Passa il tempo e il foglio rimane bianco, nascondo i miei pensieri dentro di me per concentrarmi sulla vita di tutti i giorni. Poi il giornale Odysseo è diventato così importante che mi emoziono quando penso di mettere giù qualche riga. Non penso di esserne all’altezza. Ma vorrei condividere le emozioni provate domenica, primo febbraio

Al teatro Curci, piccolo e regale gioiello barlettano, suonava o meglio volteggiava le sue dita il grande Uto Ughi.

Poesia di note si innalzavano da un piccolo e prezioso strumento. Un veloce susseguirsi di posizioni della sua mano che elegantemente tastava le corde mentre l’altra ondeggiava l’archetto di un violino, questi movimenti creavano una voce che ti entrava dentro e ti vibrava rendendoti poi fantasticamente frastornato. Una piacevole gioia ti rendeva tremante di emozioni. La voce di quel piccolo strumento supportato da un pianoforte sapientemente guidato si innalzava nel teatro e stordiva tutti per la sua magnificenza. Il volo della voce degli strumenti attraverso una follia di note rendevano omaggio a Brahms e la sonata 3 raggiungeva le tue orecchie, il tuo cervello, fino a renderti quasi appena direi felice. Ho amato molto la terza sonata. Ma anche Vitali con la Ciaccona, Wieniawski con la Legenda e la tarantella, il Rondò e l’Havanaise di Saint-Saens, infine il grande Paganini con la Campanella: Uto Ughi ci ha regalato delle note favolose e due ore sono sembrate pochi istanti di magia.

Io non sono un tecnico e purtroppo non ho mai studiato musica, quindi non so darvi delle valutazioni dell’esecuzione in termini appropriati, ma vi posso dire che il grande maestro, di comunicazione oltre che di musica, ci ha reso tutti partecipi spiegando con frasi semplici, condite da sapienza e ironia, ogni brano prima di suonarlo.

Amo ascoltare la musica e amo quella definita classica, e la mia emozione è stata quella di poterla ascoltare dal vivo, un’emozione che ti trasmette la gioia di vivere. Poter andare a un concerto mi ha fatto sentire partecipe di una vita negata fino a qualche tempo fa, questo mi ha reso orgoglioso e fiero.

Purtroppo la musica classica da noi giovani, spesso, è ritenuta noiosa, vecchia, non al passo con i tempi, ma io penso che non sia così. Ti dà adrenalina e pace nello stesso momento. Poi non è vero che solo se studi uno strumento puoi apprezzarla: puoi comunque gioirne senza una preparazione specifica, infatti in genere non era scritta per pochi, ma per tutti. Si suonava nei giardini e nei salotti, ma anche per strada.

Sarebbe bello poter ascoltare musica classica in più posti, sono sicuro che migliorerebbe la vita di ognuno.