L’avvincente resoconto di come possa nascere un film tra i banchi di scuola: e Riccardo Cannone concede il bis…

Dal giovane studente Giovanni Cicco riceviamo e, con sommo piacere, pubblichiamo:

“Non c’è nessuna forma d’arte come il cinema per colpire la coscienza, scuotere le emozioni e raggiungere le stanze segrete dell’anima”: ebbene è proprio così, come afferma Ingmar Bergman, regista svedese del primo Novecento; fare cinema con “le proprie mani” significa suscitare emozioni nell’animo del pubblico, che siano belle oppure no. Questo è il disegno perfetto di ciò che mi sta capitando: anch’io sto provando cosa voglia dire fare cinema. Quest’anno grazie al programma di alternanza scuola-lavoro, sto frequentando presso il mio liceo scientifico “Riccardo Nuzzi” un corso di cinema, che permette a noi studenti che lo frequentiamo di entrare a pieno contatto con questo “mondo”.

Tutto è cominciato l’estate scorsa sul finire del mese di agosto. Un giorno decisi di incontrare Riccardo Cannone, il regista promotore del corso. Lo stesso Riccardo ha girato lo scorso anno un film, intitolato “Morsi”, con una classe del mio liceo. Appena sono venuto a conoscenza di questo, per tutta l’estate ho deciso di scrivere una mia sceneggiatura per mettermi alla prova. Sin da piccolo il cinema, proprio come lavoro, rappresenta per me una passione. Scrivere questa mia sceneggiatura ha rappresentato uno stimolo con il quale dimostrare che anche io posso dire qualcosa.

Giunto l’incontro con Riccardo, gli ho raccontato la mia vita, proprio a partire dal mio rapporto con il cinema, accogliendo poi entusiasta l’occasione di poter realizzare un film grazie al sostegno economico della Banca di Andria in collaborazione con l’associazione culturale Malearti. Tante sono state le situazioni vissute fino ad oggi, mese di maggio. Devo dire che all’inizio non è stato affatto semplice, come per esempio il dover conciliare i due impegni settimanali del corso con lo studio scolastico, ma il desiderio di voler superare i propri limiti ha vinto su tutto.

Ringrazio i miei professori che mi hanno permesso di poter recuperare qualora non fossi stato in linea con lo studio dei miei compagni di classe: il primo grazie è, dunque, per loro.

Ebbene sì, essendo stato uno dei diversi sceneggiatori, ho dovuto dedicare molto tempo alla scrittura della prima versione del lavoro. Quante idee… quelle migliori sono giunte alle 23.35 di un martedì notte. Non vi dico quale perché dovete vedere il film! Ora, non ho nessun rimpianto. Se qualcuno mi chiedesse se rifarei il corso, direi centomila volte sì; come si può dire “no” ad una tua passione? Se qualcuno conoscesse la risposta, per favore me lo dica. C’è stata “fatica”, ma con degli ottimi risultati: ascoltare le idee altrui, mescolarle con le proprie, leggere ed ascoltare storie simili a quelle che tu vorresti scrivere, confrontarsi, scarabocchiare più volte sul proprio foglio. Questo è ciò che fa uno sceneggiatore; non è mai stanco di conoscere.

Altra fase molto importante è stata quella delle riprese, preceduta dalle prove di recitazione con la scelta degli attori. A posteriori devo dire che è stato molto divertente interpretare le emozioni, le sensazioni di un personaggio che non mi rappresenta affatto. Dare voce a questo mio personaggio mi ha permesso di comprendere al meglio le relazioni interpersonali…capirete poi il perché! Ma ancor di più le riprese viste dietro la telecamera sono state fantastiche.

Oltre ad essere attore, il mio ruolo sul set è stato quello di “assistente alla regia”. La parola che più descrive questo momento del mio lavoro è sicuramente “meticolosità”. La cura di ogni dettaglio rappresenta un modo difficile di operare, ma eccezionale. Questo significa fare veramente cinema: scuotere “le stanze segrete dell’anima” e per far questo non solo serve armarsi di tanta pazienza, ma soprattutto bisogna essere meravigliati, meravigliati da ciò che la vita ci offre.

Ai compagni di strada, al regista di Riccardo, a quanti verranno a vederci, il mio grazie di cuore!

Non mi resta che dirvi: buona visione!

Giovanni Cicco


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Chi siamo? Gente assetata di conoscenza. La nostra sete affonda le radici nella propria terra, ma stende il proprio orizzonte oltre le Colonne d’Ercole. Perché Odysseo? Perché siamo stanchi dei luoghi comuni, di chi si piange addosso, di chi dice che tanto non succede mai niente. Come? I nostri “marinai/autori” sono viaggiatori. Navigano in internet ed esplorano il mondo. Sono navigatori d’esperienza ed esperti navigatori. Non ci parlano degli USA, della Cina, dell’Europa che hanno imparato dai libri. Ci parlano dell’Europa, della Cina, degli USA in cui vivono. Ci portano la loro esperienza e la loro professionalità. Sono espressioni d’eccellenza del nostro territorio e lo interconnettono con il mondo. A chi ci rivolgiamo? Ci interessa tutto ciò che è scoperta. Ciò che ci parla dell’uomo e della sua terra. I nostri lettori sono persone curiose, proprio come noi. Pensano positivo e agiscono come pensano. Amano la loro terra, ma non la vivono come una prigione. Amano la loro terra, ma preferiscono quella di Nessuno, che l’Ulisse di Saba insegna a solcare…