Il coronavirus visto dalla Germania: a tu per tu con il professor Christian Aigner, docente di italiano, latino e francese nel Gymnasium di Wertingen (Baviera)

Professor Christian, ci racconta l’emergenza coronavirus vista dalla Germania?

Il coronavirus è una grande catastrofe. Credo che in Germania ci siano più o meno gli stessi problemi che in molti altri Paesi del mondo: molti malati, restrizioni, paura, ecc. Anche noi dobbiamo restare a casa, le scuole sono chiuse come anche molte altre istituzioni pubbliche, negozi, ristoranti… Il consenso per quanto riguarda il confinamento è molto grande, ma ce ne sono alcuni che si comportano in modo irragionevole (accaparrano per esempio la carta igienica, la farina e il lievito – non capisco perché…) o diffondono fake news. Però la maggioranza è veramente ragionevole e rispetta le regole. Naturalmente è triste dovere restare a casa e non poter più incontrare la propria famiglia, ma penso che i tedeschi abbiano capito che è molto importante essere disciplinati per superare la pandemia. Spero che la solidarietà vissuta in questo periodo di crisi continui anche dopo.

Ci sono state molte polemiche circa la solitudine in cui è stata lasciata l’Italia in modo particolare dal paese più ricco di Europa che è la Germania.

Onestamente sono molto sorpreso per quanto riguarda le polemiche in Italia contro la Germania. Certamente non posso completamente giudicare tutti i rimproveri (anche perché qui nei media non se ne parla molto), ma non credo che si possa dire che la Germania abbia piantato in asso l’Italia o altri Paesi. Questa situazione è molto difficile e durante le ultime settimane il governo tedesco si è concentrato sulla Germania perché anche da noi la situazione è molto grave. Ho letto che pazienti italiani e anche francesi sono stati ricoverati in ospedali tedeschi. Cioè c’è la volontà di aiutare gli altri paesi – anche dal lato finanziario –, ma richiede tempo. La Germania è uno stato federale. Ci sono quindi non solo il governo nazionale, ma sedici governi regionali – quelli dei Länder – che hanno anche un grande potere. Benché siamo tutti tedeschi è spesso molto importante metterci tutti d’accordo. Trovare una soluzione non burocratica per aiutare in modo giusto tutti i paesi europei mi sembra molto difficile, perfino impossibile – ma non perché i tedeschi non vogliono o sono “cattivi”. La democrazia è lenta – soprattutto sul livello europeo. Ciò nondimeno sono sicuro che ci saranno presto aiuti da parte dell’Unione Europea e della Germania.

Tedeschi e italiani torneranno ad abbracciarsi?

Certo! Amiamo l’Italia e gli Italiani. In Europa dobbiamo restare uniti, soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo attuale nel mondo: ci sono troppe tendenze nazionalistiche (per esempio negli Stati Uniti). Sfortunatamente in questi giorni, l’Unione Europea non è più una vera unione. Perché abbiamo chiuso le frontiere? Dobbiamo in ogni caso trarre un insegnamento da questa situazione per meglio cooperare in futuro.

Un proverbio tedesco recita “la via è la meta”: ce lo spiega?

“La via è la meta” vuol dire che uno è già arrivato alla meta quando ha cominciato: per allenarsi non è necessario finire la maratona ma cominciare a correre. E per diventare una vera unione europea non è necessario creare un solo governo europeo, ma capire che siamo tutti europei e dobbiamo essere uniti.

Christian, il coronavirus potrebbe anche essere una chance?

Sì, sono sicuro che il coronavirus sia una chance per noi. L’umanità si sta evolvendo e spero che capiremo che la ricerca del profitto o l’egocentrismo non sono valori desiderabili. La solidarietà per esempio è molto più importante. Forse la pandemia sarà anche una chance per il clima. Siccome molti sono forzati a usare mezzi digitali per comunicare non viaggeranno più intorno al mondo per un meeting.