Nicolangelo Davanzo, campione andriese quarantasettene, che corre per i colori della “Bisceglie running”: 7 titoli nazionali sulle lunghissime distanze.

La settimana scorsa, l’ultima impresa: campione nazionale della 100miglia e nuovo record italiano di categoria.

Nicolangelo, la tua ultima impresa si chiama titolo nazionale IUTA sulla 100 miglia: intanto, congratulazioni e poi raccontaci questa tua ultima fatica. Come è stata viverla e che emozioni ti ha lasciato?

Dopo due anni di assenza dalle ultramarathon, quest’anno ho cominciato gradualmente con gare di 50km, 6 e 12 ore, con discreti risultati, sino ad arrivare alla 100 miglia (poco più di 161km, ndr). Ci tenevo tantissimo a fare una bella gara su una lunghissima distanza e così è stato: campione italiano assoluto e record nazionale M45 (la categoria che va da 45 a 50 anni, ndr). L’emozione è stata tanta! Quel che mi rimane di questa gara è la consapevolezza che bisogna crederci sempre e arrendersi mai. Ovviamente, ci vuole impegno, sacrificio e costanza…

Hai ottenuto sin qui il titolo di campione nazionale sulla 6h, sulla 12h, sulla 24h, sulla 48h e ora sulle 100miglia: qual è stato il titolo più difficile da conquistare e che più ti ha soddisfatto?

Vincere un campionato italiano assoluto è sempre una grande emozione. Ogni titolo ha la sua storia. Se proprio ne vogliamo scegliere uno… No, non ce la faccio a scegliere!

Allora potresti dirci qual è il tuo prossimo obiettivo…

Certo. Il prossimo obiettivo di rilievo è il campionato italiano sulla 24h che si svolgerà a Cesano Boscone (MI), il 20 ottobre prossimo.

100 miglia, 24 ore di corsa: sembrano noccioline e invece sono cifre che dicono il superamento di una fatica inaudita! Ma come si diventa ultramaratoneta?

Ultramaratoneta lo si diventa per caso, o almeno così è successo a me. Quando inizi a correre, non vai di certo a pensare di poter fare tutto ciò. È qualcosa che matura in te gradualmente.

Permettici di insistere: che vuol dire vivere lo sport da ultramaratoneta e che consiglio daresti a chi non ha mai corso una ultra maratona?

Quello della ultramaratona è un mondo bellissimo, si diventa come una grande famiglia. Tutti amici e massimo rispetto per tutti. Al di là dei risultati. Io personalmente, dopo tantissime gare di 10km, mezza maratona e maratona, ho voluto provare uno stimolo diverso. Così ho corso la mia prima 6h e sono rimasto stregato. Da lì, non ho più smesso. Consiglio a tutti di provare una ultramaratona. Ovviamente, va preparata e occorre avere altre gare alle spalle. Non si tratta assolutamente di una gara da improvvisare.

Prima di salutarci, ti va di riassumere la tua storia sportiva per i nostri lettori?

La mia passione è stata sempre quella di giocare a calcio, ma, dopo un infortunio, ho dovuto abbandonarlo per forza maggiore. Iniziare a correre è stato molto difficile, non mi esaltava. Mai avrei potuto immaginare di arrivare a questi livelli. Ho iniziato a gennaio 2003 e ad aprile ho corso la mia prima mezza, la Barincorsa, in un’ora e 45 minuti. Da lì in poi, ho iniziato a prenderci gusto, ad allenarmi costantemente fino all’esordio in maratona, sempre a Bari, concludendo la mia fatica in 3h25’. Da allora sono arrivate una settantina di maratone sotto le 3h. Nel 2010, sentivo il bisogno di nuovi stimoli e mi sono iscritto alla mia prima 6h, a Banzi. Il risultato è stato sorprendente anche per me stesso: 72km e terzo assoluto all’esordio! Da quel momento ho scoperto un nuovo mondo, il mondo dell’ultramaratona. Ne sono seguite tantissime altre e con belle soddisfazioni personali. Ho partecipato alla 100km del Passatore, chiudendola in 8h20’, alla “9 colli”, 202km in 22 h. Il resto l’hai già anticipato tu: prima del titolo sulle 100 miglia, tante 6h con una decina di vittorie, 6 titoli italiani assoluti – 2 sulla 6h, uno sulla 12h con record nazionale M40 e ben 140km percorsi, 2 sulle 24h, con un personale di 229km, uno sulla 48h -, prima del titolo ottenuto alla 6 giorni del Pantano: 100 miglia chiuse in 16h32’56” (con oltre 2h di vantaggio sul secondo, ndr) e nuovo record nazionale M45.


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La mia fortuna? Il dono di tanto amore che, senza meriti, ricevo e, in minima parte, provo a restituire. Conscio del limite, certo della mia ignoranza, non sono mai in pace. Vivo tormentato da desideri, sempre e comunque: di imparare, di vedere, di sentire; di viaggiare, di leggere, di esperire. Di gustare. Di stringere. Di abbracciare. Un po’ come Odysseo, più invecchio e più ho sete e fame insaziabili, che mi spingono a correre, consapevole che c’è troppo da scoprire e troppo poco tempo per farlo. Il Tutto mi asseta. Amo la terra di Nessuno: quella che pochi frequentano, quella esplorata dall’eroe di Omero, ma anche di Dante e di Saba. Essere il Direttore di "Odysseo"? Un onore che nemmeno in sogno avrei osato immaginare...