelta, che nasce da un desiderio del cuore e attraversa la nostra sfera cognitiva, intellettiva e volitiva, mentre il nostro corpo la pone in atto.
Come mai nel suo libro lei utilizza similitudini tra il cibo e l’amore?
Come il cibo è nutrimento per il corpo così l’amore è il nutrimento per il cuore e l’anima. Da qui l’idea intrigante dell’uso della metafora del cibo lungo tutto il corso del libro: dagli spuntini alla pausa pranzo dell’amore, fino al buffet di mezzanotte. Dal fast food allo slow food, allo slow love coniugale.
Conclusione: quale consiglio vorrebbe dare ai lettori?
Appena fidanzati, appena sposati, ogni momento è quello giusto per fare uno spuntino d’amore: non si perde occasione per darsi un bacio al volo oppure una carezza, lanciarsi sguardi carichi di intesa e tenerezza. Non si aspetta, non si perde ogni piccola occasione per comunicarsi l’amore.
Cogli l’attimo per manifestare il tuo amore, per effonderlo sull’altro anche con un piccolo gesto, con uno sguardo intenso, con un sorriso eloquente, non ti curare dell’orologio che va, della fretta che incombe, del passante che spia, del telefono che squilla, della pentola che bolle, del bambino che ti chiama.
Non rinunciamo mai a nessun spuntino d’amore, non rinunciamo mai neppure a nessun pranzo d’amore. Nutriamoci con uno, dieci, cento, mille gesti d’amore al giorno. Abbuffiamoci di spuntini d’amore! In questo caso mangiar tanto non fa morire, ma vivere felici.