Si intitola “I Punkinari”, l’ultima uscita editoriale di Alessandro Pagani, la storia di due calciatori punk perennemente in panchina che grazie all’ironia combattono il tempo (incluso quello meteorologico) e la frustrazione di essere riserve a vita. In questo i punkinari ci assomigliano in tutto e per tutto, due ‘probabili chiunque’ che non smettono di sognare e che soltanto attraverso la fantasia realizzano i loro desideri, in questo caso giocando con le parole invece che con il pallone da calcio.
“I Punkinari” è disponibile con i disegni di Massimiliano Zatini e la prefazione di Stefano Manca di Pino e gli Anticorpi, edito da Nepturanus, che con questa uscita inaugura la collana Chicche di riso.
Ciao, Alessandro. Chi sono “I Punkinari”?
I Punkinari sono due calciatori ‘punk’ eterne riserve, seduti su di una panchina ai bordi di un campo di calcio immaginario,
che nell’attesa di entrare sul tappeto verde si scambiano battute, gag, freddure e giochi di parole per passare il tempo e
mitigare la delusione di non giocare mai. Nella realtà i punkinari potremmo essere tutti noi, sempre in spasmodica aspettativa
di qualcosa che spesso non arriva.
Perché hai scelto di raccontare le vicende di comprimari più che di protagonisti?
Perché nella vita di tutti i giorni la maggior parte delle persone funge da comparsa e raramente da interprete, se non per occasioni sporadiche che le vedono personaggio principale. Ogni individuo riveste un ruolo fondamentale nella famiglia, tra la cerchia di amici e nell’ambito del lavoro che svolge, al di fuori di tutto questo in pochi riescono ad emergere mostrando il proprio talento e le capacità, che invece ognuno porta dentro sé. In questo i punkinari ci assomigliano in tutto e per tutto, due ‘probabili chiunque’ che non smettono di sognare e che soltanto attraverso la fantasia realizzano i loro desideri, in questo caso giocando con le parole invece che con il pallone da calcio.
Parafrasando il Godot beckettiano, che ruolo credi assuma l’attesa nella vita di tutti i giorni?
Dipende da che punto di vista si considera. In una società che ha velocizzato ogni cosa, oggi l’attesa richiama la noia, l’insofferenza, nessuno ha più voglia di attendere troppo qualcosa o qualcuno, tutti vogliamo tutto subito e viviamo l’attesa come qualcosa di frustrante. Invece rimanere ‘in sospensione’ ogni tanto potrebbe risultare un atto di cura verso noi stessi, permettendoci di prendere la giusta distanza dalle cose per farci capire ciò che può essere davvero importante per ognuno di noi. Una sorta di nuovo autocontrollo, nonché uno spazio prezioso da dedicare al tempo e al senso di ciò che facciamo per riempirlo.
Qual è il valore che unisce sport e musica?
La musica accresce il nostro benessere psicofisico e migliora il nostro umore, è motivazionale e rilassante, aumenta la concentrazione e distrae dagli effetti provocati dalla fatica: insomma un abbinamento vincente, non soltanto nello sport ma in tutte le occasioni alla quale fare affidamento.
Progetti futuri?
Dal punto di vista letterario proseguirà la collaborazione con Nepturanus attraverso la collana “Chicche di riso” (è già in lavorazione il prossimo libro), riguardo i progetti di musica uscirà il secondo album di Puah, con atmosfere più disco/cinematiche.
Grazie!