La testimonianza di un sopruso, un’esperienza da tramandare da donna a donna, lo scontro generazionale che diventa sostegno e solidarietà, per non essere più vittime di uomini violenti e possessivi. “Volevo Solo Amore” è un romanzo scritto a quattro mani da Anna Ieva e Anna Grieco (quest’ultima, editrice). Omnia vincit  Amor, una rinascita, il catartico riscatto sociale che unirà, per sempre, la vita delle protagoniste Claudia e Marika. Abbiamo chiesto all’autrice Anna Ieva di parlarcene.

Ciao, Anna. Quanto le cicatrici di Claudia hanno influenzato le sue scelte lavorative e sociali?
La violenza  contro le donne è una delle più gravi violazioni dei diritti umani. Nello specifico del romanzo “Volevo solo amore” la vittima ha solo 12 anni. Claudia porterà sempre dentro di sé le cicatrici che nonostante tutto le permetteranno di riscattare la sua persona nell’ambito lavorativo. Al contrario, il suo dolore rende più difficile il rapporto con un uomo, poiché la paura, l’odio e il risentimento sono difficili da metabolizzare.

L’incontro con Marika è stato accolto dalla protagonista come riscatto personale?
L’incontro con Marika permetterà a Claudia di non restare indifferente : lotterà per la bambina che è stata e alla quale hanno crudelmente strappato l’innocenza e per quella ragazza che ha conquistato un posto speciale nel suo cuore.

La funzione catartica dell’Amore può salvare le donne dall’atavica condizione di emarginazione a cui, ancora spesso, sono costrette a sottostare?
In “Volevo solo amore” viene celebrata la forza di questo sentimento e cioè l’amore che è in grado di superare qualsiasi ostacolo e difficoltà. Grazie alla forza delle donne si può uscire da una condizione di emarginazione e di inferiorità  a cui purtroppo, ancora oggi siamo spettatori.

A chi dedichi il romanzo?
Il romanzo lo dedico a tutte le donne che riescono a ribellarsi; un inno alla forza delle donne. Lo dedico a tutti coloro che hanno voglia di fermarsi a riflettere; ogni persona ha un proprio personale modo di affrontare il dolore, non esiste uno migliore dell’altro. Bisogna trovare il coraggio di farci i conti anche se spaventa e fa male.

Progetti futuri?
Sono in fase ultima del mio secondo romanzo. Spero di terminarlo in primavera, perché scrivere per me è necessario come l’aria che respiro; è uscire dalla quotidianità ed entrare in un mondo parallelo, scrivere, volendo, è una terapia. Concludo dicendo: SIAMO DONNE non siamo arrivate in questo mondo per essere maltrattate.