Intervista ad Agnese Paola Festa, autrice di “Music Playtime, canta, leggi, scrivi, crea, gioca con la musica”

Quando il nostro giornale ha deciso di intervistare Agnese Paola Festa lo scorso giugno, l’intento era promuovere la sua Accademia, il lavorio di una vita, passione che si trasforma in opportunità al servizio di cittadini, musicisti e non. Lunedì, 31 ottobre, invece, abbiamo assistito a spiazzanti passi indietro, di quelli fatti per prendere la rincorsa, slanci verso un futuro più colto e consapevole. Presentando il suo nuovo libro “Music Playtime, canta, leggi, scrivi, crea, gioca con la musica” , l’autrice Agnese si è aperta ad un mondo nuovo, un ambiente incontaminato, abitato da anime incontaminate. Un tomo, una sorta di libro/quaderno, che scruta negli occhi dei bambini per illuminarli di luce sonora, bagliori che solo la musica sa far luccicare, emozioni vissute al netto di noiosi solfeggi e disillusa competitività.

Music Playtime si prefigge di arrivare al cuore dei bambini. Com’è possibile tener vivo il loro interesse musicale, nonostante gli innumereoli impegni a cui, oggi, sono sottoposti?

Quando ho immaginato MUSIC Playtime e soprattutto come avrebbe potuto aiutare i piccoli studenti di musica, ho pensato a due personaggi: Viola e Remì. Sono due bambini, un maschio ed una femmina, perfettamente opposti: Viola precisa, ordinata e sempre attenta e Remì immerso nel disordine, apparentemente distratto e creativo. I due personaggi raccontano e descrivono perfettamente i contrasti musicali: l’essere Arte e Scienza, il forte e il piano, lento e veloce, ecc. Entrambi suggeriscono attività e difficoltà che il bambino dovrà risolvere.

Un libro che mescola perfettamente teoria e pratica. Qual è il ruolo della musica nelle attività concrete della vita quotidiana?

Dopo il “serio” Manuale di Teoria Musicale di 11 anni fa, Music Playtime è la mia seconda pubblicazione e sono molto felice di aver realizzato quest’altro sogno che mi porta ad essere più vicina al mondo fantastico ma sincero dei bambini, forse per ricordarmi che è da lì che si parte ed è lì che è nascosta la vera essenza della vita!

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Spesso l’educazione musicale viene associata a lezioni impartite in maniera pedante e ripetitiva. Come può questo testo trasformare l’aspetto cultura della musica in un gioco divertente?

Music Playtime non “basta a se stesso”! Voglio dire che il libro è uno strumento utile ma non è sufficiente. Coloro che lo utilizzeranno e le scuole che lo adotteranno necessitano di docenti predisposti (non specializzati) a questo tipo di didattica creativa e dinamica. A questo proposito molte scuole mi stanno chiedendo di tenere dei workshop didattici per l’utilizzo del libro.

Nella prefazione di Luigi Leo si parla della tua enorme esperienza maturata “sul campo”. Qual è il dono più grande che hai ricevuto dalla musica in tutti questi anni?

Sono stata molto fortunata ad avere Giovanni Leone come illustratore. Le immagini rendono perfettamente l’idea. Ancor di più onorata di ricevere in dono le parole nella prefazione di Luigi Leo, un grande maestro, un didatta e un eccellente direttore di coro.  Come scrive Luigi, la mia enorme esperienza sul campo mi ha resa fortunata e soprattutto mi ha arricchita. Quando si insegna il processo non è univoco: insegni e impari contemporaneamente! È meraviglioso ed è soprattutto linfa vitale.

Si nasce predisposti alla musica o lo si diventa  circondati, magari, da contesti idonei a questo tipo di arte?

C’è chi ha la fortuna di nascere con un talento innato e di riuscire a svilupparlo in contesti privilegiati. Lo stesso Bach, musicista straordinario, era cresciuto in una famiglia di musicisti da ben 6 generazioni. Personalmente credo molto di più all’ambiente in cui si cresce e si assorbe: il contesto in cui si cresce può appiattire, sviluppare e purtroppo a volte sopprimere.