(Un filo di saggezza)

Alla prodromica sensazione che s’avvertiva, pel disperato clima di soffiata belligeranza, con attesi, lievi approdi, marginali all’uso della ragione: ora è mera certezza di guerra. Mi riporta indietro nel tempo, quando fanciullo si giocava a chi ce l’aveva più “grosso” e più micidiale. “Bada che io ho il coltello”, si diceva e l’altro: – Ed io ho la spada e l’altro ancora “Io la pistola… e via dicendo.

Aveva vinto chi la sparava più sproporzionata: era lui che si atteggiava a bulletto della piccola comitiva. Ma era pur un gioco infantile che, messo a confronto per ciò che accade ai nostri giorni e a livello di Continenti, sembra che la cosa sia diventata la macabra realizzazione della fantasia. Fantasia attinta dai nostri giochi innocenti e divenuti realtà? Sembra quasi possibile. Per chi scrive, ancorato così sentimentalmente a come si era, oggi, coi tanti anni sul groppone, trovarsi a fare i conti con una spregevole guerra tra bulli, non è cosa comprensibile.

Gli scienziati, con la quantistica, tentano di dimostrare che il tempo non esiste. Ma intanto, le migliaia di morti contati in questa aggressione non dànno supporto logico se non definiamo il tempo in cui sono stati uccisi. Se ciò venisse assodato, sull’assenza del tempo, rimarremmo tutti fregati per i tempi di attesa vissuti, che viviamo e se Dio ce ne vorrà concedere ancora, da vivere. Le ore consumate, ora per questo impegno, altre volte per quel problema: al sole, sotto la pioggia, al vento, in stazione, dal medico…senza mettere in conto le tante volte che è andata buca con la ragazza, dopo averla aspettata inutilmente ai diversi appuntamenti…

Sarebbe da fargli un doveroso, rispettabile funerale, al tempo, se domani ci alzassimo e ci dicessero che non esiste più: sarà stato abolito con uno dei tanti, inani D. Lgs o perché sarà la scienza a confermarcelo? Boh! Stranezze a non finire…

Oggi, per quel che sta accadendo con la velocità, coi Mach1, Mach2, Mach3… sembra che la nostra fantasia, la realtà e il tempo stesso, vengano superati e rigettati all’indietro, alle nostre spalle, “bruciandoli”.

Senza tempo…?  Si fa fatica al solo pensarci. Se non ci fosse il tempo, pure gli svizzeri dovrebbero fare più affidamento alle loro banche offshore e al cioccolato, senza più la produzione di orologi di precisione, per mantener salda la valuta in Borsa. E poi, come si farebbe a stare dietro alle sparate promesse dai più, con la barriera che si lascerebbero alle spalle, della parola data, senza averla prima ponderata? A queste velocità e senza tempo… rimarrebbero certamente promesse mancate.

E non siamo ancora del tutto a confrontarci nello spazio siderale, dove in assenza di gravità (quella quantistica è in fase di studio) … Senza tempo e con le velocità sopra accennate, le promesse date si potrebbero accettare senza impegni: non avremmo nulla per correrle dietro, se non il pensiero…

Ma già si nota adesso che il tempo cadenza, modula i nostri giorni brutali, togliendo ogni patina di valori etici, posati sulle superficie degli animi docili con l’intento di accomunarli in un fagotto contraddittorio ad ogni rito di buona creanza. Basta una capoccia delirante, fuori di sé, per contagiare e poi deviare, dov’egli crede, miliardi di persone? Se questa è l’evidenza, la “regola imposta”, uno si può lecitamente porre la domanda: -Ma Dio dov’è?

Dio è nella preghiera e non in quella mancante. Dacché l’unica officiata è rimasta quella pel dominio e il denaro, Dio ha lasciato all’uomo “Il fai da te”, come per dire: – Sono cavoli tuoi! Mi ricordo che si ringraziava il Signore per il raccolto, Lo si ringraziava per aver fatto smettere di grandinare, per averci dato di vivere un nuovo giorno: si pregava sempre, per ogni momento della nostra vita.

Ora, “senza tempo”, anche l’incedere è divenuto infruttuoso tanto, a queste velocità, l’uomo impreparato alla guida, potrebbe facilmente “scontrarsi” … magari col proprio fratello: i presupposti ci sono già.

Ecco perché quando uno ti chiede di fare un qualcosa, a volte gli si risponde: -Non ho tempo.

Forse già s’avverte il momento di non possederne più? Sì, ma non si pensa alla morte: è solo ignavia, che tale rimane, indolente ignavia.

Gli scienziati hanno scoperto altri pianeti abitabili e non ancora seminati…? Andiamoci…!

Ma se dovessimo trovarci a digiuno, sulle nuove pietraie, sarà sensato non sollevare alcun sasso a mani nude: sarebbe spiacevole fare “brutti”…incontri, poiché non ci sarà più tempo, anche a velocità sostenuta, per ritornare indietro.


FontePhoto by Jeff Kingma on Unsplash
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Salvatore Memeo è nato a San Ferdinando di Puglia nel 1938. Si è diplomato in ragioneria, ma non ha mai praticato la professione. Ha scritto articoli di attualità su diversi giornali, sia in Italia che in Germania. Come poeta ha scritto e pubblicato tre libri con Levante Editori: La Bolgia, Il vento e la spiga, L’epilogo. A due mani, con un sacerdote di Bisceglie, don Francesco Dell’Orco, ha scritto due volumi: 366 Giorni con il Venerabile don Pasquale Uva (ed. Rotas) e Per conoscere Gesù e crescere nel discepolato (ed. La Nuova Mezzina). Su questi due ultimi libri ha curato solo la parte della poesia. Come scrittore ha pronto per la stampa diversi scritti tra i quali, due libri di novelle: Con gli occhi del senno e Non sperando il meglio… È stato Chef e Ristoratore in diversi Stati europei. Attualmente è in pensione e vive a San Ferdinando di Puglia.