Una semplice operazione che evoca il passato e getta vivida luce sul futuro

“Belle melanzane!” esclamano, compiaciuti, i tuoi occhi. Nere, con sfumature di indaco e violetto, con striature di bianco. Formose, sode, lucide. Un instancabile gioco di luci ed ombre si inerpica sulle gibbosità rotondeggianti e sonda i profondi solchi. Ti mirano, loro, con uno sguardo magnetico, e ti catapulti, come ghermito da sirene ammalianti.

Succulenti umori e deliziosi profumi generati dalla terra dei padri. All’albeggiare il contadino già affonda i suoi pesanti scarponi nella terra arata di fresco. La rugiada gli accarezza le braccia, ma brividi di freddo, zigzagando, scuotono le membra ancora intorpidite dal sonno intriso di amore.scorcio-di-mercato-6

Devi attendere, non ti dispiace, anzi… Ti viene offerta una straordinaria opportunità: galleggiare nel fragore di fondo, che abbraccia mille forme di vita e di cose; rovistare nel tripudio di colori e consistenze; annusare la fragranza dei limoni mescolantesi fraternamente con quella del sedano e delle mele cotogne; tastare zucchine, cetrioli e pomodori; tagliare ed assaggiare una fetta di melone giallo; provare un senso di commiserazione per le tenere cassette di legno e di plastica, accatastate alla rinfusa, senza una prospettiva futura, come tanti giovani di oggi; immaginare con mestizia che le foglie di clementine, disseminate per terra e ripetutamente calpestate, qualche giorno addietro si lasciavano baciare con ardore dal sole, cullare soavemente dal venticello e vezzeggiare dal volo radente di storni, come i festanti bambini di Aleppo, in Siria, pestati ignominiosamente poi dalle bombe.contadina-del-racconto-2

Quanti visi. Perennemente mobili, luminosamente scrutanti. Pochi fanno downshifting, cioè scalano la marcia. Gran parte dei personaggi della vita reale di ogni giorno, infatti, si agitano con smorfie di frenesia! Donne. Soprattutto donne. Di ogni età. Con mani reggenti sportine o trascinanti carrellini per la spesa. Assillate dall’imperativo del risparmiare, con i tempi che corrono, dell’acquistare alimenti genuini, tentando di sfuggire alle insidie latenti, dello sbrigarsi per fiondarsi ai fornelli. Eventuali ritardi non sarebbero perdonati dagli avidi figli e mariti, che, bofonchiando stancamente, continueranno ad affondare corpo ed anima nello schermo televisivo o nello smatphone dell’ultima generazione.

La contadina è indaffarata con la bilancia. Pesa turgide carote, dalla soda polpa, i cui succhi fremono dalla voglia di effondersi tutt’intorno. Finiranno sulla mensa della giovane mamma, che accarezza teneramente con ambedue le mani i soffici capelli della sua bimba, dal respiro appena percettibile, con gli occhietti chiusi. Per rassicurarla, proteggendone l’invidiabile sonno dall’assordante trambusto.contadina-del-racconto-1

Chiedi il prezzo delle melanzane. “Un euro. Sono senza semi, gustose.” Riferisce, la contadina. Ne prende una e la trancia a metà, come se armeggiasse una sciabola dei saraceni. Ogni dubbio si dilegua. Ti ispira fiducia, inoltre, l’erbivendola, signora sui sessant’anni, rughe a raggiera intorno agli occhi, mani screpolate dal lavoro, modi affabili, un maglione olivastro ed un grembiule cosparso di verdi chiazze. Solo per qualche anno si sarà seduta nei banchi della scuola, ma dalla vita di relazione con la gente e la terra ha appreso l’essenza dell’esistenza, che elargisce a piene mani.

Intendi cimentarti con le melanzane sott’olio, perché credi nell’autoproduzione, che può contribuire a salvare e nutrire il pianeta, perché stravedi per quella semplice prelibatezza. Da quando indossavi corti calzoncini e le ginocchia erano perennemente sbucciate. Non inondavano, allora, il claudicante tavolo sbocconcellato della cucina, le adescanti merendine, la ghiotta nutella e le soffici brioscine. La colazione si faceva con il pan cotto, che aveva il sapore delle mani della tua giovanissima mamma ed il profumo del “crescente”, il lievito madre.scorcio-di-mercato-2

Sulla bancarella fanno bella mostra di sé, barattoli di vetro, con peperoni e fette di melanzane sott’olio stipate ordinatamente. “Signora, come le confeziona?” Chiedi, con un pizzico di vergogna. La risposta non si fa attendere. “Per cinque chili occorrono tre litri di acqua. Aspetta…” Prende una matita che sa di verdura e su un ritaglio di carta slabbrata scrive. “Per cinque chili di melanzane: tre litri di acqua, due di aceto, sei limoni, mezzo chilo di sale”. A voce poi continua: “Le melanzane devono rimanere immerse in acqua ed aceto per un’intera notte. La mattina le si strizza e le si ricopre di olio. Potrai gustarle dopo alcuni giorni. Le troverai sode ed il loro sapore si scioglierà nel buio della tua bocca. Ed il tuo corpo ne troverà nutrimento e salute.”scorcio-di-mercato-5

Torni a casa. Rileggi “Linee guida per la corretta preparazione delle conserve alimentari in ambito domestico” dell’Istituto Superiore di Sanità. Un suggerimento ti pare importante per garantirti qualità e salubrità, tutelandoti in particolare dal micidiale botulino: tuffare le fette nella bollente mistura di acqua ed aceto e raccoglierle gocciolanti dopo qualche minuto.

Vezzeggi e fai la doccia alle globose bacche con acqua corrente. Ne capitozzi i ruvidi gambi dall’intenso verde pallido che come una mano aperta le ha sorrette, vistosi lampioni illuminanti l’orto. Il coltello, scivolando agilmente, le netta. Procede con cautela, però. Non vuole ledere nessuna delle qualità organolettiche. Le tue dita, accarezzando delicatamente la soffice polpa bianca, rimangono rapite come se indugiassero su un seno femminile.

scorcio-di-mercato-4L’aceto è biologico. Te l’ha regalato Antonio, producendolo da uve incontaminate. Alla produzione dell’olio extravergine hai provveduto direttamente con il taglio delle erbe spontanee, la potatura degli ulivi, la tutela biologica delle olive, la raccolta ed infine la pigiatura, avvenuta sotto i tuoi occhi. In allerta nel frantoio. I limoni, poi, racchiudono il sapore delle sapienti mani anchilosate di Nicola, divenuto curvo per l’età e la fatica patita per settant’anni.

Aglio di Altamura, prezzemolo di Andria e rosso peperoncino piccante, sminuzzati ed evocanti la bandiera italiana, ricoprono il primo strato. Poi, ne susseguono altri, fino a svuotare la casseruola. Il prelibato olio si insinua negli anfratti e nelle latebre, coprendo ogni superficie, e le fettine di melanzane si mettono allegramente a galleggiare nella bianca zuppiera di ceramica ornata di delicati “non ti scordar di me” azzurrini.scorcio-di-mercato-1

“Che bello”, esclami. Sei proprio contento, ti senti in pace con te, in armonia con gli altri ed in empatia con la terra. Qui ed ora. Un tempo, il tuo gesto era un rito, che univa più generazioni, si officiava solennemente nelle umili case della civiltà rurale. Ed era anche una festa, e la dispensa ne gioiva. Poi, con la travolgente invadenza dell’industria conserviera e dell’adescante pubblicità anestetizzante, mani e cervello sono finite all’ammasso, come i pomodori ammalorati e marciti nelle melmose pozzanghere d’acqua dell’imprevista pioggia.

Una semplice operazione che evoca il passato e getta vivida luce sul futuro per le implicazioni etiche ed ecologiche, che sottende. Da recuperare e rinsaldare assieme a tante altre azioni che trasudano sapienza. Come consapevolmente riscoprono le teorie economiche della decrescita felice di Maurizio Pallante e della bioeconomia di Andrea Strozzi, che affondano le radici nel meglio della cultura mondiale di tutti i tempi.scorcio-di-mercato-3


Fontewww.flickr.com e Domenico Dalba
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Percorso scolastico. Scuola media. Liceo classico. Laurea in storia e filosofia. I primi anni furono difficili perché la mia lingua madre era il dialetto. Poi, pian piano imparai ad avere dimestichezza con l’italiano. Che ho insegnato per quarant’anni. Con passione. Facendo comprendere ai mieli alunni l’importanza del conoscere bene la propria lingua. “Per capire e difendersi”, come diceva don Milani. Attività sociali. Frequenza sociale attiva nella parrocchia. Servizio civile in una bibliotechina di quartiere, in un ospedale psichiatrico, in Germania ed in Africa, nel Burundi, per costruire una scuola. Professione. Ora in pensione, per anni docente di lettere in una scuola media. Tra le mille iniziative mi vengono in mente: Le attività teatrali. L’insegnamento della dizione. La realizzazione di giardini nell’ambito della scuola. Murales tendine dipinte e piante ornamentali in classe. L’applicazione di targhette esplicative a tutti gli alberi dei giardini pubblici della stazione di Barletta. Escursioni nel territorio, un giorno alla settimana. Produzione di compostaggio, con rifiuti organici portati dagli alunni. Uso massivo delle mappe concettuali. Valutazione dei docenti della classe da parte di alunni e genitori. Denuncia alla procura della repubblica per due presidi, inclini ad una gestione privatistica della scuola. Passioni: fotografia, pesca subacquea, nuotate chilometriche, trekking, zappettare, cogliere fichi e distribuirli agli amici, tinteggiare, armeggiare con la cazzuola, giocherellare con i cavi elettrici, coltivare le amicizie, dilettarmi con la penna, partecipare alle iniziative del Movimento 5 stelle. Coniugato. Mia moglie, Angela, mi attribuisce mille difetti. Forse ha ragione. Aspiro ad una vita sinceramente più etica.