
Quasi si trattasse di inviare curricola
Mi rendo sempre più conto di quanto spasmodica sia la ricerca d’Amore nelle persone.
Ma l’Amore genera superbia.
Siamo così superbi che prima preghiamo Dio di risolvere i nostri problemi di cuore (e non), poi, se si risolvono, ci vantiamo credendo sia tutto merito nostro.
Mi ritrovo, quotidianamente, di fronte ad amici e amiche desiderose di incappare nell’anima gemella.
Una ricerca, dicevamo. Si cerca l’Amore come se si stesse cercando un lavoro. Qualcosa, cioè, senza cui è impossibile vivere.
“Sto inviando curricula a tutti. Prima o poi qualcuno risponderà. Ho bisogno di uno stipendio fisso. Devo avere la certezza di arrivare a fine mese.”
Ecco, sembrano essere queste le stesse motivazioni che muovono lo spirito dell’aspirante innamorato.
Ora, la mia esperienza sull’Amore è praticamente pari a zero, ma sono quasi sicuro di leggere, fra le righe di questa indefessa volontà, la fottuta paura di restare soli.
Già, la solitudine. Il motore che genera ansie e fraintendimenti, che ci snatura, ci fa tradire, ci costringe a stare con qualcuno anche se, effettivamente, pensiamo a qualcun altro.
Mente e Cuore sono contenitori da riempire di buoni sentimenti solo dopo averli svuotati da fallaci pretese, inutili convinzioni ed effimere speranze di non essere delusi.