Quando avrò un figlio, vorrei saperlo proteggere dagli errori che ho fatto io, dirgli:
«Figlio mio, sii sempre integerrimo, ma impara a far valere la giustizia con parole dolci.
Non mollare mai, ma accogli la sconfitta come punto di partenza.
Pensa a ciò che non sai fare come nuovo obbiettivo, ma abbracciati per tutte le cose che già sai e che apprenderai.
Coltiva le persone come preziosi boccioli di fiori pregiati, ma non lasciare che l’amore per gli altri logori quello per te stesso.
Studia, e fa in modo che la fortuna sia l’incontro fra l’occasione e la preparazione.
Abbi tanta empatia, ma non soccombere sotto il peso delle emozioni.
Stringi forte la gentilezza, ma non farti mettere i piedi in testa da nessuno.
Ascolta la tua mamma, e apprendi tutto ciò che puoi dagli errori degli altri, poi fanne di tuoi, per avere più terra camminata, e rivedere posti con la serenità di chi ha affrontato più mostri possibili e ci sa camminare a braccetto senza sentirsi minacciato.
Valuta il giudizio degli altri per quello che è, perché rispetto a quello che tu hai per te stesso è nullo. Ma non essere troppo autocritico perché questo non ti aiuta.
E sappi che la tua mamma ti trova comunque perfetto, perché sei frutto di splendide tempeste, dove poi è sopraggiunto il sole».