“Secondo me vale la pena di fare progetti come questo. Voglio dare ai miei studenti la possibilità di arrivare a sapere che la soluzione è quella di lavorare insieme e di non costruire un recinto o un muro attorno al paese”

Lo European Region Action Scheme for the Mobility of University Students, meglio noto con l’acronimo ERASMUS, è un programma voluto già dal 1987 dall’Unione Europea e finalizzato a favorire la conoscenza degli studenti attraverso la loro mobilità in Europa. Dal 2014, ha leggermente chiamato nome, divenendo “Erasmus +”. Quest’ultimo contempla due tipi differenti di mobilità: la mobilità ai fini di studio (sigla KA1: “modalità individuale a fini di apprendimento”) e la mobilità ai fini di traineeship (sigla KA2: “cooperazione per l’innovazione e per le buone pratiche”).

Di recente, ho avuto modo il privilegio di seguire da vicino lo “studio per tirocinio” (questo il significato di traineeship) degli studenti del Liceo “Nuzzi” di Andria, che sono stati per una settimana in Ungheria, insieme a loro coetanei tedeschi e olandesi, tutti ospiti di studenti ungheresi del Berzsenyi Dániel Gimnázium di Celldömölk.img_9727

Nell’occasione ho potuto intervistare il prof. Werner Müller, coordinatore di questo progetto significativamente denonimato “Spirit of Europe”. L’intervista è avvenuta in inglese: qui il testo originale.

Si presenti, per favore.

Il mio nome è Werner Müller e io sono un insegnante di matematica, fisica, informatica e pedagogia dei media presso il Gymnasium di Wertingen, una scuola secondaria nel sud della Germania. (Http://www.gymnasium-wertingen.de). Negli ultimi anni sto lavorando molto sulla implementazione di e-learning nelle mie lezioni. Lavorare con questi strumenti ti dà la possibilità di collaborare in modo semplice con altre persone in tutto il mondo. E così, utilizzando questi strumenti, sono ripartito con progetti scolastici europei come Comenius e ora Erasmus +. In questo progetto il Gymnasium Wertingen è la scuola coordinatrice e io sono il coordinatore.img_9733

Germania, Olanda, Ungheria, Italia: “Spirit of Europe”, un progetto per studenti e insegnanti provenienti da 4 nazioni differenti. Perché?

A dare ascolto a politici e media, si può dire che l’Europa sembra essere in crisi. Ogni giorno si può leggere su paesi che vogliono lasciare l’UE, sui rifugiati e sui problemi finanziari, sul fatto che i cittadini di un paese devono assumersi la responsabilità finanziaria per gli altri paesi. Alcuni politici ci dicono che la soluzione è di lasciare l’Unione Europea, come ha fatto il Regno Unito. Dicono: se mettiamo tutti gli stranieri fuori, tutto andrà bene nel nostro paese.img_9731

D’altra parte l’UE è, ancora oggi, molto attraente per gli altri paesi che vogliono entrare nell’UE. Allora, dove si trova l’attrattiva dell’Unione Europea?

Questo è il motivo, per cui abbiamo iniziato questo Progetto. Vogliamo dare agli studenti una visione realistica dell’Europa e dell’Unione Europea. Pertanto vogliamo tornare alle radici ed esaminare le intenzioni originarie dell’Unione Europea. La domanda è: perché e come è nata l’Unione Europea? Quali erano gli obiettivi? Perché questi paesi sono entrati nell’Unione Europea? E vogliamo rivolgere la nostra attenzione al futuro. Come si fa a immaginare una Unione europea in futuro? Quali sono le nostre idee e le aspettative?

Ci sembra di vitale importanza in questo contesto che i nostri studenti abbiano la possibilità di conoscere direttamente le opinioni di altri paesi, visitandoli, che vedano le differenze rispetto alle notizia dei media e che mettano in discussione la loro posizione proprio in questo contesto. Per questo abbiamo intenzione di discutere con persone provenienti da l’amministrazione locale, con le persone responsabili di progetti europei e con i membri del Parlamento Europeo.img_9982-18-12-48 Qui gli studenti possono esprimere le loro aspettative a riguardo dell’UE e riceveranno informazioni di prima mano. Inoltre, ci aspettiamo che essi maturino una migliore comprensione dei problemi degli altri e di diventino più aperti e tolleranti. Questo è un punto che consideriamo di grande importanza per il futuro dell’Unione Europea.

Come è nata l’idea di lavorare insieme?

La scuola italiana (il “Nuzzi”, ndr) e tedesca (il Gymnasium di Wertingen, ndr) hanno lavorato insieme in un progetto Comenius sulla vita dei giovani nel mondo digitale. Durante gli incontri, il preside della scuola italiana ha lanciato l’idea di iniziare una nuova progettazione sullo spirito dell’Europa. Poi abbiamo iniziato a cercare nuovi partner, in grado di apportare nuove esperienze al tema della Progetto. La scuola italiana conosceve la scuola olandese per precedenti progetti e la scuola tedesca conosceva quello ungherese. Così abbiamo iniziato questo Progetto con queste quattro scuole.img_0041

Quanti studenti sono coinvolti nel progetto?

Durante il periodo di due anni, in ogni scuola due classi stanno lavorando al progetto, in modo che circa 200 studenti sono coinvolti nel lavoro.

E quanti insegnanti?

Circa 20 insegnanti durante i due anni.img_9958

Qual è l’obiettivo da raggiungere?

Ci sono diversi obiettivi.

In primo luogo si suppone che gli alunni conoscano le finalità dell’idea europea e quindi siano in grado di giudicare da sé quali effetti l’adesione all’Unione Europea ha per il loro paese, la loro regione e per se stessi.img_9964

Inoltre, in questo progetto gli alunni potranno conoscere la grande varietà dell’Europa e della cultura europea e giungere a una grande apertura mentale verso altre idee. Questo può anche portare ad una cittadinanza europea più attiva tra i giovani.

Poi vogliamo creare materiali sugli argomenti, durante il Progetto abbiamo discusso e pubblicato come OER (Open Educational Resources).

Per la collaborazione stiamo usando una virtual room.. Così gli studenti e gli insegnanti avranno una certa esperienza in questo nuovo modo di collaborazione, che potrebbe essere molto importante per loro in futuro.img_9959

Chi finanzia il progetto e quanto costa?

Il Progetto è finanziato dall’Unione Europea e fa parte del programma Erasmus + un programma per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport. Spirit of Europe è un Erasmus+ KA2 – di partenariato strategico solo per le Scuole.

Ogni scuola riceve circa 20.000 € per il lavoro del Progetto. Questo per sostenerlo. Usiamo anche le infrastrutture delle scuole e l’entusiasmo degli insegnanti per avere successo.

Ne vale la pena?

Per me, la risposta è sì. Penso che questo sia un aspetto e un possibilità molto importanti per i nostri studenti per diventare Europei. Se si guarda alla storia europea, più o meno ogni trenta anni abbiamo avuto una guerra. L’Europa era un continente molto conflittuale. Oggi è la prima volta che abbiamo un periodo di 70 anni senza guerre. La più grande possibilità di vivere in pace è quella di arrivare a conoscere le persone provenienti da altri paesi personalmente, per sapere come vivono e come pensano.

E anche se si guardano le politiche di destra in Europa, penso che sia molto importante conoscere il punto di vista in altri paesi su alcuni argomenti specifici. Questo allargherà la propria visione su questi argomenti e magari consentirà di imparare che la soluzione è quella di lavorare insieme e di non costruire un recinto o un muro attorno al paese. Voglio dare ai miei studenti l’opportunità di conoscere questo. E penso che valga la pena di fare ogni sforzo, se siamo in grado di mostrare questo ai nostri studenti.img_9936

Il Progetto dà anche gli insegnanti l’opportunità di avere uno sguardo sul sistema scolastico di altri paesi, in modo che possano avere una visione più approfondita dei vantaggi e degli svantaggi della propria scuola, ed essi possono maturare una nuova esperienza, con le classi virtuali.

A mio parere, vale la pena di fare progetti come questo, perché ci sono un sacco di aspetti che possno essere raggiunti solo con questo tipo di progetti. E così vale la pena di realizzare ogni Progetto Erasmus +.img_0051

Clicca qui per l’intervista in inglese.


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La mia fortuna? Il dono di tanto amore che, senza meriti, ricevo e, in minima parte, provo a restituire. Conscio del limite, certo della mia ignoranza, non sono mai in pace. Vivo tormentato da desideri, sempre e comunque: di imparare, di vedere, di sentire; di viaggiare, di leggere, di esperire. Di gustare. Di stringere. Di abbracciare. Un po’ come Odysseo, più invecchio e più ho sete e fame insaziabili, che mi spingono a correre, consapevole che c’è troppo da scoprire e troppo poco tempo per farlo. Il Tutto mi asseta. Amo la terra di Nessuno: quella che pochi frequentano, quella esplorata dall’eroe di Omero, ma anche di Dante e di Saba. Essere il Direttore di "Odysseo"? Un onore che nemmeno in sogno avrei osato immaginare...