In scena lo scorso 2 Aprile 2023, al Teatro Fantasia, a Barletta

Dovrebbe esistere un’ora muta per le favole,  in cui poter incantare l’insensatezza della vita con piccoli gesti di gioia e della sana incoscienza. E un tempo in cui non sia necessario chiamare “teatro” quella che dovrebbe essere la sana abitudine di esorcizzare le proprie paure, di affrontarle. Tu insegni anche questo.

Ma non ho apprezzato come avrei voluto “Spedizioni Don Chisciotte”, mi ha disorientato. Il pubblico però ride, si diverte, applaude. Io vi guardo: tu, Alessandro Piazzolla, sei sul palco assieme a Nicola Calabrese. È “teatro di intrattenimento” non “teatro dell’assurdo”, me ne devo fare una ragione.

La storia? Siete due protagonisti, giovani uomini, prigionieri di una vita lavorativa opprimente, magazzinieri in una ditta di spedizioni. Tu sembri un sognatore, un pò Forrest Gump, impacciato e goffo, buffo: un perfetto donchisciottiano. Il tuo collega, l’attore Calabrese, più serioso, realista, disilluso, confuso:  un perfetto Sancho Panzo. Siete bravi, affiatati. E sento il dovere di difendere il coraggio e la gentilezza che ti contraddistinguono: in mezzo a tanti “uno, nessuno e centomila”, è un miracolo.

Mi basta questo. Posso augurarti di proteggere chi sei, in luce, dall’ombra della superficialità; di non soccombere ai tanti “no”, “non si può fare”, “non ci sono i soldi”, “ci sono cose più serie e urgenti”.

Il cuore e l’anima, non serve essere cristiani, ti accorgi di averli quando un altro essere umano ti cerca perché lo hai aiutato a stare meglio, anche solo per poche ore: grazie a te ha dimenticato il morso che il cane randagio arrabbiato della realtà gli ha inflitto poco prima.

Distribuisci, porta  il tuo teatro ovunque, semina le briciole che ti sono rimaste del pane più grande che ti ha sfamato il giorno prima ma oramai consumato. Io sarò sempre dalla parte dei Don Chisciotte e dei Sancho Panza. Grazie per avermi invitato nel tuo teatro. Non vedo l’ora di tornarci.