
Di Maio, Di Battista e Casalino se la prendono coi giornali: ma il loro nemico è Salvini che se li sta cucinando a fuoco lento…
Caro Direttore,
l’ultimo sguaiato attacco di Di Maio e Di Battista ai giornali sembra l’appello disperato di mosche prigioniere nella bottiglia. L’episodio è risibile, a ben vedere: la sindaca di Roma, Virginia Raggi, viene processata e assolta, come può succedere e succede. La Procura, che l’ha inquisita e rinviata a giudizio, ha avuto torto, almeno nel primo grado di giudizio. I giornali hanno raccontato la vicenda, in maniera più o meno obiettiva, più o meno complice, poi hanno preso atto della decisione della Corte. Troppo rumore? Bè, forse il personaggio lo meritava, parlandosi del sindaco di Roma, non dell’impiegato delle poste. Io, personalmente, sono stato contento della sentenza, perchè ritengo che un sindaco debba essere giudicato dai cittadini per quello che fa o non fa. Se la Raggi fosse caduta per mano della Corte, staremmo qui a preparare le elezioni di Roma, e l’unico contento sarebbe Salvini, il ministro-alleato di Di Maio, pronto alla marcia su Roma, intesa come amministrazione comunale.
La Raggi sta malgovernando, la città se n’è accorta da un pezzo, le conseguenze sul M5S saranno devastanti, e i grillini lo sanno. Allora, sempre i grillini, dovendo decidere se la Raggi funziona e se Salvini è un pericolo per loro, se la prendono con i giornali. Il potere, questi atteggiamenti li ha sempre avuti, ma chi ha attaccato frontalmente i giornali sono stati i fascisti e i comunisti di Mosca, non le democrazie liberali dell’Occidente, salvo l’inversione di tendenza di Trump in America, che fa il verso in peggio al suo amico Putin, continuatore del regime del Kgb.
Ora, che Di Maio faccia il verso a Trump è piuttosto comico, manco il miglior Totò ci avrebbe pensato. Ma la comicità truculenta di Di Maio ha a che fare con la disperazione, come quando ti sale l’acqua alla gola e non sai nuotare. È esattamente la situazione dei grillini oggi. La rivoluzione del popolo e le manovre affini sono ferme al palo di patenza. Dopo sei mesi di governo continuano gli annunci, gli allarmi dei mercati, i rimbrotti dell’Europa e la crescita di Salvini, il quale sta contemporaneamente con i grillini e contro i grillini, perchè il Nord non sopporta la decrescita e il pauperismo e il Truce lo sa.
Avete notato che reddito di cittadinanza, prescrizione e altre amenità varie continuano a slittare al tempo di mai? Avete notato che le leggi passate fino ad ora sono la bufala della sicurezza e basta? Allora avrete anche notato che i “mostri” Ilva e Tap si fanno, e che i “mostri” Tav, Pedemontana, Gronda e altri si faranno con l’appoggio della Lega, anzi per volontà della Lega. Avrete notato pure che a Torino hanno sfilato in 30mila per la Tav e a Roma 20mila contro la Raggi. Come a dire che il grillismo frinisce, ma è con le spalle al muro. Dunque…
Dunque, Di Maio, Di Battista e quel campione delle fake che è Casalino se la prendono con i giornali. Mosche in bottiglia che continuano a sbattere contro le pareti e che hanno bisogno di un nemico. Il loro nemico non è quello che raccontano – cioè il Pd e Berlusconi – il loro nemico è Salvini che se li sta cucinando a fuoco lento, e che nel frattempo rosola anhe Berlusconi per fare il partito unico della destra. La fine delle mosche grilline sarà un partito clientelare e assistenzialista al Sud. Allora ridatemi il mio amico Ciriaco De Mita, in attesa che la sinistra di questo Paese ritrovi la strada del futuro.