
Si possono trovare occhi luminosi, sguardi profondi in persone molto anziane e, viceversa, occhi spenti in persone giovani
L’occhio è lucerna o spia dell’anima. Gli occhi comunicano fiducia, angoscia, paura, aggressività, lacrime o sorrisi. Ci sono sguardi che cambiano le esistenze dopo che si incontrano. Gli occhi che conoscono le lacrime, ad esempio, delineano volti ben definiti. Esiste un guardare esterno ed uno interno che tra loro sono distinti, ma non separati.
Leonardo da Vinci, ad esempio, che era un attento osservatore, in molti dei suoi quadri porrà in essere i cosiddetti moti dell’animo, proprio attraverso gli occhi e gli sguardi di chi rappresentava. Gli oculisti parlano di due possibili disfunzioni: la miopia e la presbiopia. Si sa che la miopia fa guardare male da lontano, così come la presbiopia da vicino. Possiamo dire che, parallelamente, esiste una miopia interiore, del cuore, di coloro che guardano al proprio giardino, lontani dal mondo ed incapaci di giudizio critico nei confronti di ciò di cui sono circondati. Al contrario, i presbiti spirituali possono avere uno sguardo a 360° su tutto e, magari, sono incapaci di cogliere ciò che sta loro attorno, nelle proprie famiglie o nel proprio ambito lavorativo.
Come esistono lenti sovrapposte o lenti a contatto, in grado di risolvere le difficoltà visive, così vi sono altre lenti per migliorare lo sguardo interiore. Karl Barth, un teologo protestante, diceva che ogni cristiano dovrebbe confrontarsi sempre con la Bibbia e il giornale. Questo metodo aiuta a superare le miopie e le presbiopie interiori, guardandosi dentro e accanto, imparando ad innalzare gli occhi al cielo, mantenendo i piedi ben piantati a terra.
Una certa sapienza popolare aiuta a comprendere che quando si tratta di giudicare gli altri abbiamo occhi di aquile mentre, quando si tratta di guardare i propri difetti, si diventa ciechi come talpe. Uno sguardo d’amore può essere così travolgente da trasformare una vita per sempre. Nel Vangelo, ad esempio, lo sguardo di Gesù fu così seducente da indurre tanti a seguirlo, a far sperimentare il perdono ed anche il sentirsi amati. È lo sguardo che rende vero il detto di Pascal per il quale “ci sono silenzi che parlano e parole che tacciono”. Gli sguardi rivelano le intenzioni ed i desideri, esprimono i pensieri interiori. Per dire una menzogna si evita di guardare negli occhi, non a caso per dire delle falsità o non affrontare le situazioni ci si nasconde dietro un telefono.
Il vedere è esperienza di luce e di bellezza, ma anche di buio e sofferenza. Si possono trovare occhi luminosi, sguardi profondi in persone molto anziane e, viceversa, occhi spenti in persone giovani. Gli occhi e lo sguardo vanno curati, preservati e custoditi. Lo sguardo attrae, seduce e consola. Le grandi guide riuscivano a comunicare la loro volontà con lo sguardo, ma la comunicazione più efficace è quella dell’amore. Ci sono sguardi come quelli di un bambino piccolo con la sua mamma che, in un amore non razionalizzabile, gridano la tenerezza materna e filiale con occhi che parlano da sé. I mistici, per parlare della contemplazione, paragonano questa esperienza come lo scambio di sguardi tra due persone che si amano profondamente.
Gli occhi possono essere un unguento ma anche un’arma, possono far gioire o ferire. La lingua può essere menzognera, ma per chi sa porre attenzione profonda gli occhi sanno essere sinceri, facendo tradire ogni pseudo sicurezza. Lo sguardo benevolo di occhi puri può essere quello di cui ha più bisogno chi sta accanto ma, prima di donarlo, bisogna acquisirlo con la fatica e con la gioia del vivere.