Don DeLillo legge Antonioni. Niente foto, né video, solo emozioni

L’incontro con un gigante della letteratura contemporanea inizia con una regola: niente foto, né video.

Don DeLillo non concede molte interviste, non partecipa di frequente agli incontri con il pubblico, motivo per il quale questa conversazione alla Festa del Cinema ha qualcosa di unico – e per questo bisogna ringraziare il direttore della Festa Antonio Monda, che è riuscito a portare questo quasi Premio Nobel tra la gente, in un contesto diverso da quello letterario.

In piedi, al leggio, lo scrittore legge un suo saggio su Deserto Rosso di Michelangelo Antonioni. Scrive del senso e degli eccessi intenzionali dei colori nei film di Antonioni, quasi più partecipanti dei personaggi, dei dialoghi.

“La letteratura è influenzata più dalle immagini che dalle parole. Non sarei lo stesso scrittore senza la forza di alcune immagini del cinema che mi ha influenzato, sarei diverso. Il mio modo di scrivere prende forma a partire dai film europei, da Antonioni, da Fellini, e da Kurosawa. I libri sono un altro mondo, e il cinema non li mette in pericolo. Gli scrittori continuano a scrivere, e i registi a fare film.” Mentre il cinema è più in pericolo, subisce continuamente dalle nuove forme, la letteratura vive al giorno d’oggi il paradosso del troppo breve o del troppo lungo: ma non sono cambiamenti sofferti, sono semplice evoluzione.

DeLillo e Monda continuano la loro conversazione parlando del connubio tra bellezza e violenza, al cinema come in letteratura. Le immagini crudeli – anche di alcuni film citati dallo scrittore: Bonnie & Clyde, La rabbia giovane, Il padrino, Il mucchio selvaggio – hanno una loro particolare bellezza, una potenza che impedisce di voltare lo sguardo, alle quali non si può resistere. La violenza, rappresentata in maniera amorale, senza giudizio, lascia lo spettatore – o il lettore – turbato e affascinato al contempo.

Ma le emozioni sono rese meglio al cinema o su carta? La risposta di DeLillo sorprende: “La letteratura può essere piatta: alla fine si tratta di parole sulla pagina. Le immagini hanno una forza vitale. Il cinema è spettacolo anche quando niente succede.”