O almeno così mi hanno detto…

I suoi concerti sono dei veri e propri eventi planetari, c’è gente che ha addirittura intrapreso viaggi intercontinentali per poter assistere alle performance dal vivo della regina indiscussa del pop. The Swities sono più che dei semplici fan, sono una comunità di persone che hanno una fede laica nei confronti di una persona capace di muovere masse e bloccare città, a tal punto da oscurare persino l’attesa per i Giochi Olimpici a Parigi, dove ha tenuto nello scorso maggio ben quattro date all’Arena La Defense, impianto sportivo salito alla ribalta in queste settimane per le ben note competizioni a cinque cerchi. In Italia Taylor Swift ci è passata proprio un mese fa, due date a San Siro, che è anche un tempio della musica, dove ha cantato una quarantina di canzoni all’interno di una scenografia impeccabile, senza sbavature e senza soste. Mancava dall’Italia da tredici anni, intanto lei è diventata l’icona del pop, a tal punto da richiamare i nostri conterranei e stranieri da ogni parte d’Europa e non solo, perché non ci sono confini fisici che possano bloccare una passione forte per questa eroina dei nostri tempi, che dicono sia un’eccellente songwriter, testi che sono di ispirazione per un’intera generazione. Le date dei due concerti sono scivolate via, bruciate dall’attesa e poi da tre ore intense e senza fiato di spettacolosa musica. Su Instagram ha scritto che il pubblico milanese, pieno di passione e generosità, è stato tra i suoi preferiti e che presto tornerà a incantare e a lasciarsi incantare da tanto affetto.

Taylor ha mosso i suoi primi passi nel fiorente mondo del country, un luogo musicale dove alcuni grandi della musica americana prima o poi ci passano, come è capitato ultimamente a Beyoncé con Texas Hold’Em. Tim McGraw è stata la sua prima hit, incisa all’età di diciassette anni. La neonata Big Machine Records, l’etichetta discografica, appena nata, incrocia le sue strade con quelle di Taylor e le cambia la vita e le prospettive. Probabilmente questo avviene ad entrambi.

O forse no, perché come capita alle volte in questa tipologia di matrimoni, una delle due parti, quella della cantante, vorrebbe godere del suo repertorio in toto, senza dover dar conto dei diritti d’autore. Loro non li cedono e così Swift si registra da sola ex novo tutti i sei dischi detenuti dalla Big Machine Record. Le vie del mercato musicale sono infinite, se ti chiami Taylor Swift e se sei molto più di un astro nascente del country.

Ed è forse per questo che da queste parti non era tanto nota (voi la conoscevate all’epoca? Bè io no) perché questo genere musicale è un fenomeno popolare tutto a stelle e strisce, che fa fare palate di soldoni ai cantanti ma che oltreoceano non attecchisce molto.

Ma intanto lei vince premi per la scrittura, perché dicono che la ragazza abbia davvero un talento innato come songwriter, ed entra nella Billboard a suon di vendite e primati. Questi poi li inanella uno dietro l’altro, con una naturalezza disarmante. I concerti sono dei veri e propri eventi, in grado di muovere l’economia regionale degli Stati Uniti prima, e dei vari Paesi in Europa e Asia poi, battuti a suon di sold out. Un beneficio per tutti gli operatori, sia del settore dei viaggi che di quello alberghiero. L’Eras Tour è la tournée più redditizia della storia, un successo che ne fanno una miliardaria, non solo capace di muovere gli affari, ma anche l’opinione politica, a tal punto da smuovere il pigro elettorato giovanile americano e di portarlo al voto. E come nelle più belle storie di quelle parti, finisce sulla copertina del Time.

Ma qual è il suo segreto?

Oltre alle sue parole, che compone e che si fondono con la musica, dicono che sia il rapporto diretto, almeno era tale a inizio carriera con i fan, gli Swities, che si sentono da lei rappresentate attraverso una narrazione sentimentale ed emozionale che spesso esonda dalla sua lirica e che diviene parte di un lessico, di un linguaggio noto solo ai fan, un vero e proprio codice letterario che passa sotto il nome di Fanilect. Cairo Editore ha pubblicato un libro sulla cantante, Taylor Swift. L’american girl attraverso le sue parole, che ricostruisce la sua vita e il suo pensiero attraverso quelle frasi mai casuali, ma vissute, dove questo rapporto privilegiato con gli Swities si avverte in maniera forte.

Niente è lasciato al caso, persino l’outfit che anticipa qualche sua nuova uscita e che sono degli easter egg da scovare. Una vera e propria macchina da guerra scientemente sviluppata, che sfrutta tutto il potenziale del suo arsenale per fare profitto. Non è un caso che il fenomeno Swift sia studiato da quelli che capiscono di analizzano dinamiche sociali ed economiche, proprio dalle zone di Boston. Questo delirio collettivo forse mancava da una sessantina d’anni, dai tempi dei Fab Four. Taylor Swift scrive ciò che i fan vogliono sentirsi cantare, una sorta di musica da “post”, dove le parole e le note sanno ben esprimere sentimenti ed emozioni. Lei sicuramente è una maestra di questo espediente e l’ha saputo portare dalla sua parte guadagnando forse come nessun altro. Ecco, proprio non le manca l’empatia che sa esprimere a forza di social: prendete il post Instagram del concerto di Milano, una foto con lo sfondo di San Siro strapieno, una promessa di tornare tra uno dei pubblici migliori di sempre e il gioco è fatto.

Tanti altri grandi parolieri sono diventati noti al grande pubblico come Swift ma forse non hanno avuto la fortuna sfondare in maniera esagerata come lei. Un esempio su tutti Morrissey, un abile e profondo autore, che con gli Smiths ha fatto la storia della musica britannica ed ha ispirato tanti suoi colleghi, ma al quale non gli è stato tanto di aiuto quel suo caratterino ribelle.

Taylor è nata sotto una buona stella per la fortuna dei suoi fan, e direi, soprattutto sua. Si è sradicata dal country, abile mossa, per una musica sicuramente più pop ed è diventata un fenomeno planetario che ha cavalcato anche l’onda perfetta dei diritti umani, un connubio strategicamente riuscito. Altra abile mossa.

È la novità del già visto ma con una forza diversa. Anche altri hanno cantato l’urgenza dei diritti, anche altri hanno fatto della lirica il loro punto di forza e hanno vinto pure un Nobel qualche anno fa.

Ma lei lo fa maledettamente bene.

Tuttavia non ho colto la grandezza di Taylor Swift, me l’hanno detto gli altri che è grande, che poi tra lei, Dua Lipa o Billie Eilish, o una Lady Gaga e una Katy Perry di una decina d’anni fa, non mi sembra passi molta differenza.

Punti di vista, in fondo la musica può piacere o no e si apre a una serie infinita di considerazioni.

Intanto Taylor va in giro con la tournée mietendo record con The Tortured Poets Department e facendo impazzire folle oceaniche.

Ma io non mi sono accorto di tanto successo e me ne torno ad ascoltare i miei amati Smiths di quella testa calda, ma gran songwriter, di Steven Patrick Morrissey.


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