Amiamoci, vivi e vividi su questa terra a volte fredda

Credevamo che l’amore, una volta ferito in qualche modo nel materialismo spicciolo di questa società, non potesse ricrearsi. E credevamo male. L’amore si ricrea, se lo si ricerca attingendolo dalle fonti massime della vita vera. L’amore si sperimenta, non si spera mai passivamente. L’amore non disillude se è quello ad “A” maiuscola, sull’esempio di quel bambino che più di duemila anni fa nacque e pianse e sorrise in una mangiatoia.

L’amore si testimonia, anche attraverso il lavoro, ed anche quando si insegna alle proprie studentesse ed ai propri studenti a vivere con coscienza, sulla cresta di un’onda e di un tempo unici ed irripetibili, come unici ed irripetibili nonché affamati di divenire siamo noi, ciascuno di noi, in società. Sono un professore di scuole superiori di secondo grado, in questo periodo, e mi sono ritrovato quasi per caso a fare questo lavoro, dato che ho altri percorsi professionali alle spalle, in corso e (chissà) per l’avvenire, prossimo o lontano che sia…

Fare il professore al di là di ogni ragionevole dubbio è un’opportunità, soprattutto se lo si fa pensando che ogni mese e forse ogni giorno potrebbe essere l’ultimo, prima di fare altro nella vita. Fare il professore oltre le righe dei canovacci sterili e oltre le maschere che spesso i sistemi ci agganciano addosso, può essere un’opportunità comunicativa ma anche un’occasione d’interscambi utili a maturare, per far riflettere e far crescere chi dall’altra parte della cattedra ci ascolta. E intanto cresciamo e maturiamo anche noi nuovi docenti, in piedi a due passi dalle cattedre, per stare in mezzo ai banchi dei nostri cari allievi, in verità ed umiltà, sempre.

Era l’ultima giornata di scuola prima delle vacanze natalizie, il 22 dicembre 2021. In classe tra gli studenti c’era una ragazza Suora Discepola di Gesù Eucaristico, un’altra ragazza che si riteneva credente non cristiana ed un nuovo allievo, al suo primo giorno con me a lezione di Diritto, un ragazzo che si riteneva ateo. Al termine delle due ore di lezione, lasciandomi una mezz’ora di interscambio sul senso del Natale per ciascuno di noi, è stato bello condividere, mettere in mezzo i nostri ideali, le nostre diverse percezioni, le nostre visioni divergenti, le nostre comuni illusioni o disillusioni sul Natale. Anche gli studenti non cristiani emanavano una fame di luce, una fame di accoglienza e sintonia reciproca, una sete di speranza per una vetta da scalare nella vita, oltre il grigio avvicendarsi di bisogni e soddisfazioni materiali in divenire. Anche i non credenti hanno una fame di qualche natale da stringere tra le mani delle proprie sensibilità.

È stato bello ed anzi ancor più bello fare il professore di Diritto quella mattina, condividendo pensieri e sensazioni su un Natale ancora tutto da vivere e da riscoprire, dopo aver spiegato e rispiegato le fonti del diritto o la Costituzione italiana o i poteri dello Stato, come normalmente un bravo professore di scienze giuridiche fa.

Se Cristo nascendo e operando in mezzo a noi ci ha dato una grande opportunità per un miglior vivere in comune, ciascuno di noi ancora oggi (persino oggi!) può dare al suo prossimo una luce, un’opportunità, un arcobaleno concreto nel cielo di quest’umanità piangente e sola. Ognuno può donare un’occasione al proprio prossimo per essere migliori, per non perdere la speranza, verso un’età di maggior gioia ed autodeterminazione nella grazia di una vita liberata.

La Vita a “V” maiuscola, infatti, non si accontenta di lasciar deprimere i talenti o le essenze che si hanno, anche quando i talenti sono pochi e le essenze tremanti e confuse. C’è sempre un’occasione per esprimere, accogliere e respirare amore. L’amore converte il tremore e l’affanno delle solitudini in sani brividi e consapevolezze, da accarezzare a mani nude e con dedizione, insieme. L’amore è un dono che può arrivare a coinvolgere anche chi non nutre più in sé le speranze che il corso dell’esistere gli ha dato e gli ha tolto. L’amore è un’opportunità che può risgorgare anche nei momenti e nei frangenti meno sereni, oltre le retoriche, le convenzioni, i pressappochismi a cui nella vita a “v” minuscola ci si era abituati.

Il Natale è la nascita del redentore degli amori d’umanità; è l’avvento della luce nelle tenebre di una vita che appariva priva di senso. Il Natale libera, come una promessa antica che viene scoperta o riscoperta tra le macerie e le polveri delle schiavitù carsiche, a cui pure i più virtuosi si attaccano per sopravvivere o galleggiare emotivamente.

Lo sguardo amorevole di Gesù su di noi – tutti, credenti e diversamente credenti – può essere proiettato da ciascuno di noi sul nostro prossimo. Spesso ci si incontra o ci si scontra per caso, quando non si è ancora allineati in uno sguardo comune sulle cose da sperimentare insieme. Poi però ci si può ritrovare attorno al fuoco di una passione che profuma di umanità, oltre il dovuto, oltre le retoriche, oltre gli apriorismi e i conformismi. Si ha fede reciproca in ciò che può nascere tra esseri umani bisognosi di luce, come i profeti dell’Antico Testamento biblico avevano fede nell’arrivo del messia. Dentro ed oltre il Natale 2021, in un 2022 tutto da sperimentare e da costruire insieme, facciamoci portatori di una luce cristallina di verità reciproche, condivise anche quando abbiamo il timore che non si possano condividere. Ognuno si faccia messia di amore nella vita di un fratello, e di una sorella, ognuno dentro ed oltre i limiti che aveva. L’uomo vecchio può finire i propri rimpianti nel momento in cui s’avvia a rinascere attraverso questo presente che ci è dato vivere, oltre le glorie e le macerie del passato. L’uomo vecchio può assaporare l’avventura di una vita di fede nell’amore, quando non ha paura di puntare ancora più in alto, pur con i quattrini della propria essenza infreddolita. L’uomo vecchio vince ogni disillusione nell’esistere quaggiù, quando non ha paura di restare nella zona di confort all’interno della quale non può che dimorare come patrigno il rimorso.

L’augurio per il 2022 che correrà, a cuore aperto, a tutti gli “studenti” iscritti alla scuola della vita, a tutte le sorelle e ai fratelli di ogni etnia, di ogni lingua, di ogni convinzione, religione, credo o orientamento, e di ogni età, è l’augurio del nuovo coraggio in un inedito amore. Finché siamo vivi, finché siamo vividi, amiamo e rinasciamo, come in un Natale quotidiano stringendoci la mano.

Amiamoci, vivi e vividi su questa terra a volte fredda, e risorgiamo dalle tenebre dell’abitudine, dalla penombra delle disillusioni, dalle catene schematiche di un certo perbenismo: come in un preludio di Pasqua che dalle tombe della fine faccia splendere le culle di un nuovo innamoramento, verso la vera Vita. Buona liberazione interiore, pur nell’intreccio dei giorni duri che potrebbero ancora venire! Buona missione di amore e speranza, per questo 2022 a cui abbiamo tagliato il cordone ombelicale, nell’universo che divinamente ci sorride proprio come Dio padre-e-madre sorrideva mentre Gesù iniziava a respirare, in mezzo a noi. Sì, proprio in mezzo a noi.

Perciò ascoltiamo gocciolare quotidianamente sulla pelle del nostro cuore nudo quei frammenti di vita perenne e d’amore eterno, che Gesù ci ha dato: “Venite a me, oh voi che siete afflitti e stanchi, e io vi darò ristoro”.

E mentre questo tempo scorre sul cosmo, noi siamo ancora qui, con i piedi per terra ma liberi di correre ad annunciarci l’amore nuovo. E intanto ancor dubbiosi ci chiediamo: saremo noi i profeti dell’amore nuovo in questo tempo tutto da vivere? I fatti e la nostra passione sazieranno i nostri perché.


FontePhoto by Annie Spratt on Unsplash
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Luigi Trisolino, nato l’11 ottobre 1989 in Puglia, è giurista e giornalista, saggista e poeta, vive a Roma dove lavora a tempo indeterminato come specialista legale della Presidenza del Consiglio dei ministri, all’interno del Dipartimento per le riforme istituzionali. È avvocato, dottore di ricerca in “Discipline giuridiche storico-filosofiche, sovranazionali, internazionali e comparate”, più volte cultore di materie giuridiche e politologiche, è scrittore e ha pubblicato articoli, saggi, monografie, romanzistica, poesie. Ha lavorato presso l’ufficio Affari generali, organizzazione e metodo dell’Avvocatura Generale dello Stato, presso la direzione amministrativa del Comune di Firenze, presso università, licei, studi legali, testate giornalistiche e case editrici. Appassionato di politica, difende le libertà e i diritti fondamentali delle persone, nonché il rispetto dei doveri inderogabili, con un attivismo indipendente e diplomatico, ponendo sempre al centro di ogni battaglia o dossier la cura per gli aspetti socioculturali e produttivi dell’esistere.

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