
In merito alla nota del Dicastero per i laici
Ho letto, forse in maniera un po’ frettolosa, il documento “Itinerari catecumenali per la vita matrimoniale” del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, soffermandomi su ciò che, dal punto di vista dei social, sta costituendo un tam tamcontinuo…segno che il problema è avvertito profondamente.
Mi preme premettere che
- personalmente, provengo da una formazione di “Ricerca Biblica” e non di teologia morale.
- L’argomento, qualora degenerasse in polemica tra ragioni e torti, rischia di essere falsato.
- I confronti sono sempre arricchenti, qualora risultino pacati e liberi, senza cercare di difendere, per partito preso, bandiere di chicchessia.
La sessualità, prima di essere considerata oggetto di proibizionismi, è una grandissima forza-valore che condiziona positivamente o negativamente la vita di una persona. Qui si incentra il lavoro prezioso dell’educatore che potremmo paragonare alla gestione di una grande quantità d’acqua contenuta in un invaso che ha bisogno di essere canalizzata affinché, irrigando la terra dia frutti. Quando però a quest’acqua viene meno la canalizzazione … allora avvengono le inondazioni, e quella stessa quantità di acqua produce grossi danni.
In proposito, le culture ancestrali sono state sempre rigide nel trattare la sessualità intesa come origine della vita. Il timore era non ridurre l’origine della vita a un gioco estemporaneo. Ma oggi, con l’avvento della psicologia come scienza, molte cose sono cambiate: la gestione della propria sessualità non è soltanto in funzione della vita, ma fa parte del benessere e dell’equilibrio della persona.
Purtroppo, in tempi non molto distanti da noi, nei seminari, l’insegnante di teologia morale, spesso, era lo stesso di diritto canonico. Questo dato cambia l’ottica di lettura della sessualità. Si aggiunga anche che, nella vecchia distinzione tra peccato mortale e peccato veniale, i “peccati” contro la sessualità erano considerati tutti mortali…non c’erano peccati veniali…
Credo che bisogna convenire che la sessualità è parte integrante dell’affettività. Questa è oggetto di uno sviluppo educativo che varia da persona a persona e ogni forma di proibizionismo è antieducativa, così come la distribuzione tout court di preservativi.
- Attenzione al proibizionismo: che non sia una scappatoia per evitare impegni e responsabilità educative che hanno bisogno di tempi lunghi e di metodologie personalizzate.
- Purtroppo abbiamo bisogno del “lanternino di Diogene” per cercare educatori pazienti, premurosi e amorevoli che ci sono, ma sono sempre pochi e con poco tempo a propria disposizione.
- La scoperta e la gestione della propria sessualità fa parte della conoscenza di se stessi: non farla, o sottovalutarla, soprattutto nell’età adolescenziale, significa trascinarsi, negli anni, dei blocchi pericolosi, perché in natura non ci sono salti.
- L’autocontrollo (anche se soggetto a molte varianti e condizionamenti), inteso come maturità psico-fisica, rimane l’obiettivo di ogni processo educativo, più che un intransigente diktat.
- Se davanti all’altare si presentano degli sposi che emotivamente non hanno mai sperimentato emozioni forti da “pelle d’oca” nello stare assieme…credo che si stia celebrando un matrimonio nullo, perché non si è a conoscenza di ciò che si va a condividere.
In merito al documento del Dicastero, occorre evidenziare, per dovere di cronaca, che Papa Francesco ha preparato una prefazione (4 pagine più un paragrafo) in cui non c’è nessun riferimento al sesso prima del matrimonio. Si tratta dell’unico scritto all’interno del documento che può essere attribuito direttamente al Papa: in calce alla prefazione c’è la firma pontificia. Il resto del volume, invece, è stato predisposto dal Dicastero.
All’interno del documento, il termine “castità” viene utilizzato in 5 pagine. La prima volta (pagina 34) si parla dell’importanza dell’ascolto delle testimonianze dei coniugi da parte dei giovani che intendono sposarsi. Si evidenzia come sia utile ascoltare la testimonianza «anche di coloro che hanno compiuto la scelta della castità prima del matrimonio». A pagina 53, la parola “castità” viene indicata come «vera alleata dell’amore, che la chiesa non deve aver paura di proporre». Si tratta del virgolettato che, sui quotidiani, è stato attribuito al Papa. Non sono sue parole, ma del Dicastero, e, quindi, non impongono nessun obbligo, ma semplici indicazioni, di castità pre-matrimoniale. In queste pagine (continua a pag. 54, a pag. 55 e 71) si riprende il concetto di “castità” che il Catechismo della chiesa cattolica ha sempre evidenziato.