
“Senza la cultura e senza la libertà nessun popolo può essere grande” (Albert Einstein).
Questa frase del celeberrimo Albert Einstein, proclamata negli Stati Uniti, a causa del suo esilio, potrebbe dirci poco, perché apparentemente decontestualizzata. Oggi infatti non siamo sotto dittature quali il nazismo o il fascismo. Ma siamo certi che sia così? Il grande Pierpaolo Pasolini affermava che c’è una nuova dittatura che preclude la libertà e priva l’uomo moderno di quella cultura peculiare, in grado di valorizzare borghi, tradizioni e specificità, che la società dei consumi va omologando. Per Pasolini quella omologazione, che il fascismo non è riuscito ad ottenere, l’ha ottenuta la civiltà dei consumi, rubando alle realtà particolari quella differenziazione antropologica e culturale che l’Italia ha prodotto per secoli. Per il noto letterato, il potere dei consumi è la causa della distruzione italiana, ingannevole menzogna e causa di privazione della sua identità.
Il consumismo, come tutte le dipendenze, ha solo l’apparato della libertà ma, in realtà, schiavizza l’uomo. l’Italia, grande per l’arte, la storia e le sue bellezze, viene ridimensionata fortemente e mortificata, poiché assorbita dalla logica delle multinazionali ad ancilla di consumismo. Tale dramma, per Pasolini, è stato così veloce che non ci si è resi conto della sua gravità, come in un terribile incubo.
Accanto alla pseudo libertà dei consumi è preoccupante la nuova ondata di analfabetizzazione. Un uso errato dei social, la mancanza di lettura e la poca valorizzazione dei cervelli, portano tanti a non sviluppare le proprie capacità e molti altri ad andare via, pur se abilitati e competenti in vari ambiti del sapere, in altre nazioni. Si comprende dunque come il monito di Einstein sia vero oggi. Un antico detto ebraico dice che “siamo nani sulle spalle dei giganti”. La storia prima di noi ha reso l’Italia grande, ma noi “piccoli” dovremmo avere il coraggio di salire su quelle spalle per imparare a guardare più lontano. Nella società della fretta e del tutto e subito, pochi si fermano a pensare. Si può affermare, per analogia, che i cavoli crescono velocemente, mentre le querce hanno tempi lunghi. È libero chi pensa e chi sceglie, non chi è un ingranaggio nel grande meccanismo di un sistema. È grande chi attinge alla sapienza della tradizione, facendo cultura, portando il gusto del sapere ed il sapore del conoscere. Sapremo liberarci dai falsi miti dell’economia per tornare alla libertà vera? Per amare l’uomo bisogna tornare a conoscerlo come centro e vertice dell’esistente. Sia la libertà, rettamente compresa a rendere straordinaria l’umanità, quella che fa grandi tutti popoli.
Sono d’accordo con lei, ma credo che dietro tanta apparente superficialità sia nascosto un abisso che anela alla felicità pura. RingraziandoLa per il suo interesse le auguro ogni bene.