Lo psichiatra e chirurgo Giovanni Sollima mette in versi il kairos, la qualità del tempo che ci fa percepire ed essere percepiti come partecipi l’uno al tessuto osseo dell’altro. Il “Quinto libello di pezzi tesotici” parte da Catania per approdare all’umana realizzazione di sé

Ciao, Giovanni. Che processo evolutivo ti ha spinto alla formulazione del “Quinto libello di pezzi tesotici”

Il “Quinto libello” è una raccolta di poesie, scritte nell’arco di un quadriennio, dal 2011 al 2014. È un progetto editoriale di poesia lirica, giunto cronologicamente al quinto appuntamento. Il “Primo libello” è stato pubblicato nel 1994. Il “Quarto libello” è del 2011. Intercorso un certo ampio lasso di tempo dall’ultima raccolta pubblicata, il “Quinto libello” è, così, una ripresa del progetto tesotico e contemporaneamente un nuovo debutto. I “pezzi tesotici” sono i singoli brani, i diversi momenti poetici della collezione proposta.

A cosa ti riferisci con il tuo neologismo “Tesos”?

I “pezzi tesotici” sono componimenti di poesia lirica ed hanno questo nome perché derivano tutti dall’inedita raccolta cronologica madre dei diversi e progressivi libelli, denominata “Tesos”, mio termine originale, di risonanza classica, derivante dall’unione delle abbreviazioni “tes. os.”, tessuto osseo, che è immagine suggestiva solidale con vissuti di studi biomedici, nonché evocativa di rimandi letterari. La durezza viva della realtà, passata al vaglio interpretativo e rappresentativo del poeta, è continuità significativa dello spazio proprio percepito, sintonia di coscienza e sinfonia del tempo.

Come può essere descritta la multifocalità tematica naturale della silloge?

La poesia lirica è per propria essenza occasionale, legata a diversi momenti vissuti, agli spazi narrativi ed introspettivi incontrati, alle storie e agli eventi personali. Elementi focali di movimento della mia azione poetica sono soprattutto il tempo, la dimensione senso-percettiva, le emozioni,  gli stati d’animo, gli affetti, i sentimenti, il pensiero.

Cosa rappresenta la copertina del libello e cosa muove, principalmente, il pensiero umano?

L’idea rappresentativa della copertina richiama il pensiero, che ha e deve avere vita rispetto al simulacro delle fattezze umane, il quale pur rimane come più alto e imprescindibile simbolo percettivo, come formale e classico orizzonte. La qualità del momento intuito muove principalmente il pensiero umano, l’idea vigile o sognante, come può sommamente essere un’ispirazione poetica.