
Damiano Landriccia, blogger, autore teatrale, recensore cinematografico per Quarto Potere, firma di Odysseo e autore del corto teatrale “La testa è rotta”, liberamente ispirato alle avventure di don Chisciotte della Mancia e Sancho Panza. Insomma: un appassionato di scrittura!
Damiano, cosa vuol dire per te scrivere?
Io scrivo per condividere. Per emozionare così come altri, che scrivono, emozionano me.
Perché le parole o vanno al cuore e all’anima o vanno ad affogare tra le tante che si dicono e si ascoltano.
Scrivo, lo confesso, perché in ogni personaggio ci sono io, mi psicanalizzo.
Dunque, sei tu don Chisciotte?
Don Chisciotte è tutti noi. Combatte per amore perché l’amore non basta mai. Perché l’amore rende insicuri, magari un po’ folli, sia che ci sia, sia che non ci sia.
Il mio Don Chisciotte è un uomo rinchiuso in una di quelle strutture per disagiati psichici.
E trovandosi in quella condizione, o non accetta la realtà o l’ha accettata sino ad esasperare.
Perché dovremmo vedere in scena il tuo testo teatrale sull’eroe dei mulini a vento?
Perché gli autori emergenti come me sono condannati alla solitudine delle voci che hanno creato, scritto.
Perché io, come autore, non posso permettermi di rappresentare i miei testi in un teatro, costa denaro e anima. Devo andare “altrove“, dove ci sono pochi invitati.
E perché non dovremmo vederlo?
È un corto teatrale. Dura meno di 10 minuti. Non vale il prezzo di un biglietto.
Ieri sei andato in scena ad Andria, nel cantiere culturale #MateriaPrima. Dove potremmo vedere “La testa è rotta” la prossima volta?
Spero in un luogo pieno di amici e di gente che ha sete e fame, che non abbia pranzato con la solita noia del già visto o sentito.