La fine di un decennio, anni lunghi e complicati, ma anche belli e interessanti, anni culturalmente attivi, storie da scrivere, pagine da leggere.

Dieci libri, uno per ogni anno, una lista che La Repubblica ha stilato ponendo l’accento sui romanzi stranieri in uscita in Italia. Nell’epoca della xenofobia lapalissiana, a trionfare è la trama collettiva, la deduzione e l’induzione in prosa di vite personali e straordinarie, posizioni comuni davanti alle quali è impossibile restare indifferenti:

-2010: Anatomia di un istante (Guanda) dello scrittore spagnolo Javier Cercas che prova a sbrogliare le incresciose e fitte reti politiche del golpe militare spagnolo avvenuto il 23 febbraio 1981 quando i militari irrompono nel Parlamento ed illuminano di fragore un periodo storico particolarmente intricato.

-2011: Vite che non sono la mia (Adelphi) del francese Emmanuel Carrère che è lì a testimoniare, con poetica necrologia, due lutti: la morta della figlia di una coppia che ha aiutato nello Sri Lanka e quello della sorella di sua moglie. Due sciagure raccontate con efferata delicatezza e scongiurata accettazione.

-2012: Il senso di una fine (Einaudi) dell’inglese Julian Barnes, vincitore del Man Booker Prize. E’ il dispaccio della swinging London degli Anni Settanta, l’angoscia del tempo che scorre, il Panta Rei di Eraclito che si stampiglia nel reso conto di una vita che fugge via tra amori, ricordi e rimpianti.

-2013: Racconti (Meridiani Mondadori) della canadese Alice Munro, Premio Nobel, magistra nelle short stories, titolo secco e laconico, aneddoti senza fronzoli di donne dell’Ontario, luogo rurale, forse luogo della coscienza che sopravvive in ognuno di noi.

-2014: Il Cardellino (Rizzoli) della statunitense Donna Tartt, la più libera da condizionamenti dell’ultimo decennio, un Premio Pulitzer scevro da schemi, la crescita catartica di un tredicenne newyorkese catapultato nelle insenature della realtà, motore su di giri tra fantascienza, thriller e formazione, un ritratto alla Dorian Gray ispirato al quadro seicentesco di Carel Fabritius raffigurante un cardellino.

-2015: Sottomissione (Bompiani) del francese Michel Houellebecq, veggente saggista che pubblica, per ironia della sorte, il suo romanzo nel giorno dell’attentato a Charlie Hebdo. Ambientata nel 2022, la cronaca si dipana lungo il limitato confine di un Occidente non più illuminista, ma caduto sotto i colpi del fanatismo della fede per mano di islamisti.

-2016: La vegetariana (Adelphi) della sudcoreana Han Kang è l’autodistruzione applicata al quotidiano, la rinuncia al nutrimento del corpo, l’approssimarsi alla vita vegetale come ribellione trascendentale ad un matrimonio, etichetta dell’essere, come stereotipo, sani.

-2017: 4321 (Einaudi) dell’americano Paul Auster che sciorina il proprio talento utilizzando quattro diversi punti di vista, scomponendo e ricomponendo tutti gli elementi narrativi senza perdere il fascino della memoria, nonostante i ricordi del nostro passato non siano sempre nitidi.

-2018: Una donna (L’Orma, 2018) di Annie Ernaux, la scrittrice francese che condivide con il lettore, attraverso un linguaggio forte e scabro, la biografia della madre contadina, vivisezionando sguardi e comportamenti di una donna presa a modello di vita.

-2019: Il sussurro del mondo (La nave di Teseo) dello statunitense Richard Powers è il vademecum attuale dell’amore agapico verso la Natura, in un contesto di sensibilizzazione green che da Greta Thunberg andrebbe elargito a tutte le scuole del Mondo.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.