Diluvio settembrino sulla giunta Raggi. Scende in campo Grillo
“Piovono gatti e cani”: è la traduzione letterale di un’espressione inglese, “It’s raining cats and dogs”, che in realtà significa “sta diluviando”. E senza dubbio nelle ultime ore la giunta Raggi e il Movimento 5 Stelle stanno attraversando una bella tempesta. Giudiziaria, ma soprattutto politica.
Tutto inizia il 21 aprile scorso. Quando la Procura di Roma apre un fascicolo su Paola Muraro per “gestione dei rifiuti non autorizzata”. Il 7 luglio la Muraro viene nominata Assessore all’Ambiente della giunta Raggi. Viene a sapere dell’indagine verso fine luglio. Informa subito il Sindaco. Dopodiché il caos. Settimane di detto/non detto e di mezze verità sui mass media. Il 4 settembre, ad esempio, la Muraro fu intervistata dal Fatto Quotidiano. Il giornale le chiese dell’arrivo di un possibile avviso di garanzia. L’Assessore rispose:”Non ho ricevuto nulla e non mi risulta nulla”. L’avviso di garanzia, in effetti, non le è mai stato recapitato. Ma l’indagine le risultava eccome, e non l’ha detto. Il 2 agosto invece, Luca De Carolis , sempre del Fatto, le domandò:”Teme di essere indagata?”. La domanda può essere letta in due modi. Il primo è: “Teme di essere indagata in futuro?” Il secondo, invece: “Immagina che la Procura la stia tenendo d’occhio?”. Ad ogni modo, l’Assessore svicolò.
E la Raggi ha retto il gioco. Una volta appresa la notizia, si è guardata bene dal divulgarla. L’ha solo comunicata ad alcuni big del M5S, tra cui Paola Taverna e Stefano Vignaroli. Ma non avrebbe detto nulla a Di Maio. Il quale, però, avrebbe ricevuto una mail proprio dalla Taverna in cui gli si riferiva del caso Muraro, ma l’avrebbe capita male. Parole sue. Caos totale. Poi, il 5 settembre, in commissione Ecomafie, il giocattolino si è spezzato e la verità è venuta a galla.
Ora, la storia del nostro Stato è piena di politici locali e nazionali indagati, raggiunti da avvisi di garanzia, condannati oppure in seguito assolti. Nulla esclude che Paola Muraro possa uscire pulitissima dalle indagini che la riguardano. Tra l’altro l’Assessore all’Ambiente non fa nemmeno parte del M5S, quindi non è vincolata a condividerne i valori. Chi, invece, ci fa una magra figura, in tutto questo, è proprio il M5S.
Il Movimento, infatti, si è sempre presentato agli occhi dell’opinione pubblica come una formazione anti-sistema. Contro la vecchia politica. Pronta a puntare subito il dito contro gli indagati degli altri partiti e a pretendere subito da essi dimissioni e scuse pubbliche. Un “partito” (sappiamo che gli esponenti del M5S rigettano questa definizione) che ha fatto dei concetti di onestà e trasparenza non solo semplici slogan, ma veri e propri programmi politici. Almeno per quanto riguarda i propri amministratori. La gestione del Movimento, infatti, non è mai stata particolarmente limpida.
Il Movimento, invece, adesso è diviso proprio come i cani e i gatti di quell’espressione inglese con cui è iniziato questo articolo. Da un lato ci sono gli aggressivi esponenti del direttorio nazionale, che vogliono la testa della Muraro; dall’altro ci sono Raggi e i suoi sostenitori che si oppongono all’addio dell’Assessore. Se fosse appartenuta alla giunta di un altro partito, il M5S non avrebbe forse richiesto compatto le sue dimissioni? La Raggi, inoltre, è divenuta Sindaco della Capitale anche sulla scia del malcontento dei romani verso le precedenti amministrazioni Alemanno e Marino. E il Movimento, a livello nazionale, ha intercettato il consenso proprio di tutti quei cittadini delusi del vecchio sistema-Italia. Gente che pretendeva dalle nuove classi dirigenti un atteggiamento più pulito rispetto al passato.
Tuttavia, nella gestione del caso Muraro il M5S non sembra essere stato molto trasparente. Ha tradito il patto con i suoi elettori e, considerata la sua storia e quelli che dovrebbero essere i suoi principi fondanti, è normale che la notizia susciti un certo clamore. Bill Carson, il “brutto” in Il buono, il brutto e il cattivo di Sergio Leone, a un certo punto dice: “I tipi grossi come te mi piacciono, perché quando cascano fanno tanto rumore”. Ecco perché il caso Raggi-Muraro ha una tale eco: i grossi dell’onestà e della trasparenza, in questa circostanza, stanno cascando.
Ovviamente, se queste considerazioni hanno un minimo di valore, questo può essere solo per quanto si sa della vicenda fino a questo momento. Nulla toglie che il Movimento 5 Stelle possa farci cambiare idea nei prossimi giorni. Anzi, ci sarebbe da augurarselo. I giganti che cadono non sono un bello spettacolo.
Intanto Grillo prima attacca: “C’è un sistema che reagisce compatto contro di noi”, e poi ammette: “Qualche cazzata, qualche cazzatina, la facciamo anche noi… ”
Va be ma lavorando e tenuto conto come è avvenuta la trafila burocratica dell’avviso di garanzia, è plausibile un comportamento del genere da parte della raggi. Fermo restando che una squadre ha primariamente l’obbligo di difendersi e lavare i panni sporchi in famiglia. La politica è difficile… per gli onesti ancora di più.
Non serve a nulla essere super trasparenti in una società dove il primo traditore può essere proprio il popolo che ora, con ipocrisia, si sente tradito.
Succederanno ancora cose del genere perché un movimento, seppur fatto di santi, dovrà prima o poi sporcarsi con la società che vuole amministrare, la quale è già lei sporca e corrotta.
E non sono un forte sostenitore del M5S.
Salve signor Nunzio, e prima di tutto grazie mille per aver commentato il mio articolo. Alla Muraro non è arrivato (almeno al momento) alcun avviso di garanzia. Io non vedo alcun tradimento da parte del popolo: è chiaro che, quando agli occhi dell’opinione pubblica ti poni come unico baluardo della trasparenza ma poi la disattendi, i cittadini ti “mazzolano”. Dobbiamo poi porci un secondo interrogativo: la trasparenza ha un valore strumentale (deve “servire” a qualcosa) o deve oggettivamente essere un obiettivo di qualsiasi movimento politico? Infine, mi pongo una ulteriore domanda: se è vero che il Movimento deve lavare i panni sporchi in famiglia e difendersi, come mai Pizzarotti è stato subito sospeso per un’indagine recentissimamente archiviata, mentre la Muraro (che per carità, non è una iscritta al M5S ma fa comunque parte di una giunta pentastellata) è ancora al suo posto, col benestare della Raggi, che invece i principi del Movimento dovrebbe condividerli eccome? All’interno del Movimento, subito dopo l’esplosione del caso mediatico, si è manifestata una evidente lotta interna tra quelli che volevano la Muraro (Raggi and company)e quelli che volevano mandarla a casa (Direttorio nazionale). Perché ha prevalso la linea raggiana?
Semplici interrogativi, tutto qua.
La ringrazio nuovamente per il commento e le auguro buona serata.
Domenico Andrea Schiuma
Sono attivista del Movimento 5 Stelle con le mie 73 primavere. Sono stato animato dagli ideali del Movimento molto prima che Di Maio nascesse. Infatti, ho sempre tutelato e tentato di valorizzare le esigenze della collettività che subiva prevaricazioni. Non a caso per ben due volte mi sono rivolto alla Procura della Repubblica per ben due presidi, ed i fatti mi hanno dato ragione. Naturalmente mi sono fatto tanti nemici, che vedevano traballare i propri favori e privilegi, in compenso la mia dignità e fermezza d’animo ne sono venute rafforzate. In trincea poi, ho incontrato gente meravigliosa.
Se fossi stato la Raggi, immediatamente avrei divulgato a tutte le reti televisive e giornali l’informazione dell’apertura di un fascicolo a carico dell’Assessore Muraro. Inoltre, l’avrei invitata a farsi immediatamente da parte. Una volta evidenziata la sua eventuale onestà, avrebbe potuto essere recuperata. All’estero, si fa così!
Attualmente il Movimento manca di una classe dirigente, quindi ha bisogno di servirsi di tecnici. Ma che siano di alto spessore professionale e di saldi principi morali. C’è da augurarsi che, nel futuro, l’attuale debolezza possa essere colmata.
Purtroppo, per onestà intellettuale, mi rendo conto che molti, pur essendo attivisti del Movimento, non conoscono bene il programma ma solo gli slogan né fanno in modo di colmare le lacune con lo studio. Probabilmente fa chic oggi essere del Movimento. Formalmente! L’esserlo davvero significa assumere uno stile di vita completamente diverso da quello dominante. Il che non è cosa da poco! Anzi.
In merito al tuo articolo, Domenico Andrea, avendone letti molti, devo riconoscerti serietà ed onestà intellettuale. In fondo, ti sei limitato a fare il cronista. A raccontare i fatti. A non far prevalere eventuali commenti.
La tua analisi non si discosta, in fondo, da quella portata avanti da Marco Travaglio e Peter Gomez ed altri del Fatto quotidiano. Quindi, complimenti, considerando che tantissimi altri sedicenti giornalisti sono stati superficiali e demagogicamente partigiani per difendere interessi di piccolissima bottega.
Concludendo, complimenti per il bel pezzo giornalistico, nonostante la tua giovanissima età. Farai molta strada, ne sono sicuro! Auguri anche ai tuoi genitori.
Divisi come cani e gatti sugli assessori e sulle faccenduole di potere. Bravo Domenico Andrea. Ci mancavano pure i grillini. Chiedere al sindaco di Parma, Pizzarotti. A me bastavano quelli di prima.