Una raccolta di poesie, nata, quasi per caso, durante la quarantena

“Opera senza Autore” è il primo lavoro del giovane studente Luciano De Pascalis, andriese di nascita ma salentino di adozione, residente da cinque anni a Bagnolo del Salento in provincia di Lecce. Si tratta di uno scritto che unisce al suo interno due significati propri delle raccolte di poesie: come spiega De Pascalis «vuole essere una ‘opera’, un lavoro di collazione, di costruzione di un percorso, ma indica anche il lavoro in sé e per sé, quello dei braccianti, il cosiddetto ‘olio di gomito’ di chi, dalla mattina alla sera, non fa altro che fare e disfare un manufatto, il frutto della propria fatica, più per se stesso che per gli altri; al contempo è ‘senza autore’, cioè frutto della spersonalizzazione contemporanea e del sistema in cui viviamo. Ma è anche altro, perché la poesia non appartiene a nessuno, è di chi coglie i propri significati, di chi la critica e la apprezza».

Ogni sezione all’interno della raccolta corrisponde ad un tema specifico e scelto con cura da De Pascalis. «Il filo rosso che unisce tutta la produzione – spiega il giovane autore – è rappresentata dal titolo della prima parte, ‘Solitudine’, che, personalmente, credo sia la condizione fondamentale ed esistenziale dell’essere umano. Essendo fortemente influenzato, culturalmente e politicamente, dalla produzione di Fabrizio De André, quasi osmoticamente ho assorbito questo concetto e l’ho reso mio, personale, adattandolo ad ogni singola esperienza della mia vita. Nella seconda sezione, ‘Storie e Personaggi’, l’interazione tra le solitudini umane emerge fortemente, rendendo narrazione le vite nel momento del contatto, in modo da creare quelle costruzioni vitali, rapporti di forza microfisici, che portano avanti la vita del mondo ogni giorno. La terza sezione, invece, ‘Notturni’, rappresenta la notte come concetto fisico e metafisico: quel momento, cioè, in cui avviene l’interiorizzazione del contatto, che ci lega a filo doppio con le solitudini altrui , ai chiari di luna e nelle notti scure. Ultima parte è ‘Amore’, salvezza iconica dell’uomo. Questo concetto può risultare molto banale, quanto denso di significato al contempo, perché indica la convivenza non forzata e sinfonica della propria solitudine con quella del mondo e dei propri simili»

Una produzione editoriale nata, quasi per caso, durante la quarantena, come racconta De Pascalis: «Penso che il lettore potrà cogliere, innanzitutto, la mia personale intimità, confrontandosi con quello che ho scritto, proprio perché, appunto, niente di tutto quello che è stato stampato è nato per la pubblicazione. Spero semplicemente che possa piacere o non piacere, che la gente ne faccia l’uso che desidera, che si crei un’opinione, ma sempre con la consapevolezza che ciò che leggerà non è niente di più che la mostra nuda dell’intimità di chi ha scritto».

Luciano De Pascalis ha conseguito nel 2016 la maturità classica che, assieme ai classici della letteratura poetica sudamericana ed ai testi della canzone d’autore italiana, costituisce uno dei pilastri della sua formazione letteraria. Attualmente ha quasi terminato gli studi di Giurisprudenza presso l’Università del Salento. Come racconta lo stesso autore, l’amenità del piccolo paese in cui risiede è stata fondamentale per la sua produzione letteraria. «Mi sono trasferito a Bagnolo Del Salento da cinque anni – racconta De Pascalis – e vivo una vita sostanzialmente tranquilla, in un paese di duemila abitanti, che è anche fonte primaria di ispirazione per la maggior parte della mia produzione: paesaggi, momenti di solitudine, storie e canti li ho tutti immaginati e vissuti qui, dove mi trovo adesso, a metà tra la saggezza contadina e quella marinaresca, tra la saggezza popolare e quella dei più o meno giovani pescatori di questa terra. Ho scelto di vivere qui prima di tutto per necessità: avendo scelto di frequentare l’Università del Salento ed avendo a disposizione un’abitazione a poco più di venti minuti di macchina dal campus universitario – traffico permettendo – ho preferito non lasciarmi sommergere dalla frenesia del traffico e dai ritmi di una città, pur considerando che il tragitto dal centro città fino alla sede del mio dipartimento – sempre tenendo conto del traffico – sarebbe stato di un’inezia minore. Il secondo, e a mio avviso decisivo, motivo è stato proprio il bisogno del ritorno alla terra che è stata di mio nonno, il quale, per necessità e costretto dagli automatismi, è dovuto andare via molto spesso da luoghi che aveva amato e abbandonare amicizie e abitudini;  nei ricordi di mio padre e dei suoi familiari questa pare che fosse rimasta una ferita abbastanza aperta nella sua memoria. Insomma, per me, che porto come una sorta di effigie il suo nome da quando son nato, questo fattore è risultato decisivo».

 

In libreria

Opera senza autore

di Luciano De Pascalis

Genere: Poesia

Listino: € 9,90

Editore: Albatros il Filo

Collane: Nuove Voci – Le Piume; Nuove Voci – Poesia

Lingua: Italiano

Pagine: 74

EAN: 9788830627239


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Nato a Bari nel 2003, vive e frequenta il Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” a Bisceglie. Si definisce un amante delle materie scientifiche, pratica il calcio amatoriale e l’attività fisica e tifa per il Milan, per il quale nutre una autentica venerazione. Ama il mare e la campagna, il buon cibo e la vita all’aria aperta. Musicalmente preferisce ascoltare brani italiani, in special modo quelli di Ultimo e Tommaso Paradiso, ma ascolta anche brani stranieri, come quelli di Shawn Mendes e Bruno Mars. Non rinuncia mai ad una serata in compagnia di amici, specie se sono quelli con i quali è facile parlare di sport ma anche di altri piaceri come quelli de la bonne vie. Desidera viaggiare e visitare in particolare le città d’arte. Scrive per esternare le sue passioni.