“Il forestiero dimorante fra voi

lo tratterete come colui che è nato fra voi;

tu l’amerai come te stesso

perché anche voi siete stati forestieri…”.

(Levitico 19,34).

“Accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti e i rifugiati”. Questo è il tema scelto da Papa Francesco per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2018, che si celebrerà Domenica 14 gennaio 2018.

Il Papa manifesta la sua forte preoccupazione per la triste situazione di tanti migranti e rifugiati che fuggono dalle guerre, dalle persecuzioni, dai disastri naturali e dalla povertà”.

Una preoccupazione che lo ha portato a tenere sotto la propria guida la sezione dedicata ai migranti istituita con la creazione del nuovo Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano e integrale.

“Ogni forestiero che bussa alla nostra porta è un’occasione di incontro con Gesù Cristo”. Francesco parla di una “grande responsabilità che la Chiesa intende condividere con tutti” per esprimere sollecitudine verso i migranti.

Un testo ricco di proposte e azioni concrete, che il Papa offre all’analisi e allo studio della comunità cristiana e di quella internazionale. Il Messaggio si articola dunque in 4 punti, quattro verbi “fondati sui principi della Dottrina della Chiesa”.

  1. ACCOGLIERE. Il Papa sottolinea che è urgente “offrire a migranti e rifugiati possibilità più ampie di ingresso sicuro e legale nei Paesi di destinazione”. Francesco chiede di semplificare la concessione dei “visti umanitari” e favorire i ricongiungimenti familiari. Ribadisce la necessità di aprire “corridoi umanitari per i rifugiati più vulnerabili”; pertanto critica “le espulsioni collettive di migranti e rifugiati, soprattutto quando vengono eseguite verso Paesi” che non garantiscono il rispetto dei diritti fondamentali. Riafferma, così, che il principio della centralità della persona umana “obbliga ad anteporre sempre la sicurezza personale a quella nazionale”.
  2. PROTEGGERE. Tale protezione, osserva il Pontefice, comincia “in patria” e andrebbe continuata “in terra d’immigrazione”. Francesco invita a valorizzare le capacità e competenze dei migranti che devono, perciò, avere libertà di movimento nel Paese d’accoglienza e la possibilità di lavorare. Non dimentica di mettere l’accento sulla protezione dei minori migranti che hanno diritto a studiare e a vivere con le loro famiglie evitando “ogni forma di detenzione”. “Nel rispetto del diritto universale ad una nazionalità – aggiunge – questa va riconosciuta e opportunamente certificata a tutti i bambini e le bambine al momento della nascita”. E, riferendosi alla apolidia di non pochi migranti, ribadisce che può essere superata con “una legislazione sulla cittadinanza” conforme al diritto internazionale.
  3. PROMUOVERE. Il Papa invita la società che accoglie di “mettere queste persone in condizione di realizzarsi come persone in tutte le loro dimensioni”, compresa quella religiosa, garantendo “a tutti gli stranieri presenti sul territorio la libertà di professioni e pratica religiosa”.
  4. INTEGRARE Il Papa rimarca subito che integrazione “non è un’assimilazione, che induce a sopprime o a dimenticare la propria identità culturale”. Si tratta di un processo prolungato che: “può essere accelerato attraverso l’offerta di cittadinanza slegata da requisiti economici e linguistici”. Ancora una volta chiede di “favorire” la “cultura dell’incontro” e assicura che la Chiesa “è disponibile ad impegnarsi in prima persona” in questo campo. Per ottenere i risultati sperati, avverte, è tuttavia “indispensabile il contributo della comunità politica e della società civile”.

Concludo, il messaggio di Francesco, con alcune considerazioni maturate nel corso di diversi anni. Ricoprire un ruolo pubblico, politico, ecclesiale o dirigenziale impone un grande senso di responsabilità, un forte afflato per il bene comune, una visione lungimirante, componenti necessarie per determinare percorsi di emancipazione culturale, serietà amministrativa e processi di inclusione sociale, che favoriscono uno Stato di Valori Umani rendendo così possibile ogni giorno il dialogo, il confronto, lo scontro, l’antagonismo, la competizione per una polis plurale attiva e partecipativa.

Forse mi sbaglio, oppure forse non a tutti è dato di capire quello che voglio dire. Ma ora mi spiego. Accogliere, nella mia esperienza personale, significa questo: vivere costantemente braccato dalla paura di non fare mai abbastanza per l’altro/a, vivere notte e giorno in tensione per l’altro/a, vivere per una ragione: “il bene della collettività”, della comunità.

Accogliere è interfacciarsi con le Istituzioni, che nel significato della “responsabilità” devono rispondere e dare soluzioni ragionevoli. Sì, utilizzo il verbo “dovere” per essere chiaro, diretto, sfrontato perché le Istituzioni si devono ri-educare al dovere. Le Istituzioni prima di propagandare e promettere devono agire, le Istituzioni prima di scendere in campo elettorale e fare proseliti devono scendere nel “campo dell’umanità ferita e sofferente”, sporcarsi le mani, mettere la faccia, dare fiducia, e non dormire la notte per il cuore che ti sale in gola.

Il programma degli eventi

PRESSO CASA ACCOGLIENZA “SANTA MARIA GORETTI”

Via Quarti, 11 – Andria

Venerdì 12 Gennaio 2018

Ore 18:00    spettacolo, in replica alle ore 21:00:

Partire è un po’ morire? Memorie del nostro fuggimento

Silent play: un’esperienza in prima persona dalla parte di chi fugge e chi assiste

Produzione: La Piccionaia Centro di Produzione Teatrale di Vicenza in collaborazione con Festival Biblico.

 Domenica 14 Gennaio 2018

Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato

Ore 11:00    Parrocchia Madonna di Pompei, Andria

Santa Messa, per i Cristiani perseguitati, per i Migranti, Profughi, Rifugiati e consegna, del “grembiule della Carità”, ai nuovi volontari della Mensa della Carità della Casa Accoglienza “S. Maria Goretti”.

Venerdì 26 Gennaio 2018

Ore 21.00     Cena interculturale La Téranga” contaminazionidigusto

La Téranga è una parola di origine senegalese che si può sommariamente tradurre con ‘ospitalità’, ma che in realtà esprime molto di più: accoglienza, attenzione, rispetto e il piacere di ricevere un’ospite nella propria casa.

PRESSO L’AUDITORIUM “MONS.DI DONNA”, Via Saliceti, Andria

Venerdì 31 Gennaio 2018

Ore 19.00        Convegno  unitario promosso dalla Casa Accoglienza “S. Maria Goretti”, dall’Ufficio Migrantes e dalla Consulta Diocesana delle aggregazioni laicali della Diocesi Andria: “…rompiamo il silenzio”

Relatore: Padre Alex Zanotelli


Articolo precedenteEdwige Fenech: non solo Ubalda…
Articolo successivoIl Dono della non paura
So che tutto ha un senso. Nulla succede per caso. Tutto è dono. L'umanità è meravigliosa ne sono profondamente innamorato. Ciò che mi spaventa e mi scandalizza, non è la debolezza umana, i suoi limiti o i suoi peccati, ma la disumanità. Quando l'essere umano diventa disumano non è capace di provare pietà, compassione, condivisione, solidarietà.... diventa indifferente e l'indifferenza è un mostro che annienta tutto e tutti. Sono solo un uomo preso tra gli uomini, un sacerdote. Cerco di vivere per ridare dignità e giustizia a me stesso e ai miei fratelli, non importa quale sia il colore della loro pelle, la loro fede, la loro cultura. Credo fortemente che non si dia pace senza giustizia, ma anche che non c'è verità se non nell'amore: ed è questa la mia speranza.