Si intitola “Il passato non dimentica- Una storia sbagliata per il Commissario Sterlicchio” (Pav Edizioni) il nuovo romanzo di Sabino Napolitano, un noir nel quale i personaggi hanno vissuto vicende dolorose, che li hanno segnati profondamente e che, finiranno inevitabilmente per venire a galla, anche a distanza di anni. Sono vicende che, pur diverse tra loro, lasciano ferite che non si rimarginano mai del tutto. Sono quelle che Fabrizio De André, in una sua canzone, chiama “storie sbagliate”.

Ciao, Sabino. Perché “Il passato non dimentica” racconta una storia sbagliata?

Il sottotitolo “Una storia sbagliata per il Commissario Sterlicchio”  intende riferirsi alle storie di alcuni personaggi del libro, che nel loro passato hanno vissuto vicende dolorose, che li hanno segnati profondamente e che, finiranno inevitabilmente per venire a galla, anche a distanza di anni. Sono vicende che, pur diverse tra loro, lasciano ferite che non si rimarginano mai del tutto. Sono quelle che Fabrizio De André, in una sua canzone, chiama “storie sbagliate”. Lui dice che sono storie da dimenticare, da non raccontare. Io invece qui le racconto, perché il commissario Sterlicchio le incontrerà lungo il percorso delle sue indagini.

In questo “secondo tempo”, in che modo il Commissario Sterlicchio affronta la sua crescita umana e professionale?

Il “primo tempo” della storia professionale del commissario Sterlicchio è narrato nel mio precedente romanzo, pubblicato a fine 2023 e intitolato “Caccia all’uomo nero”. Sterlicchio, che è a  capo del commissariato di Polizia della zona di Bari vecchia, dove è nato e ha vissuto da ragazzo, si è trovato a condurre le indagini sulla scomparsa di una ragazza quindicenne del quartiere, figlia di un suo vecchio amico di scuola. La vicenda lo ha coinvolto troppo a livello personale e lo ha segnato perché non è riuscito a fare fino in fondo il suo dovere. Per questo ha lasciato Bari e si è fatto trasferire a Torino, dove si svolge la vicenda narrata in “Il passato non dimentica”, anche per cercare di dimenticare l’amarezza di quel fallimento personale e professionale. Purtroppo per lui, si troverà coinvolto in un’altra indagine che lo metterà di fronte a un nuovo conflitto personale.

Se esistono, quali sono le differenze di un noir ambientato a Bari, e di un altro a Torino?

Beh, in “Caccia all’uomo nero” l’ambientazione della storia è tra i vicoli di Bari vecchia, nell’atmosfera tipica di un centro storico del nostro Sud e questo è stato un po’ il mio omaggio alla città, Bari appunto, nella quale ho trascorso la mia vita professionale fino alla pensione. Poi, ho pensato a questa seconda avventura del commissario Sterlicchio, ambientata a Torino, città elegante e misteriosa, considerando anche il fatto che io ci ho vissuto quasi sei anni nel periodo di studi al Politecnico e un po’ conoscevo la città. In realtà, io mi sono laureato a luglio del lontano 1974 e da allora Torino è cambiata tantissimo. La storia raccontata parte dal febbraio 1983, l’anno del famoso incendio del Cinema Statuto che provocò oltre 60 vittime, ma si sviluppa tra il 2018 e il 2019. Anche se mi sono limitato a utilizzare i luoghi che avevo conosciuto meglio all’epoca, ho dovuto controllare le ambientazioni, approfittando della mia permanenza per un paio di giorni a Torino nel maggio scorso, in occasione del Salone del Libro.

A chi dedichi il romanzo?

Ho dedicato il romanzo proprio ai miei amici dei tempi del Politecnico: Nino, Mimmo, Marco, Piruz e Danilo (che purtroppo ci ha lasciati diversi anni fa).

Il libro è ordinabile in tutte le librerie; ad Andria: Bookstore Mondadori-Viale Crispi 17 e Libreria 2000-Via Bologna 1.

Si può trovare anche, in cartaceo e in e-book, su Amazon e sugli altri store online.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.