In scena ad Andria, questa sera, venerdì 20 ottobre alle 21, presso il Palasport in corso Germania. Ingresso libero.

Maldafrica: occhi, passioni, emozioni, sentimenti. Mani che si sfiorano, sguardi che si incrociano.

Maldafrica: un laboratorio musicale voluto, prima in forma sperimentale, poi in maniera stabile, dalla Confraternita Misericordia di Andria e dall’associazione culturale New Asincrono. Maldafrica, i destinatari: gli ospiti del Centro di Accoglienza Straordinaria “Buona Speranza” di Andria.

Il centro è attivo, da più di un anno nel cosiddetto “ex mattatoio nuovo” di Andria (in realtà, la struttura non è mai stata impiegata per l’uso progettato) e ospita centinaia di richiedenti asilo, in attesa che la loro richiesta venga processata e, eventualmente, accolta.

Un’attesa che dura mesi. Un’attesa estenuante, che non fa altro che accrescere il mal d’Africa degli ospiti.

Di qui l’idea e la necessità di impiegare questo tempo in attività utili, laboratori inclusi, che facilitino l’integrazione e colmino un vuoto che rischia di crescere ad ogni minuto.

Il laboratorio Maldafrica ha visto la direzione artistica di Saverio Zagaria, ha impegnato i partecipanti per oltre 150 ore di lezione e ha già all’attivo diverse esibizioni che avevano lo scopo di testare e preparare quella finale. Molti i musicisti coinvolti e determinante la collaborazione con il Centro Teatro Danza di Dora Martinelli.

La messa in scena dello spettacolo Maldafrica è prevista per questa sera, venerdì 20 ottobre con ingresso alle ore 20.30 e sipario alle ore 21.00. Grazie al patrocinio del Comune, lo spettacolo si terrà ad Andria, presso il Palasport, in Corso Germania. Ingresso gratuito.

Cinque mesi di attesa, cinque mesi di lavoro: il mal d’Africa si cura così.


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La mia fortuna? Il dono di tanto amore che, senza meriti, ricevo e, in minima parte, provo a restituire. Conscio del limite, certo della mia ignoranza, non sono mai in pace. Vivo tormentato da desideri, sempre e comunque: di imparare, di vedere, di sentire; di viaggiare, di leggere, di esperire. Di gustare. Di stringere. Di abbracciare. Un po’ come Odysseo, più invecchio e più ho sete e fame insaziabili, che mi spingono a correre, consapevole che c’è troppo da scoprire e troppo poco tempo per farlo. Il Tutto mi asseta. Amo la terra di Nessuno: quella che pochi frequentano, quella esplorata dall’eroe di Omero, ma anche di Dante e di Saba. Essere il Direttore di "Odysseo"? Un onore che nemmeno in sogno avrei osato immaginare...