Con buona pace “fiscale” di chi le tasse (non) le paga…

Caro Direttore,

capisco bene che la banda Lega-5 stelle non sappia più dove sbattere la testa per trovare i miliardi (tanti) necessari per mantenere le promesse elettorali. Questo è chiaro e si capisce dalla battaglia quotidiana al loro interno a chi la spara più grossa. E anche, in gara fra loro, a chi tira sventola il Contratto di governo come fosse la Costituzione del Paese. Passano il tempo, i loro leader Salvini e Di Maio, a minacciare i negri e l’Europa, per il resto non cavano un ragno dal buco. Salvo pannicelli caldi che fanno tanto rumore e poca cassa, le cosiddette pensioni d’oro in primis, che dispiegano tutto la loro invidia contro chi ha lavorato e si è guadagnata una tranquilla vecchiaia, rispettando le leggi in vigore al tempo della loro uscita dal lavoro. Ripeto: rispettando le leggi, non rapinando qualcuno.

Purtuttavia, in questo bisogno spasmodico di miliardi, la banda dei tre (Conte è il vice dei suoi vice) non pronuncia mai la parola “evasione”, nel senso dii mancati introiti fiscali dello Stato che ammontano ogni anno a una cifra che oscilla fra i 150 e i 200 miliardi di euro. Sono cifre note, non sono secretate. Tema né in Contratto né in agenda del governo, se non come “pace fiscale”, cioè il solito condono che premia gli evasori seriali.

Ora è noto che l’evasione fiscale sia, in questo Paese, un male diffuso e tollerato. Non c’è medico o meccanico, falegname, elettricista, idraulico o altro professionista col colletto bianco che, compiuto il suo lavoro, non ti ponga la domanda: fattura o no? I pochi coraggiosi rispondono, con sprezzo del pericolo, fattura e pagano, di tasca loro, il 22 per cento di Iva in più. Il popolo – lo stesso che urla onestà onesta ogni due minuti – risparmia l’Iva e se ne fotte dell’evasore, sia esso artigiano o iscritto a un ordine professionale (non tutti certo, ma buonaparte). Questa malattia è diffusa come il morbillo dei bambini, e non si previene con il vaccino (ché il grillino è pure contrario al vaccino). Per non dire delle gigantesche evasioni della malavita organizzata.

Ma di evasione – lo avrete notato – non si parla. Perché? Non ho una spiegazione, se penso che questo governo doveva fare fuoco e fiamme per cambiare i costumi italiani, e invece si è ridotto a perseguitare i pensionati in regola con la legge. Come non so spiegarmi il silenzio sugli assenteisti che rubano lo stipendio allo Stato, su quelli che timbrano il cartellino e vanno a pescare trote, sull’esercito di nullafacenti a carico della fiscalità pubblica, dei finti poveri che lavorano in nero, dei finti invalidi, dei finti…

Tant’è. In questo guazzabuglio di illegalità, in un Paese che manca del senso del dovere, Salvini va avanti seminando odio, Di Maio attaccando chi le leggi le ha osservate e rispettate. Perché il Contratto è superiore alle leggi dello Stato e lui, il birraio napoletano, è il nuovo Mosè che scende dal monte Sinai con le tavole della Legge..

 


Fontehttps://pixabay.com/it/modello-struttura-sfondo-giallo-oro-699780/
Articolo precedenteLa smorfia. Dubbio amletico…
Articolo successivoHotel Transilvania 3
Pugliese errante, un po’ come Ulisse, Antonio del Giudice è nato ad Andria nel 1949. Ha oltre quattro decenni di giornalismo alle spalle e ha trascorso la sua vita tra Bari, Roma, Milano, Palermo, Mantova e Pescara, dove abita. Cominciando come collaboratore del Corriere dello Sport, ha lavorato a La Gazzetta del Mezzogiorno, Paese sera, La Repubblica, L’Ora, L’Unità, La Gazzetta di Mantova, Il Centro d’Abruzzo, La Domenica d’Abruzzo, ricoprendo tutti i ruoli, da cronista a direttore. Collabora con Blizquotidiano.  Dopo un libro-intervista ad Alex Zanotelli (1987), nel 2009 aveva pubblicato La Pasqua bassa (Edizioni San Paolo), un romanzo che racconta la nostra terra e la vita grama dei contadini nel secondo dopoguerra. L'ultimo suo romanzo, Buonasera, dottor Nisticò (ed. Noubs, pag.136, euro 12,00) è in libreria dal novembre 2014. Nel 2015 ha pubblicato "La bambina russa ed altri racconti" (Solfanelli Tabula fati). Un libro di racconti in due parti. Sguardi di donna: sedici donne per sedici storie di vita. Povericristi: storie di strada raccolte negli angoli bui de nostri giorni. Nel 2017 ha pubblicato "Il cane straniero e altri racconti" (Tabula Dati).