Una puntuale disamina dell’ultimo libro di Giacomo Mazzariol recentemente uscito per Einaudi Stile Libero

L’opera si configura come un lungo viaggio di formazione e di conseguente maturazione del giovanissimo scrittore grazie ai cambiamenti prodotti nei suoi parametri mentali e comportamentali dalla convivenza con il fratello Giovanni, nato con “un cromosoma in più”.

Come ogni percorso reale, l’iter esistenziale di Giacomo comporta una precisa situazione di partenza, una pluralità di tappe intermedie ed un’altrettanto definita situazione di arrivo.

L’incipit si identifica con la notizia, comunicata dai genitori ai figli, due bambine ed un bambino, della prossima nascita di un fratellino; seguono l’attesa impaziente, soprattutto da parte di Giacomo, di un altro maschio, una sorta di supereroe, con cui condividere giochi e a cui trasmettere insegnamenti pratici; l’ulteriore e successiva precisazione dei genitori che il nascituro sarà un bambino speciale, con i suoi tempi; la constatazione, dopo la nascita, che Giovanni presenta insoliti tratti somatici e segni particolari fino alla casuale scoperta, in casa, di un libro dalla copertina azzurra sulla sindrome di down.

Jack vive un periodo di profonda inquietudine, di scarto tra azioni ed intenzioni, di contrasto tra affetto e vergogna, di continuo timore per l’eventualità di critiche malevoli, di deliberato isolamento dalla famiglia e di blocco psicologico, che gli procurano rimorsi e sensi di colpa, arrivando, durante i primi due anni di frequenza della scuola media, all’assurdo di nascondere o negare l’esistenza del fratello.

Fortunatamente intervengono alcuni episodi che registrano reazioni positive delle sorelle Chiara ed Alice e degli amici Scar e Brune di fronte a comportamenti ritenuti “anomali” di John e che scatenano in Giacomo un processo catartico di liberazione da condizionamenti paralizzanti e da ingiustificabili luoghi comuni, inducendolo a mettersi in gioco e a lasciarsi coinvolgere nella vita “sghemba” del fratello, oltre che ad aprirsi al delicato legame con Arianna.

“Era avvenuto tutto nei tredici centimetri del mio cuore, nello spazio delle sue dimensioni fisiche…”. “La vita con Gio”-diventa-“un continuo viaggio tra gli opposti, tra divertimento e logoramento, azione e riflessione, imprevedibilità e prevedibilità, ordine e disordine”.

La meta finale è costituita dalla salda conquista della condizione stabile di empatia, complice intesa e compenetrazione, che si saldano all’amore quasi viscerale di tutta la famiglia nei confronti di Giovanni e che plasticamente si traducono nel video “The simple interwiew”, girato da Giacomo, da lui pubblicato su You Tube e visionato da tantissimi, anche fuori dall’Italia.

La chiarezza del registro linguistico, la scelta oculata del lessico e la compresenza di diverse toni narrativi, (dal tenero al commovente, dal serio al divertito, dall’irritato al compiacente, dal canzonatorio all’ironico) rendono godibile e piacevole la lettura dell’opera. Quanto all’ironia, che attraversa come una corrente il racconto, il padre gli fa capire che essa, in quanto dotata di un potere “salvifico”, deve diventare la chiave di lettura e di interpretazione degli eventi della vita, se si vuole affrontarli con positività.


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Sono Rosa Del Giudice, già docente di italiano e latino presso il Liceo Scientifico "R. Nuzzi" di Andria dal 1969/70 al 1998/99 e, ancor prima, docente di italiano e storia presso l'ITIS "Sen. Jannuzzi" di Andria. Attualmente sono la rappresentante legale del Centro di Orientamento "don Bosco", che dal 1994 è un'Agenzia Educativa molto presente sul territorio andriese in quanto si occupa di temi pedagogici ad ampio spettro, promuovendo ed organizzando, prioritariamente, attività in due ambiti: l'orientamento scolastico nelle ultime classi delle secondarie di 1° grado, finalizzato a ridurre il fenomeno della dispersione; la formazione dei docenti, che la L.107 su "La Buona Scuola" opportunamente considera come obbligatoria, permanente e strutturale. Non lesino il mio contributo all'interno di Associazioni che si battono per il perseguimento del bene comune ed il riconoscimento dei diritti a quanti vivono nelle periferie esistenziali del mondo.