L’ira di Salvini contro Spataro: “Vada a fare il pensionato!”
Caro direttore,
ormai è evidente, senza bisogno di altre prove, che il ministro Salvini punta all’obiettivo grosso: fare il salto da Truce a Duce. Si capisce dall’ansia che il leghista ha nell’accaparrarsi le operazioni di polizia contro la malavita. E quando nella rete cadono i “negri”, gli si legge in volto una gioia particolare. Ieri a Tonino la Procura aveva emesso ordinanze di arresti per un gruppo di nigeriani sospettati di mafia, il ministro ha twittato la sua gioia a operazione in corso, rischiando di mandarla a monte. L’ansia di arrivare primo quando c’è il “negro”. Questo è razzismo. Al procuratore di Torino, Spataro, che spiegava al ministro la pericolosità dell’annuncio intempestivo, il Truce rispondeva che andasse in pensione. Questo è fascismo.
La storia ci ricorda, ove mai lo avessimo scordato, che la Costituzione, scritta dopo la caduta di Mussolini, stabiliva l’autonomia della magistratura per porla al riparo dei governi. Per evitare cioè che Spataro fosse rimosso sul campo, come sta accadendo in questi giorni alle agenzie scientifiche e al Consiglio superiore della Sanità. L’attacco di Salvini alla magistratura, prima alla procura di Agrigento poi a quella di Torino, la dice lunga su cosa ci aspetta quando il Duce della Lega avrà raggiunto lo scranno dell’imperatore.
Un altro assaggio è venuto dalla risposta alle critiche che vengono dal mondo dell’impresa e del lavoro. Salvini ha attaccato Confindustria solo perché gli imprenditori fanno notare la caduta del pil e dei posti di lavoro, e invitano il governo a darsi una mossa, a uscire dal chiacchiericcio prima che sia troppo tardi. Forse il nostro Ministro di polizia è sorpreso dal fatto che, al contrario che negli Anni Venti, gli industriali non si precipitano a soccorrere il vincitore. Come mai? Forse perché non vogliono finire in un burrone con la banda Salvini-Di Maio-Conte, e non vogliono portarci il Paese.
C’è da domandarsi perché Salvini si agiti tanto. La risposta è facile facile. Il governo gialloverde, dopo aver strepitato e insultato, dovrà riscrivere la Manovra sotto dettatura dell’Unione Europea, che ha deciso di muovere contro l’Italia all’unanimità, altro che testuggine di quella testa vuota di Di Maio. Conte si è convinto dopo i balletti a Bruxelles, il ministro Tria sta già riscrivendo i compiti a casa. Il che vuol dire che il governo gialloverde è fallito, e per non cadere dovrà rigare a sovranità limitata, altro che sovranismo. Salvini continua a blaterare e a minacciare per restare a galla nei sondaggi. Vincerà la partita se l’Italia avrà perso la memoria della tragedia nazionalista e fascista che regalò a noi e al mondo fame, guerre e morti a milioni.