Eretica non sia la donna, eretico sia anzi il costume sociale che deturpa la bellezza dell’eguaglianza morale, etica, sociale e giuridica della donna

Può lo Stato manifestare la propria volontà circa un incremento delle nascite? In che modo e secondo quali criteri e sensibilità pubblicistiche verso una dimensione ontologicamente intimistica della persona? Può manifestare la sua volontà per un “rientro dolce” (quindi incitare le volontà dei cittadini senza il proprio dominio interventistico filocinese), in funzione riequilibrante con l’ecosistema tutto? Da che parte si posizionerebbe una tendenza neofemminista di matrice e di sensibilità ecologistica?

Forse il legislatore attuale ha rimembrato il terzo comma dell’art. 1, L. n. 194/1978, il quale dispone che lo Stato, le Regioni e gli enti locali, nell’ambito delle proprie funzioni e competenze promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che l’aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite? Sull’ultima parte, nulla quaestio, magari; ma sullo sviluppo del sistema dei servizi socio-sanitari occorre tener presente l’eccessiva quantità di medici obiettori di coscienza, quantità che ha spaventato e spinto sull’orlo dello sconforto – da indebolimento sostanziale della legittimazione abortiva exlegericonosciuta – molte donne italiane che volevano esercitare una facoltà riconosciuta attraverso il diritto di cui alla legge n. 194.

Il nuovo femminismo o neofemminismo, secondo l’ottica di chi scrive, deve rigenerarsi a fronte della necessità delle proprie stagioni dialettiche, a rigore, secondo i criteri di un autodetrminazionismo cosciente del proprio ego, per la donna, e delle meravigliose e importanti potenzialità del proprio essere psicobiologico-esistenziale, in senso generaldeterminativo: il neofemminismo non può non essere ecologico, non solo nelle incidenze finalistiche della determinazione degli equilibri quantitativi oltre che qualitativi dei nuovi, futuri nascituri e nati, ma anche in ragione del proprio fondamento inerente alla natura, alla casa (oikos, dal greco classico) dell’homo sapiens sapiens sempre in fieri, e quindi inerente alla gestione causalistico-entropica attraverso l’ausilio del logos, della ragione, insieme al sentimento. Neofemminismo ed ecologia non possono essere separati né nel loro principio (donna e uomo, esseri umani tutti, appartengono al sistema econatura, la natura-casa), né nei loro fini, ma al contempo non possono essere sconnessi e non penetrati dalla libera e cosciente autodeterminazione del volontarismo più maturo ed equilibrato, realizzativo delle esigenze e dell’intimo sentire hic et nunc di ogni singola persona-donna.

In tema di cosciente e responsabile scelta circa l’aborto, onore alla donna e ai suoi diritti conquistati, dopo (ed anzi dentro!) millenni di maschilismo e di paternalismo, i quali spesso tentano ancora di piazzarsi nella roccaforte dei meandri sostanziali dei regimi regolativi nelle loro mutevolezze, e purtroppo troppe volte risultano immeritevolmente e aberrantemente pure vincitori.

Eretica non sia la donna, eretico sia anzi il costume sociale che deturpa la bellezza dell’eguaglianza morale, etica, sociale e giuridica della donna. Ma dato che il significato puro di “eretico” verte sul concetto di scelta, connesso al volontarismo autodeterminativo, le “streghe” che si sarebbero volute, da alcune frange, imprigionabili fino a cinque anni nelle carceri polacche – qualora fosse andata a buon fine la partita degli estremismi o simil-tali nelle legislazioni – sarebbero delle consociate che sostanzialmente e sicetsimpliciteravrebbero scelto di non conformarsi alla ortodossia sottesa alla ratiodi una eventuale, sventata legge, una volta con questa confrontatesi, nella pratica delle proprie esigenze esistenziali di donne.


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Luigi Trisolino, nato l’11 ottobre 1989 in Puglia, è giurista e giornalista, saggista e poeta, vive a Roma dove lavora a tempo indeterminato come specialista legale della Presidenza del Consiglio dei ministri, all’interno del Dipartimento per le riforme istituzionali. È avvocato, dottore di ricerca in “Discipline giuridiche storico-filosofiche, sovranazionali, internazionali e comparate”, più volte cultore di materie giuridiche e politologiche, è scrittore e ha pubblicato articoli, saggi, monografie, romanzistica, poesie. Ha lavorato presso l’ufficio Affari generali, organizzazione e metodo dell’Avvocatura Generale dello Stato, presso la direzione amministrativa del Comune di Firenze, presso università, licei, studi legali, testate giornalistiche e case editrici. Appassionato di politica, difende le libertà e i diritti fondamentali delle persone, nonché il rispetto dei doveri inderogabili, con un attivismo indipendente e diplomatico, ponendo sempre al centro di ogni battaglia o dossier la cura per gli aspetti socioculturali e produttivi dell’esistere.