Cosa ci sta succedendo?

La postazione SCAP (Servizio di consulenza ambulatoriale pediatrica) serve al meglio la mia comunità di Bisceglie. Ma non solo la biscegliese, quanto tutte le postazioni Scap della BAT svolgono al meglio il loro servizio. Lo facciamo da parecchi anni e fin dal primo giorno con una compliance molto elevata da parte dell’utenza. Eppure nonostante gli anni di servizio e di certo la fiducia che ognuno di noi, in veste di pediatra di famiglia, sa infondere ai giovani genitori, gli approcci umani sia con i propri, sia con i genitori degli altri colleghi sono molto cambiati. Direi sono cambiati in maniera radicale. L’anamnesi, la vista, la diagnosi, la terapia, la prognosi hanno perso molto della forza e della sicurezza che ognuno di noi ha dato in tutti i lunghi anni precedenti. Il linguaggio verbale spesso sembra scivolare sul viso del genitore e quello espressivo del viso fa fatica a penetrare la legittima perplessità, fino al sospetto e alla paura del genitore.

Che sia io ad aver perso la mia forza persuasiva e rassicurante, o è magari l’aria che tutti da circa due anni che respiriamo ad essere latrice di un dubbio e di un sospetto costante?

“Non si preoccupi signora, stia tranquilla”, è stato il lait motiv, per tutti questi anni. Ero io tronfio come pediatra di essere in grado di risolvere quasi tutti i problemi dei bambini, perché fondamentalmente i problemi dei bambini sono nella grande parte sostenuti dai microbi ed io con i microbi ne sono uscito sempre vincente. Non che non ci siano stati e non ci siano i virus, ma per quelli più impegnativi i ricercatori da anni hanno scoperto i vaccini, per quelli molto meno impegnativi ci pensa il sistema immunitario di un bambino sano e florido a costituire la migliore difesa. Fino a quando!?

Fino a quando è arrivato lui, il Coronavirus, e noi pediatri nei lunghi mesi iniziali abbiamo tirato un respiro di sollievo: i bambini erano poco contagiati e quasi sempre asintomatici.

Ma poi…

“Dottore, mio figlio ha diciotto mesi e fino a questo momento è stato sempre bene. Ma da due giorni ha sempre 37 e mezzo/38 di febbre, lo vedo un po’ giù, non è vivace come sempre e neanche il latte vuole, che lui adora”.

Ascolto la mamma con calma, osservo il bambino, tengo sotto controllo lo sguardo preoccupato della nonna. Poi porgendo l’invito nel modo di sereno possibile e prima di iniziare la visita dico: “Devo fare il tampone non solo a lui ma anche a voi”.

“Il tampone? Come il tampone?”.

“Sì, perché ho l’impressione che ci sia qualcosa che non va! E anche voi dovete farlo”.

Mi guardano di sottecchi, ma poi fanno un cenno di assenso con il capo.

La foto in copertina mostra la triplice positività.

Visito il lattantino e mi preparo ad una serie di domande di cui non conosco le risposte.

Gli occhi della mamma sono lucidi, quelli della nonna sono interrogativi. Il lattantino sorride.

“Quanto durerà? come lo curiamo? avrà conseguenze? subito o in seguito? potrà fare il vaccino? ma io ho fatto due dosi e così la nonna che ne ha fatte tre! La colpa è mia …sono andata ad un funerale qualche giorno fa e avevo anche la mascherina. Sì, è colpa mia”.

Sprofonda nella poltrona in un pianto a singhiozzo, ed io in doveroso silenzio.

Non ho certezze, non ho terapie, non ho rassicurazioni: non ho nulla. Sono completamente disarmato. Dove è andata a finire tutta la mia sicurezza, la mia forza? Non ho più niente. Sono nudo di fronte ad un nemico subdolo ed invisibile.

Ma cosa ci sta succedendo? Accompagno la mamma e la nonna alla porta e riesco solo a dire: “Tra otto giorni dovrò rifare il tampone a tutti e tre: forza! Contate su di me in qualsiasi momento!”.


FontePhotocredits: Antonio Marzano
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Antonio Marzano medico chirurgo, pediatra di famiglia in Bisceglie dal 1985. Liceo Classico a Molfetta. Laurea e specialità presso l’Università di Bari. Ex studente di pianoforte per circa 10 anni da bambino, ha riscoperto la passione per la musica classica a 50 anni e sotto la guida della docente Angela Rosa Graziani, ha ripreso gli studi musicali. Con un gruppo di amici dà vita all’Associazione Musicale Fonè che in dieci anni ha offerto oltre 15 concerti di eccellente livello, con l’obiettivo di diffondere la conoscenza per la Musica Classica, specie quella interpretata da professionisti del territorio. Lettore vorace ma non onnivoro, ha riscoperto la passione per la scrittura ed il privilegio di esprimere con lo scritto episodi di vita, di professione, di musica e di passioni in genere.