Come ottenere la cittadinanza italiana

Ius sanguinis, ius soli, ius scholae e ius culturae sono solo alcuni dei diritti che regolerebbero la cittadinanza italiana. Ma quali sono le differenze fra questi princìpi? Scopriamolo insieme.

Entrato in vigore nel 1992, in un momento storico nel quale il Paese si riscopriva da emigrante a perno dell’immigrazione, lo ius sanguinis (diritto di sangue) si basa sulla discendenza filiale, il figlio di un genitore italiano è automaticamente italiano, mentre il figlio di un genitore straniero acquisisce la cittadinanza al 18esimo compleanno, se ha vissuto in Italia.

Lo ius soli si riferisce al diritto al suolo, a chi nasce, cioè, sul territorio nazionale. Applicato senza condizioni negli Stati Uniti, incontra paletti nel resto d’Europa, come ad esempio nel Regno Unito, in Germania, Francia, Spagna, Portogallo, Belgio, Grecia, Olanda e Irlanda. Concesso in Italia solo in casi eccezionali, riguarda figli di genitori ignoti o apolidi, o figli di stranieri che, a causa di leggi stringenti in casa, non possono trasmettere la cittadinanza di quel Paese di provenienza.

Con lo ius scholae la cittadinanza si otterrebbe dopo aver completato un ciclo di studi nel sistema scolastico nazionale, e si rivolgerebbe ai minorenni che non hanno ancora compiuto 12 anni, con 5 anni di istruzione in Italia, un progetto, però, bloccato alla Camera dal 2022.

Stesso identico discorso per lo ius culturae grazie al quale, invece, sarebbe possibile ottenere una promozione anche attraverso un piano di studi di formazione professionale triennale o quadriennale.

In Italia gli stranieri extra europei ottengono la cittadinanza dopo 10 anni di residenza senza interruzioni nel nostro Paese, che scendono a 5 per ragazzi adottati, apolidi e rifugiati. Serve, inoltre un reddito minimo per tre anni consecutivi di 8mila euro che salgono a 11 per i nuclei famigliari. Agli europei sono richiesti 4 anni anziché 10, 3 se si discende da avi italiani. I minori stranieri ereditano la cittadinanza per ius sanguinis, se, cioè, anche uno dei due genitori è residente in Italia.


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