
Da Pechino a Cuneo per amore
Dopo aver dato voce ad alcuni italiani che vivono e lavorano in Cina, questa volta ho pensato che fosse giusto dare spazio anche a chi ha fatto il percorso inverso, dalla Cina all’Italia, e perciò ho chiesto a Yang Siyu, ragazza di Pechino trasferitasi a Cuneo per amore, di parlarci della sua esperienza. Siyu è anche una tiktoker, attività che l’ha resa popolare al punto da essere stata intervistata anche da un nostro quotidiano nazionale (La Stampa).
Visto che TikTok, il famoso social network cinese (il suo nome originale è Douyin), ultimamente è tornato nuovamente al centro delle polemiche in seguito alla triste vicenda della morte di una bambina siciliana di 10 anni, che è stata indotta al suicidio da una sifda condivisa sulla piattaforma, ho voluto chiedere a Siyu di parlarci anche di questo Social Network che lei conosce bene e che usa per fini ben più nobili.
“Ho iniziato a utilizzare Tik-Tok circa un anno fa, all’inizio del 2020, ma quella che uso io è la versione cinese, non quella internazionale, su cui si sono diffusi i video di giochi mortali che infatti non sono noti tra i cinesi, e io personalmente non ho mai visto nessuno di questi video. In passato però anche in Cina si sono verificati casi del genere; nel 2017 molti bambini cinesi (non si conosce il numero esatto) sono morti a causa della Blue Whale Challenge, il gioco mortale arrivato dalla Russia.
So che queste challenge girano da anni nei social di tutto il mondo, con nomi diversi, ma con più o meno gli stessi contenuti, con sfide terribili che purtroppo spesso finiscono con la morte per asfissia dei partecipanti, quindi anche se non esistesse TikTok, sicuramente ci sarebbero altre piattaforme a diffondere questi assurdi giochi mortali. Il problema è che, secondo me, la versione internazionale di Douyin (TikTok), ha le maglie troppo larghe, video di questo genere non vengono bloccati tempestivamente, e si diffondono facilmente. Penso che TikTok dovrebbe rafforzare i parametri di controllo per quanto riguarda l’iscrizione alla piattaforma dei minorenni, per esempio permettendo ai genitori di poter accedere liberamente all’account dei figli e guidarli nella scelta dei video da visionare. Cercare di risolvere il problema impedendo l’utilizzo di Douyin non ha senso, bisognerebbe concentrare gli sforzi nella ricerca di questi criminali che, se non vengono fermati, troveranno sempre il modo di diffondere questi video”.
Come ho già detto, Siyu vive a Cuneo con suo marito, e ci parla della sua vita in questa città, che è anche l’oggetto dei video che lei posta su TikTok.
“Cuneo è una piccola città, assolutamente non paragonabile a Pechino, la città da dove vengo, ma mi piace molto vivere qui, soprattutto per il cibo locale, davvero buonissimo. Purtroppo, a causa dell’epidemia, l’anno scorso non sono potuta tornare in Cina, e così mi è venuta l’idea di realizzare dei video per permettere ai miei parenti e ai miei amici di cinesi di vedere com’è la mia vita a Cuneo.
In seguito ho scoperto che molte altre persone hanno cominciato a seguirmi sulla piattaforma, e la cosa mi ha spinto a realizzare altri video in cui racconto storie che parlano della vita, del cibo, della cultura italiana, in particolar modo del Piemonte, perché molti cinesi non ne sanno nulla, e sono curiosi di scoprire un modo di vivere molto diverso da quello cinese. Nel mio piccolo, spero di poter costruire un ponte culturale tra Italia e Cina”.