L’Associazione “Fiori d’Acciaio” nasce nel 2014 come gruppo di mutuo soccorso, si tratta di donne che hanno affrontato il cancro al seno e decidono quindi di sostenersi a vicenda, riscoprendosi risorse per altre donne che vivono la stessa condizione. Solidarietà, prevenzione e ricerca, attraverso l’organizzazione di eventi mirati (soprattutto durante il cosiddetto “ottobre rosa”). Con l’approssimarsi di “Fiori di Coraggio”, una serata benefica, in collaborazione con l’AIRC, che si terrà domenica 20 ottobre, presso l’Auditorium Mons. Di Donna (SS. Sacramento) di Andria, è la presidente dell’Associazione, Vita Palladino (nomen omen) a raccontarci la forza e l’entusiasmo di queste bellissime pazienti oncologiche.
Ciao, Vita. Come nasce e di cosa si occupa l’associazione “Fiori d’Acciaio”?
L’Associazione “Fiori d’Acciaio” nasce nel 2014 inizialmente come gruppo di auto mutuo aiuto da alcune semplici donne che hanno affrontato il cancro al seno e decidono quindi di sostenersi a vicenda riscoprendosi risorse per altre donne che vivono la stessa condizione. La principale caratteristica di questo gruppo è la solidarietà, il “fare insieme”. Attraverso la condivisione e la grande capacità reattiva si sono sviluppati progetti sempre più importanti tanto da decidere di estendere queste esperienze anche all’esterno. Nasce così l’esigenza di costituire un’Associazione di volontariato (costituita ufficialmente nel marzo 2023).
Lo scopo principale è fornire ad altre donne che vivono l’esperienza del cancro al seno un sostegno morale, psicologico e ove occorre anche materiale (nei limiti delle nostre possibilità, in quanto ci autofinanziamo). Altro obiettivo non meno importante è la sensibilizzazione verso la PREVENZIONE e la RICERCA organizzando eventi mirati (soprattutto in ottobre, mese, come noto, dedicato proprio a questi temi). Forniamo anche informazioni di carattere pratico, come la conoscenza dei diritti in ambito lavorativo, il favorire contatti verso strutture mediche specialistiche o il semplice acquisto di parrucche, protesi, etc. tutto ciò che può favorire il recupero del benessere psicofisico.
In cosa consiste la cura del paziente oncologico?
Quando si riceve una diagnosi di cancro quasi sempre si sprofonda in un grande senso di smarrimento, di angoscia e la prima reazione è l’isolamento sociale. Tale chiusura è anche generata dalle terapie che, seppure indispensabili, restano ancora oggi fortemente debilitanti. E’ quindi fondamentale intervenire già da questa prima fase, non certo con la classica pacca sulla spalla “dai forza, andrà tutto bene”, sono parole inutili anzi forse anche dannose …serve soprattutto PRESENZA, ASCOLTO, SENSO DI ACCOGLIENZA E CONDIVISIONE, serve far comprendere loro di non essere SOLE. Non a caso abbiamo formulato il nostro motto su questo tema: TU SOLA CE LA PUOI FARE MA NON CE LA PUOI FARE DA SOLA! Insieme è certamente più facile riprendere in mano la propria vita, i propri progetti che si pensa di non avere più tempo per realizzarli…
Perché sono prevalentemente donne i soggetti affetti da cancro?
Sicuramente non sono l’interlocutrice ideale per rispondere a questa domanda non avendo competenze mediche ma ci proverò comunque…. Ritengo che una delle cause principali sia la maggiore presenza di estrogeni nel genere femminile (ormoni indispensabili per la funzione riproduttiva, guai se non ci fossero…) è risaputo che un’alta concentrazione di estrogeni può favorire lo sviluppo di questa forma di tumore.
Quali temi affronterà e come si svolgerà la serata del prossimo 20 ottobre, “Fiori di Coraggio”?
Lo spettacolo si basa sul Teatro delle Ombre, protagoniste ovviamente i Fiori d’Acciaio con la regia del nostro grande amico/sostenitore Dott. Luciano Simone. Saranno trattati diversi temi: lo spreco, il tempo, la morte e soprattutto la VITA. Attraverso la suggestione delle luci e delle ombre saranno rappresentate le nostre emozioni nel percorso naturale ed imprevedibile della vita. Attenzione, non è un racconto strappa lacrime, anzi, tutt’altro è un inno alla vita e alla sua bellezza. Monologhi tematici interpretati da donne che hanno vissuto l’esperienza difficile della malattia: il tempo sprecato, il senso della vita, l’amore, la paura della morte, la solitudine, la sofferenza ma anche e soprattutto la forza, il coraggio, la resilienza, l’amore e l’esaltazione del valore della vita. Ma non voglio aggiungere altro… venite a vederci, vi aspettiamo!
Progetti futuri?
Tanti. Laboratori creativi, attività artistiche (come l’attuale laboratorio teatrale), un centro di ascolto psicologico più strutturato (il Consultorio familiare ESAS VOGLIO VIVERE, che gentilmente ci ospita, offre anche la possibilità di usufruire della consulenza di psicologhe professioniste come la Dott. Patrizia Bruno nostra grande sostenitrice). Una collaborazione con centri diagnostici per favorire esami di controllo e diagnosi precoci. Attività all’aperto (camminate, corsi di yoga, etc). Tante nuove iniziative in sinergia con altre Associazioni del territorio (cosa che già facciamo) perché fare RETE rafforza l’impegno e rende più agevole il raggiungimento degli obiettivi comuni. E tanto altro ancora…
Ciò che conta è non mollare mai, anche se la notte a volte sembra non finire…nulla impedirà al sole di sorgere ancora!