È legittimo sognare un mondo migliore? E se fosse questo il mondo migliore a cui aneliamo? Solo l’arte può rispondere a queste domande, in particolare l’arte recitativa. Il Teatro Pubblico Pugliese si preoccupa, infatti, di frequentare la cultura, di diffonderla, di creare rete nella tradizione. Abbiamo chiesto a Viviana Peloso, da poco nel CdA del consorzio pugliese, di parlarcene.

Ciao, Viviana. Cosa rappresenta e incarna, per il nostro territorio, il Teatro Pubblico Pugliese?

Il TPP è il più grande consorzio pugliese che si occupa della diffusione della cultura teatrale, e non solo, nell’intero e variegato territorio pugliese, cercando di ottimizzare la collocazione delle risorse e di creare connessioni virtuose tra i vari paesi. La Puglia è lunga e avere un ente come il TPP che coordina, diffonde, valorizza e fa dialogare i vari ambiti di sviluppo della Regione, ci fa sentire più forti dal punto di vista culturale. Il TPP si occupa tra l’altro di “formare” il pubblico e sappiamo benissimo che un pubblico consapevole è anche un pubblico esigente, un pubblico che ci mette di fronte all’affascinante lavoro dell’innovazione e della ricerca, che sono le due strade per crescere.

Come si può inculcare nelle nuove generazioni il concetto secondo cui il teatro non vada finalizzato solo all’esibizione ma, soprattutto, alla crescita personale per mettersi a nudo e conoscersi di più?

Tutta l’arte serve a crescere, a formarsi, a migliorarsi, a porsi domande. Ci mette sotto gli occhi il tema della complessità e forse ci fa essere più lucidi col presente e più visionari col futuro.

Sarebbe bello che s’iniziasse da subito a frequentare teatri, rassegne letterarie, concerti per giovare di questo effetto benefico dell’arte. Il TPP è un buon supporto per questo, ma poi servono gli esempi, tipo adulti che frequentano abitualmente i teatri, e le occasioni, tipo quelle che nascono a scuola o nei gruppi in cui ragazzi crescono.

Quale interconnessione si instaura fra attore e spettatore nell’adrenalinica padronanza di un palcoscenico?

Si instaura quella meravigliosa sensazione di vedere qualcosa “dal vivo”, di sentire l’emozione di un corpo che soffre o prova piacere e che può lasciare un segno, indurre un approfondimento, far scatenare una passione. Il teatro ci dimostra costantemente che esiste una grande empatia tra attore e spettatore e questo attribuisce un diverso valore allo spettacolo stesso.

A tuo parere, che ruolo assume la Letteratura, e/o lo studio teorico in generale, nella trasposizione recitativa del presente e del futuro?

Paul Eluard diceva “Esiste un mondo migliore ma è in questo”. Questo fa l’arte: ci consente di vivere in mondo migliore senza spostarci da questo. Ma è necessario che la si frequenti, la si abiti.


LASCIA UNA RISPOSTA

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.