
Pensate di trasferirvi a Londra in cerca di lavoro e fortuna? Magari vi tornerà utile leggere questa intervista: c’è tutto quello che dovete sapere e anche quello che non vi direbbe il web o un’agenzia interinale…
Ammonta a circa mezzo milione il numero dei nostri connazionali residenti nella capitale inglese. Londra, che oggi appare così multietnica e multiculturale, è da sempre stata miraggio di tanti giovani provenienti da tutto il mondo in cerca di un futuro lavorativo stabile. Londra è sinonimo di carriera, di successo, di ambizione, di sogni realizzati e da realizzare.
Antonio Bafunno, giovane ventiseienne pugliese, fa parte di quel mezzo milione di italiani che ha deciso di fare il grande passo trasferendosi nella grande metropoli britannica, in cerca di lavoro. Di seguito, la sua intervista per Odysseo, colma di emozioni, contrasti, mancanze, ma anche consigli utili per chi è prossimo ad intraprendere questa scelta di vita.
Chi era Antonio prima di trasferirsi a Londra?
Prima del trasferimento a Londra, ho lavorato per brevi periodi come geometra, disciplina nella quale mi sono diplomato, presso alcune aziende edili; nei periodi liberi, lavoravo occasionalmente presso alcune sale ricevimenti come cameriere. Ero fidanzato da tre anni con una ragazza che mi sosteneva in tutto e per tutto. Ma qualcosa dentro di me ferveva, non riuscivo a trovare stabilità lavorativa e quindi serenità, ed il pensiero di partire cominciava sempre più a farsi presente nelle mie giornate che trascorrevo ad inviare curriculum invano. Mia sorella minore, anche lei trasferitasi a Londra per lavoro, mi incitava ogni giorno a comprare un biglietto per raggiungerla lì. Non era facile per me abbandonare tutto: famiglia, amici, amore, i miei luoghi. Ma dovevo farlo, per me stesso e per la mia dignità di uomo. Il 3 Marzo 2016 ho lasciato tutto e sono partito.
Perché hai scelto Londra?
Qualcuno sostiene che Londra sia la seconda capitale più bella dopo New York. Non la penso allo stesso modo, ma sicuramente Londra ha il suo fascino. E, oltre a questo: Londra è annoverata tra le “città del successo”. Ed esattamente qui mi trovate d’accordo. L’ho provato sulla mia pelle. A Londra le opportunità sono tante, tantissime, si deve solo scegliere quel che si vuol fare. Dopo cinque giorni avevo già il mio primo colloquio presso il ristorante dove tutt’oggi lavoro.
Com’era il tuo livello d’inglese prima di partire?
Il mio livello d’inglese? Drastico. Davvero. Per fortuna, per un altro progetto lavorativo a Panama (non più andato in porto) avevo iniziato a frequentare alcune lezioni private con un’insegnante della mia città che mi aiutò ad imparare le basi dell’inglese, come se stessi imparando una nuova lingua: da zero. Quando sono partito, dopo tre mesi di lezione, mi sentivo pronto per affrontare dei discorsi in lingua. Ma così non fu: non ero assolutamente pronto, il mio grado di listening era pessimo, nei primi mesi di lavoro riuscivo a formulare qualche frase per rapportarmi al di fuori, ma non capivo quel che mi veniva detto. Spronato dalla mia manager, che costantemente mi urlava “We are in London! You must speak English!”, mi sono iscritto ad un college vicino Oxford Circus, dove ho letteralmente fatto progressi. Adesso riesco a parlare in modo abbastanza fluente e a “stare al passo”, in un discorso. Ma sono onesto: dopo quasi un anno, I’m still learning! Sto ancora imparando tante cose.
Dicevi che è stato facile trovare lavoro…
Lo ripeto, trovare lavoro a Londra non è affatto difficile. L’importante è redigere un curriculum vitae in inglese. Dopodiché, ci son tre modi per trovare lavoro: il primo è quello di prendersi una settimana libera non appena si arriva qui. Girare, girare e girare, non nelle vesti di un turista, ma nelle vesti di un futuro residente di Londra. Capire quali sono i ritmi, lo stile di vita, le abitudini, gli orari, come funziona la metropolitana, insomma ambientarsi. Individuare quali sono le attività dove lasciare il proprio curriculum e presentarsi di persona. Il secondo modo è quello di considerare l’agenzia interinale. Molte agenzie indirizzano il candidato dove più opportuno, a seconda del suo livello d’inglese. Ed il lavoro arriva in due, massimo tre giorni, al prezzo di una piccola commissione da parte dell’agenzia. Ultima, e comunque efficacissima, soluzione è quella del web: basta caricare il proprio curriculum online, nei siti delle aziende che cercano personale. E la chiamata, fidatevi che arriva. In qualche giorno.
Cosa serve, per iniziare a lavorare?
Sono essenziali due elementi. Innanzitutto aprirsi un conto in una banca inglese. È semplice: basta presentare un documento d’identità, e nel giro di mezz’ora è fatta. Si può fare anche qualche giorno dopo aver trovato lavoro. Altro passo importante è il NIN, ossia l’International Insurance Number. È una sorta di carta d’identità personale, utile ai fini previdenziali oltre che per le spese mediche.
Quali sono i pro e i contro di Londra?
Londra: sei lettere che nascondono un immenso. Londra è bella, è una grande città, c’è di tutto, trovi tutto quel che vuoi nel vero senso della parola. Non manca NULLA. Ma soprattutto hai un lavoro fisso, che è già tanto, e non esiste il lavoro a nero, grazie al NIN. E puoi permetterti di ambire a diventare un gigante. Sì, è proprio così. Parti da essere piccolo piccolo, poi pian piano sviluppi le tue conoscenze linguistiche, e puoi andare davvero dove vuoi. Le opportunità lavorative ti si aprono come portoni, ti accolgono, ce n’è di tutti i colori, basta solo ambizione e determinazione. Basta questo. Sei lettere che nascondono anche l’amaro di una città troppo grande ed urbanisticamente fitta, sviluppata, e quindi frettolosa, iperattiva, che corre per abbattere i tempi della distanza chilometrica. Ma anche molto cara. Esatto, la vita costa, anche se gli stipendi sono rapportati al suo tenore. Insomma trasferirsi qui significa far quadrare i conti a fine mese, perché davvero è tutto molto caro: affitto, generi alimentari, trasporti, divertimenti. Tutto. Difatti a volte preferisco trascorrere serate in casa di amici, dedicarmi allo studio o andare in palestra, anziché uscire tutti i giorni. E poi gli inglesi non sono chiacchieroni: sono abbastanza riservati, essenziali, sfuggenti. Insomma a volte sembra di vivere in una città così rumorosa quanto altamente affetta da silenzio assordante. Bisogna fare i conti con la mancanza degli affetti, del calore, dell’accoglienza, dell’amore e della serenità della gente che qui stenta ad esserci. E del Sole.
Cosa consiglieresti agli italiani che vogliono fare la tua esperienza?
Il mio consiglio è solo uno: caricarsi di spirito di avventura, determinazione e soprattutto, pazienza. Pazienza, perché il brusco passaggio da uno stile di vita quieto e tranquillo ad uno completamente opposto si fa da subito sentire, ed è quasi traumatico: bisogna avere la pazienza di adattarsi. Darsi tempo. Non fatevi spaventare dalla mancanza che potrete sentire, basta avere dei porti sicuri dove approdare quando si ritorna in patria. Tutto quello che mi spaventava si è affievolito quando sono tornato in Italia, ed ho appurato che i miei punti di riferimento erano ancora lì, nonostante migliaia di chilometri di distanza, pronti ad abbracciarmi e ad accogliermi come hanno sempre fatto, felici e curiosi della mia nuova vita. Per questo mi sento di ringraziare la mia famiglia, ed i miei amici: comunque, e SEMPRE presenti.
Per ulteriori informazioni, consiglio di visitare il sito www.italianialondra.com che mi è stato molto utile.