Perché sei un essere speciale…

Caro Franco,

oggi più che mai la tua cura ha un senso ed è l’eredità che lasci a noi tutti che ti abbiamo amato e sostenuto.

Quella “cura” che mi ha fatto capire negli anni che l’amore è davvero qualcosa di straordinario quando si fa protezione, quando solleva il cuore dai bui, quando “nonostante i fallimenti” resta uno spazio in cui la luce non si spegne ma si rafforza.

È la specialità dell’essere che alimenta i fiori bianchi della tenerezza e che rende i sogni più veloci delle aquile.

T’immagino così, adesso, come un’aquila che spiega le grandi ali nelle alte quote di Dio dove il silenzio e la pazienza conducono a un’intimità difficilmente descrivibile a parole.

In ogni tua canzone ci hai donato una cultura della vita ch’era profonda filosofia, ch’era ontologia, ch’era essenza, ch’era allineamento in un orizzonte in cui la prossimità era gesto, musica, arte, tentativo di superamento della malinconia.

E gira tutto intorno alla stanza mentre oggi, ahimè, non si danza, non si danza, un po’ continenti alla deriva, un po’ rannicchiati ancora nel tuo parlarci dell’amore che si fa in mezzo agli uomini.

Oggi potremmo tutti cantare “Keep your feelings in memory” perché nel mare della simulazione le vibrazioni di un tempo forte, di un tempo intenso non si possono dimenticare.

Telescopi giganti le stelle per seguirti adesso, specialmente di sera, quando le avanguardie dei pensieri sono contatti nello spazio dopo la tempesta.

Il tempo passerà ma non ci scoraggerà perché la tua delicata attenzione ha fatto vibrare in noi l’infinito e ci ha raccontato che è nell’intesa degli sguardi che tutto obbedisce all’amore e ci difende dalle forze contrarie.

Quante volte hai sussurrato che non va sprecato il tempo che ci rimane!

Quante volte ti sei sentito l’ombra della luce!

Oggi sei luce nell’ombra, stanne pur certo!

Questa rinnovata quiete per te mi fa pensare ad una festa in cui l’ospite speciale sei proprio tu con i lievi aneliti del tuo cuore in un paese che ti somiglia tanto perché lì i cieli non sono mai annebbiati.

Lasciaci il tuo incanto e aiutati a comprendere il linguaggio dei profumi che le cose hanno: non c’è un confine per i desideri e  deve vincere la volontà di esaudirli.

Un giorno senza tramonto
Le voci si faranno presenze

Sai, sai, sai, dire addio
Ai, ai, ai giorni felici?

Nel fondo dell’ombra sentiremo ancora spuntare la tua voce come un canto sublime di verità in un giardino di emozioni che continuerà a fiorire.

Ancora grazie, Franco!

Buon volo!


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Angela Aniello è nata a Bitonto nel 1973, si è laureata in Lettere classiche e dal 1998 insegna nella scuola secondaria di primo grado. Da tempo si dedica alla scrittura come vocazione dell’anima. Ha pubblicato nel 1997 il racconto “Un figlio diverso” edito da Arti Grafiche Savarese e, nel 2005, ha pubblicato anche una raccolta di poesie dal titolo “Piccoli sussurri” edito da Editrice Internazionale Libro Italiano. Ha vinto il concorso nazionale Don Tonino Bello nel 1997 e nel 2004, ha conquistato il secondo premio a un certamen di poesia latina, Premio Catullo ad Acerra (Na) e nel febbraio del 2006 è arrivata il suo quarto premio al concorso di poesia d’amore Arden Borghi Santucci. Quest’anno (precisamente a giugno 2018) ha vinto il terzo premio di poesia e il primo premio per il racconto “Anche la paura puzza” al Concorso “La Battaglia in versi”.