
Pochi soldi, ma tanta passione e amore per la libertà: una nuova forma di cantautorato?
“I giovani d’oggi valgono poco, gli anziani cosa ci hanno lasciato” recita il testo di una canzone degli Ex-Otago, band emergente del panorama Indie italiano. Eppure, sembra che un nuovo tipo di musica si stia affermando prepotentemente fra i giovani e sembra che stia assumendo una rilevanza che va ben oltre la semplice riproduzione casuale della piattaforma musicale Spotify. Di per sé il nome Indie è un’abbreviazione di indipendente, e accomuna tutte le band che dagli anni Sessanta a oggi hanno lavorato per amore della musica, rinunciando a stringere accordi milionari con le case discografiche per autoprodursi e allontanarsi dalla cultura mainstream, cercando l’unicità della propria arte.
Tutta questa introduzione basterebbe a convincere qualunque adolescente ad accostarsi a questa nuova cultura musicale. Basandosi sul principio dell’indipendenza, chiunque si farebbe promotore del cosiddetto Indie italiano. Le band che hanno questo orientamento tendono a mettersi dalla parte dei giovani, a sostenerli in ogni loro scelta, a mettere in luce i loro pregi e ad assecondare le loro passioni.
Chiunque ascolti musica indipendente è un sognatore, una persona che ritiene sia possibile andare oltre i semplici confini del reale, per spingersi verso orizzonti che altri ritengono irraggiungibili. Un amore vero e sincero, ad esempio, potrebbe essere la cosa che qualcuno sogna e che poi alla fine non vedrà mai realizzata. La musica Indie si pone l’obiettivo di spingere quella persona a dare il massimo in tutto ciò che fa, a non risparmiare i sentimenti nelle relazioni e soprattutto a non darsi mai per vinti perché “la notte è sempre più buia subito prima dell’alba”.
Da Brunori Sas agli Ex-Otago, passando per Lo Stato Sociale e i TheGiornalisti (con un deciso allontanamento verso una musica più “commerciale” di questi ultimi), la scena Indie italiana si è ormai evoluta, raggiungendo una stabilità che in pochi si aspettavano. Lo strumento di comune diffusione delle band sono i social network, canali telematici gratuiti che permettono di raggiungere il maggior numero di persone possibile nel minor tempo.
Inoltre, molto spesso i biglietti dei concerti di queste band hanno costi bassissimi e non è un aspetto da sottovalutare. Nella mentalità del cantante Indie non ci sono i soldi o la popolarità a livello mondiale; piuttosto, egli pretende che la gente che lo ascolta sappia apprezzare davvero la sua musica e non si trovi ad un concerto per caso. L’urlo all’indipendenza, all’amore, alla sfrontatezza presente nei testi delle canzoni diventa lo stile di vita di molti dei giovani che seguono pedissequamente le avventure dei loro idoli musicali. Proprio i testi delle canzoni sono la colonna portante di questo movimento, che molto spesso trascura l’aspetto sonoro e orecchiabile di una musica più diretta ma sicuramente molto meno profonda. L’amore come estrema manifestazione della propria voglia di vivere, il non accontentarsi di una vita mediocre e volta all’apatia, la ricerca continua della felicità e del bene sono i temi ricorrenti di questi poeti del nuovo millennio. In fondo cercare nella musica un senso di appagamento va di pari passo con la volontà di raggiungere vette che di solito non si prendono in considerazione.
Tutto questo può essere considerato come una nuova forma di cantautorato italiano, che ha i suoi massimi esponenti in Lucio Dalla, Francesco de Gregori e molti altri. È un’affermazione molto forte, lo so, ma i tempi sono cambiati e le persone molto di più. Ma se l’Indie fosse un modo come un altro per rinnovare il panorama artistico italiano e non solo un semplice fuoco di paglia? E se avessimo nuovamente bisogno dell’autenticità dei sentimenti? Ai posteri l’ardua sentenza.