Marzano: «Mi piacerebbe che la mia città si accorgesse di me»

Ciao, Giuseppe. Cosa significa per un artista ricevere una menzione speciale da parte della LuxembourgPinacothèque?

Per un artista è un onore ricevere una menzione di questo livello, perché vuol dire aver raggiunto un grado di espressione tale da trasferire il proprio messaggio oltre ogni confine di spazio, di tempo e di cultura. L’arte è, infatti, un linguaggio primordiale che permette di veicolare un pensiero senza usare le parole, ma adoperando immagini. La potenzialità di questo è talmente grande da essere ricevuta non solo dallo spettatore che fruisce l’opera qui e oggi, ma anche da chi verrà dopo di noi. L’arte permette al massaggio che si vuole trasmettere di acquisire eternità e universalità.

Come sei giunto alla partecipazione al Luxembourg Art Price, la rinomata selezione d’arte moderna?

Il confronto con gli altri colleghi artisti non solo arricchisce lo spirito, ma ispira ed evolve il pensiero. Consente, inoltre, lo scambio di consigli, critiche e informazioni utili. Proprio in contesti simili sono venuto a conoscenza di questa rassegna internazionale.

Dopo vent’anni di carriera, pensi che il tuo stile abbia raggiunto un upgrade creativo?

La creatività è nel DNA dell’artista, come il disegno, l’osservazione, l’elaborazione, lo studio dei materiali e delle rifiniture. Tutti i percorsi cominciano sempre in punta di piedi, facendo tesoro di ogni singolo suggerimento magari rubato dalle labbra dei maestri. Io, per esempio, devo tanto agli insegnamenti di Roberto Ramponi, Eros Forni, Valentino Mazzoni, Gabriele Chinellato, che sono stati, in diversi periodi della mia carriera i miei mentori. Mi hanno fornito le basi tecniche, indicandomi la strada e illuminandola come fari. Allo stesso tempo il continuo confronto con giovani artisti come Laura Zuccheri, Matteo e Nicola Nannini, Gianluca Leonetti, Marco Dell’Arso mi ha arricchito nella sensibilitàartistica, nell’uso dei materiali e nell’affinare la tecnica. Dopo vent’anni di studi e sacrifici posso affermare di averraggiunto una mia personale maturazione artistica e creativa, con uno stile che di volta in volta armonizzo con l’opera in divenire. Tuttavia ritengo, prendendo in prestito le parole di Socrate, che “io so di non sapere”. La fame di conoscenzanon è mai sazia, come la ricerca della perfezione non è mai conclusa.

Progetti futuri?

Ci sono diversi progetti che bollono in pentola, tra cui uno bellissimo su Roma, di cui, però, è prematuro parlare. In bottega non mancano lavori che nelle loro applicazioni stimolano l’appetito creativo che poi si trasferisce spesso in opere più importanti. Il ruolo dell’artista è anche quello di soddisfare il committente che porta con sé un sogno. Le doti speciali di creatività e maestria, poi, permettono a quel sogno di diventare realtà.

Infine, mi piacerebbe che la mia città si accorgesse di me, non solo a parole. La maggior parte delle mie opere, infatti, sono in altri Comuni o all’estero.