
Il film di Paolo Genovese con un cast stellare
Due menti, quelle di Piero e Lara, al loro primo appuntamento. Il primo, insegnante di Storia e Filosofia, divorziato e con una figlia; la seconda, reduce da una relazione con un uomo sposato, e alla ricerca di un partner affidabile. Cercheranno, insieme, un modo per rimettersi in gioco, per fidarsi l’uno dell’altra, provare a non farsi distrarre dalle insistenti e rumorose intromissioni di Romeo, Valium, Eros, e del Professore, nella testa di Lui, e di Giulietta, Trilli, Alfa e Scheggia, nella testa di Lei, voci oniriche e pensanti, stati d’animo invasivi, vezzeggiativi alla versione umanizzata di “Inside Out”, una pellicola, “FolleMente”, che il regista Paolo Genovese adatta al grande pubblico, affinando le sensibilità maschili e femminili, ed estremizzando battibecchi intenti a portare acqua al proprio mulino, per il timore, in fondo, di essere felici in un rapporto appagante.
La coppia centrale del film, formata da Edoardo Leo e Pilar Fogliati, si incastra nei discorsi di altri attori cari agli spettatori, interpreti del calibro di Marco Giallini, Claudio Santamaria, Maurizio Lastrico, Rocco Papaleo, Maria Chiara Giannetta, Vittoria Puccini, Emanuela Fanelli e Claudia Pandolfi, un cast d’eccezione che riprende le dinamiche dialettiche di “Perfetti Sconosciuti”, solo che, in questo caso, l’idea è più divertente, è l’irriverenza sentimentale di un tappetino peloso o di un cane da accudire per non compromettere la nostra parte più romantica, nonostante un anello di un ex nostalgico, o l’astuzia di un super io consapevole.
“FolleMente” sviluppa un approccio manicheista in cui ci si chiede se, per galateo o femminismo, sia giusto o meno versare del vino nel calice, se il senso di responsabilità superi l’istinto animale, se l’orgasmo rappresenti, effettivamente, l’espressione corale ed edonistico di entrambi i sessi, per essere autarchici all’unisono, avvolti da sincerità o mistero.
Dapprima divisi in schieramenti opposti, i protagonisti si mescolano nel finale, abbattendo le barricate ed incoraggiando all’inclusione emotiva, l’imbarazzo scema di fronte alla decisione di restare per vivere una vita insieme o per, anche più semplicemente, mangiarsi un piatto di spaghetti aglio, olio e peperoncino…