Il dato di cui prendere atto è incontrovertibile: ad Andria si sta producendo tantissima musica inedita.

C’era una volta, da qualche parte nel Sud dell’Italia, un paesone di provincia in cui un sacco di gente aveva deciso di mettersi a scrivere canzoni. Potrebbe cominciare così, a mo’ di favola, il racconto di quello che da qualche tempo sta avvenendo nella scena musicale giovanile andriese. E se parlare di favola può sembrare esagerato, parlare di stato di grazia sicuramente non lo è.

Andria per la verità è sempre stata piena di band e cantautori dall’alterna fortuna. In percentuale forse anche in numero superiore rispetto ad altre città della stessa grandezza. Certo raramente tali esperienze musicali sono poi riuscite ad andare oltre l’ambito locale, anche per evidenti limiti artistici di quelle stesse esperienze, ma in questo articolo non si vuole parlare dei conseguimenti, si vuole parlare dei tentativi.

Si diceva allora che Andria  è sempre stata terreno fertile per i più diversi progetti musicali, eppure via via negli anni anch’essa è stata colpita da quella malattia senile della musica che sono le cover band. Per carità, so tutto. I locali ti fanno suonare solo se fai cover, ci sono cover band di fronte alle quali puoi solo toglierti il cappello, anche rifare pezzi di altri è un’arte. Ma è innegabile che per un gruppo o un cantautore la sfida più grossa resti quella di proporre musica propria, il fare musica nel senso di scriverne di nuova.

Ed è questo che molti giovani musicisti andriesi si sono messi a fare. Alcuni hanno smesso di suonare cover per concentrarsi sulla produzione propria, altri hanno dato vita a progetti paralleli percorrendo entrambi i percorsi. Qualunque sia stata la modalità scelta, il dato di cui prendere atto è incontrovertibile: ad Andria si sta producendo tantissima musica inedita.

Una delle proposte più compiute è sicuramente quella del cantautore Gerardo Tango, andriese d’adozione, in uscita a gennaio con il suo nuovo lavoro: “Il vento è forte qui… si vola meglio”. Tango, abilissimo musicista e raffinato autore, è al suo secondo disco in studio, reduce da mesi passati sui palchi di mezza Italia, tanti concorsi tentati, diversi premi vinti. Un disco all’attivo anche per i Misga: “Micamicapisci”. Recentemente usciti con un nuovo singolo – “Scontrare la morale” – i Misga si caratterizzano per un pop-rock efficace e diretto, nonché per un intensissima attività live che li ha portati ad esibirsi anche fuori dai confini nazionali.

Alla loro prima esperienza in studio invece sono gli Ovest di Tahiti e i Bariche. I primi prendono il nome da un verso di “Sulla rotta di Colombo”, misconosciuta canzone di Lucio Dalla, questo già da l’idea dell’immaginario a cui si rifanno. Sono 4, talentuosissimi, e da ottobre lavorano al loro disco d’esordio. I Bariche sono invece 3, 2 chitarre e un violino. Per anni hanno suonato manouche prima di cimentarsi con gli inediti. Hanno appena finito di registrare il loro primo EP che esce a inizi dicembre e che presenteranno live un po’ in tutta la Puglia.

Ancora i Brauns, band crossover, artefici di un EP autoprodotto, molto attivi fra concorsi e contest con buoni posizionamenti. I Kenaz, trio soul-r&b di recente formazione, impegnato nella stesura di un repertorio originale. Supramonte, giovane cantautore vicino alla scena indie, con un singolo pubblicato alle spalle, al momento a lavoro su nuovi pezzi inediti. I Nuggets, classico quartetto rock’n’roll, concentrati sul loro primo EP in uscita il prossimo anno.

Un capitolo a parte lo meriterebbe la scena hip hop. Una scena vivacissima, come del resto lo è in tutta Italia. Ad Andria è attivo il duo Alyen & Bimbo, Reso mc, Turbo mc e infine Dorian, alle prese con la sponsorizzazione del suo primo disco da poco pubblicato “Viaggio al centro della testa”.

Che fare di fronte a tanto fermento allora? La risposta è abbastanza semplice e quantomeno intuitiva: farli suonare. La consapevolezza deve essere che difficilmente tali fenomeni, purtroppo o per fortuna, possono essere dominati. Non resta allora che mantenere quel fermento vivo, non essergli d’impaccio.

A questo proposito sarebbe bastato ad esempio gestire meglio, così da farlo durare, quel momento di fioritura del suo centro storico che Andria ha vissuto fino a due anni fa. Sarebbe bastato far rispettare orari (ragionevoli) e decibel (ragionevoli) ai locali che facevano serate musicali (non che molti non lo facessero già di propria sponte), e far capire a residenti troppo zelanti che quella vitalità era utile alla città intera. Si potrebbe provare a farlo adesso, magari non tutto è perduto.

Si poteva evitare di lasciar morire esperienze come quelle del “Murgia Wave”. Come si potrebbe riprendere a organizzare un contest di musica giovane, non è risolutivo ma aiuta. Si potrebbe far brillare il potenziale di certi luoghi che pure in città ci sono e che restano sottoutilizzati.

A parte quello che possono fare gli altri, resta poi quello che possiamo fare noi fruitori. Potremmo provare a tenere sempre ben presente che questi artisti, o aspiranti tali, quasi mai guadagnano da quello che fanno, bene che vada sbarcano il lunario. La motivazione nel continuare o meno la trovano allora nella risposta del pubblico che hanno davanti. Ecco che partecipare o meno ai loro live non è indifferente. Anche se siamo tornati a casa stanchi, o se c’è la partita, o la puntata di X-Factor, sforziamoci di esserci, avremo dimostrato così al gestore del locale che anche la musica inedita ha un mercato, e avremo fornito ai musicisti l’appagamento di cui hanno bisogno.

In questo modo tutti vissero felici e contenti. Va bé, più o meno.

[N. B.: Nell’articolo si è voluto solo tratteggiare a grandi linee un fenomeno, senza la pretesa di esaurire l’argomento. L’autore si scusa anticipatamente con eventuali musicisti, pur attivi, non citati nel pezzo].


Fontehttps://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/d/dc/Tele_band_live.jpg
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"Andrea Colasuonno nasce ad Andria il 17/06/1984. Nel 2010 si laurea in filosofia  all'Università Statale di Milano con una tesi su Albert Camus e il pensiero meridiano. Negli ultimi anni ha vissuto in Palestina per un progetto di servizio civile all'estero, e in Belgio dove ha insegnato grazie a un progetto dell'Unione Europea. Suoi articoli sono apparsi su Nena News, Lo Straniero, Politica & Società, Esseblog, Rivista di politica, Bocche Scucite, Ragion Pratica, Nuovo Meridionalismo.   Attualmente vive e lavora a Milano dove insegna italiano a stranieri presso diversi enti locali".