Quando avrò un figlio, vorrei saperlo proteggere dagli errori che ho fatto io, dirgli:

«Figlio mio, sii sempre integerrimo, ma impara a far valere la giustizia con parole dolci.
Non mollare mai, ma accogli la sconfitta come punto di partenza.
Pensa a ciò che non sai fare come nuovo obbiettivo, ma abbracciati per tutte le cose che già sai e che apprenderai.

Coltiva le persone come preziosi boccioli di fiori pregiati, ma non lasciare che l’amore per gli altri logori quello per te stesso.
Studia, e fa in modo che la fortuna sia l’incontro fra l’occasione e la preparazione.
Abbi tanta empatia, ma non soccombere sotto il peso delle emozioni.

Stringi forte la gentilezza, ma non farti mettere i piedi in testa da nessuno.
Ascolta la tua mamma, e apprendi tutto ciò che puoi dagli errori degli altri, poi fanne di tuoi, per avere più terra camminata, e rivedere posti con la serenità di chi ha affrontato più mostri possibili e ci sa camminare a braccetto senza sentirsi minacciato.

Valuta il giudizio degli altri per quello che è, perché rispetto a quello che tu hai per te stesso è nullo. Ma non essere troppo autocritico perché questo non ti aiuta.
E sappi che la tua mamma ti trova comunque perfetto, perché sei frutto di splendide tempeste, dove poi è sopraggiunto il sole».


Articolo precedenteIl servizio televisivo pubblico e l’ora di inglese
Articolo successivoLa lotta all’apartheid dello Zulu Bianco, Johnny Clegg
Sono Virginia Di Vivo, una ragazza come tante altre. Mi piace lo sport. Da quando ho 4 anni gioco a calcio, ma ho ottenuto le mie soddisfazioni anche nel judo dove ho conquistato la cintura nera prima di rompermi le clavicole. Ho tanti interessi, per esempio suono il pianoforte, mi piace molto l’arte e la letteratura e sono innamorata della Medicina. Ho molto da studiare. Ho 26 anni, vivo a Parma, che sento come la mia città, ma sono nata in un piccolo paese in provincia di Napoli, da genitori napoletani. Tutto ciò che sono è frutto del loro lavoro e un giorno vorrei dare loro indietro tutto ciò che loro hanno dato a me. Ho un motto, che mi ha insegnato il mio migliore amico, recita: “Studio tutto il giorno, per avere tutto, un giorno”. Sono molto innamorata dell’amore (sempre “colpa” dei miei), non ho ancora mai capito se preferisco la razionalità o la filosofia. Mi piacciono le persone e cerco sempre di giustificare tutti, andando alla ricerca del perché delle cose, mi aiuta molto la logica, anche se a volte può essere limitante, però è una zona di comfort alla quale non voglio rinunciare. Questo non esclude che a volte io decida di non usarla e dedicarmi all’empatia e all’istinto, che penso siano altrettanto irrinunciabili. Spero un giorno di riuscire a metterli nel mio lavoro. Dalla seconda elementare, come mi racconta sempre mia madre, dico di voler fare “il medico del cuore”, che nel corso degli anni si è meglio definito nella figura del cardiochirurgo. Da un annetto a questa parte sono indirizzata verso la cardiochirurgia pediatrica, che a mio avviso è più interessante dal punto di vista clinico e si sposa abbastanza bene con la mia attitudine. Adoro il profumo dei libri, le camminate in montagna, il silenzio dei musei, il mio fratellone e il mio cane e dico solo queste cose perché non penso sia opportuno andare ad elenchi puntati quando si parla di ciò che si ama e in questo contesto non ci si può dilungare in descrizioni poetiche. Non saprei bene cos’altro dire di me, anche perché ci sono giorni in cui scopro cose nuove che manco sapevo!