L’annuncio era atteso per ieri, 9 ottobre, e, puntuale, è arrivato: assegnato il Premio Nobel per la letteratura allo sceneggiatore e scrittore francese Patrick Modiano che, in tutta sincerità, ha ammesso: “Non me lo aspettavo proprio”.
Patrick Modiano ha 69 anni e, a dispetto della sua umiltà, si assegna l’illustre riconoscimento con la seguente motivazione redatta dai decani dell’Accademia Reale Svedese.: “Per l’arte della memoria con la quale ha evocato i destini umani più inafferrabili e svelato la vita reale durante l’Occupazione“.
Un’altra autrice francese, la grande Simone Weil, diceva che nulla è più prossimo alla vera intelligneza dell’umiltà e Modiano sembra proprio darle ragione quando aggiunge: “Sono sorpreso, non me lo aspettavo proprio. Sono molto colpito. Andrò in Svezia, sono curioso di conoscere le ragioni per le quali mi hanno fatto l’onore di scegliermi“.
Proprio come la Weil, anche Modiano scrive per l’editore parigino Gallimard. Gli scritti della Weil furono curati, postumi, da Camus e, in questo gioco all’evocazione, Modiano aggiunge: “Mi sembra irreale essere finito insieme ad autori come Camus, che ammiravo quando ero bambino e adolescente”.
Modiano ha firmato romanzi ambientati nella Parigi oppressa dall’occupazione nazista, lui che è nato il 30 luglio 1945 a Boulogne Bilancourt, all’indomani della liberazione.
Ha avuto un maestro illustre, il celeberrimo Raymond Queneau, che ha indubbiamente lasciato un’impronta indelebile nella sua formazione umana e artistica. è stato una figura fondamentale per la sua formazione e la sua crescita come scrittore. È figlio di un’attrice belga e di un ebreo naturalizzato francese, ma di origini italiana, come si può intuire dal suo cognome.
Il suo debutto in narrativa risale al lontano 1958, con La place de l’Etoile (Gallimard). Non è al suo primo prestigioso riconoscimento: nel 1978 gli era stato assegnato il Premio Goncourt per il suo Rue des boutiques obscures.