In scena la performance del gruppo fuse* alla sua VI replica

Chi dice che la tecnologia non possa generare emozioni?

Chi dice che la tecnologia non possa tradurre sensazioni?Il gruppo fuse* accetta la sfida e vince la scommessa con la performance Ljòs, ieri sul palco del Festival Castel dei Mondi con la sua VI replica in due giorni.dsc_0002_1

Un racconto fisico in cui interagiscono linguaggi diversi: luce, suono e movimento si fondono e diventano una proiezione dell’uomo al di fuori del corpo grazie alla sperimentazione di nuove possibilità espressive.

Il progetto nasce dalla volontà della compagnia fuse*  di esplorare la visual art con un corpo in sospensione, avvalendosi della tecnologia per portare lo spettatore in una dimensione cosmica, straniante e atemporale.

“Il punto di partenza è una mappatura delle costellazioni reali trasformata e portata nel visual – spiega Matteo Mestucci, uno dei responsabili della parte tecnica – È un lavoro live: utilizziamo una telecamera a infrarossi per registrare i movimenti della danzatrice e con un software generiamo e modifichiamo le grafiche al momento”. dsc_0004_1

Un linguaggio nuovo, poliedrico e lontano dall’univocità di interpretazioni. “È nostra premura non condizionare la visione di pubblico perché vogliamo dare ad ognuno la libertà di vivere il proprio viaggio emotivo – racconta la danzatrice e coreografa Elena Annovi – Se mi chiedete di esprimere il mio sentire… Beh, per me è la rappresentazione dell’ingresso dell’umanità nell’universo: arriviamo da non si sa dove e, dopo essere stati cullati per tanto tempo dal liquido amniotico, ci ritroviamo in una situazione terrena che con la sua gravità cambia completamente le nostre percezioni. Questa tecnologia ha dato la possibilità al mio corpo di rivivere quello che accade alle piccole creature quando vengono al mondo. Ljòs, infatti, significa luce”.

La performance è salita sul palco dello Scopitone (festival di arte digitale) a Nantes e sarà prossimamente a Roma, a San Francisco, in Corea e nuovamente in Francia. “Siamo spesso e volentieri all’estero ma molto felici quando ci capita di essere in Italia e dunque qui, sul palco del Festival”.