
Nel silenzio assordante,
al di là della linea di confine
tra cieli azzurri e
cieli plumbei,
corrono veloci i pensieri
e le opere di donne guerriere.
Riscoprirsi tali
per devozione a loro stesse,
per coraggiosa libertà
strappata all’ atavica tirannia.
Piccoli fiori custoditi, curati,
impreziositi con il luccichio
che solo il bene sa dare.
Lezioni amorevoli,
strilli di bimbi raggianti e salvi
e il giorno fa capolino
con il suo felice
raggio di sole;
si procede così
a costruire mattoncini
di speranza.
A Kabul, capitale dell’Afghanistan, c’è un orfanotrofio dove il metodo di Maria Montessori è usato per educare alla convivenza tra culture e curare le ferite del conflitto che colpisce il Paese da diciannove anni. La “House of Flowers” è stata fondata nel 2002 dall’organizzazione canadese MEPO (Medical, Educational and Peace Organization) ed è supportata dalla Ong italiana Nove Onlus.